Andrea Chénier 

Drama de ambiente histórico en cuatro actos, con libreto de Luigi Illica y música de Umberto Giordano. Estrenado en el Teatro Alla Scala de Milán, el 28 de marzo de 1896.

Es la más popular obra de Umberto Giordano y una de las habituales en el repertorio de muchos teatros, y considerado como uno de los grandes autores de la escuela verista. La ópera tiene una gran cantidad de páginas memorables con gran número de arias y dúos famosos. Y con la intención de dar realismo a la obra hay una gran cantidad de personajes secundarios, muy típico de las obras veristas.

Personajes

ANDREA CHÉNIER

CARLOS GÉRARD

MAGDALENA

BERSI

CONDESA DE COIGNY

MADELON

ROUCHER

PIETRO FLÉVILLE

FOUQUIER-TINVILLE

MATHIEU

INCREÍBLE

ABATE CHÉNIER

SCHMIDT

MAYORDOMO

DUMAS

Joven Poeta

Sirviente, Joven Revolucionario

Joven noble

Sirvienta de Magdalena

Madre de Magdalena

Anciana revolucionaria

Amigo de Andrea Chénier

Escritor, pensionado del rey

Acusador público

Sans-coulotte, llamado "Populus"

Espía

Hermano de Andrea

Carcelero en Saint-Lazare

Sirviente de la Condesa

Presidente del Tribunal de salud Pública

Tenor

Barítono

Soprano

Mezzosoprano

Mezzosoprano

Mezzosoprano

Bajo o barítono

Bajo o barítono

Bajo o barítono

Barítono

Tenor

Tenor

Bajo

Bajo

Bajo


La acción tiene lugar en la Francia prerrevolucionaria y revolucionaria.

ATTO PRIMO


(La sala da ballo nel castello della 
Contessi di Coigny. Il giardino d'inverno. 
Sotto i rigidi comandi di un arrogante 
e gallonato Maestro di Casa, corrono 
lacchè, servi, valletti carichi di mobili 
e vasi completando l'assetto della serra. 
Carlo Gérard, in livrea, entra, sostenendo 
con altri servi un azzurro e pesante sofà.) 

IL MAESTRO DI CASA 
Questo azzurro sofà là collochiam. 

(Gérard e i lacchè eseguono, poi il Maestro 
di Casa accenna verso le sale interne e vi 
entra seguito da tutti i lacchè, eccettuato 
Gérard, che inginocchiato avanti all'azzurro 
sofà, ne liscia le frange arricciatesi e ridona 
lucido alla seta rasata, sprimacciandone i cuscini) 

GÉRARD 
(al sofà) 
Compiacente a' colloqui del cicisbeo 
che a dame maturate porgeva qui la mano! 
Qui il Tacco rosso al Neo sospirando dicea: 
Oritia, o Clori, o Nice, incipriate 
vecchiette e imbellettate io vi bramo, 
ed anzi sol per questo, forse, io v'amo! 
Tal dei tempi è il costume! 

(Dal giardino si avanza trascinandosi 
penosamente un vecchio giardiniere curvo 
sotto il peso di un mobile. È il padre di Gérard. 
Questi gitta lo spolveraccio che tiene in mano 
e corre a porgere aiuto al padre, che tutto 
tremulo si allontana per contorti sentieri 
del giardino. Commosso Gérard guarda 
allontanarsi il padre.) 

Son sessant'anni, o vecchio, che tu servi! 
A' tuoi protervi, arroganti signori 
hai prodigato fedeltà, sudori, 
la forza dei tuoi nervi, 
l'anima tua, la mente, 
e, quasi non bastasse la tua vita 
a renderne infinita eternamente 
l'orrenda sofferenza, 
hai dato l'esistenza dei figli tuoi. 
Hai figliato dei servi! 

(asciuga le lagrime poi torna a guardare 
fieramente intorno a sè la gran serra) 

T'odio, casa dorata! 
L'immagin sei d'un mondo incipriato e vano! 
Vaghi dami in seta ed in merletti, 
affrettate, accelerate 
le gavotte gioconde e i minuetti! 
Fissa è la vostra sorte! 
Razza leggiadra e rea, 
figlio di servi, e servo, 
qui, giudice in livrea, 
ti grido: È l'ora della morte! 

(La Contessa, Maddalena e Bersi appaiono 
al di là dell'arco d'ingresso alla serra. 
La Contessa si sofferma a dare alcuni 
ordini al Maestro di Casa. Maddalena 
si avanza lentamente con Bersi.) 

MADDALENA 
Il giorno intorno già s'insera lentamente! 
In queste misteriose ombre 
forme fantastiche assumono le cose! 
or l'anime s'acquetano umanamente! 

GÉRARD 
(fra sè, guardando ammirato Maddalena) 
Quanta dolcezza ne l'alma tetra 
per te penetra! 
Anche l'idea muor, tu non muori giammai, 
tu, l'Eterna canzon! 

(La Contessa entra nella serra, e 
con fare altezzoso, guarda attentamente 
se e come è stata disposta.) 

CONTESSA 
(Entrando, seguito dei servi) 
Via, v'affrettate, e alle lumiere luce date! 

(I lacchè cominciano ad accendere i bracciali e 
a dar luce a tutta la serra. A poco a poco tutto
 sfolgora di luce allegra.) 

(a Gérard) 

E dite, tutto è pronto? 

GÉRARD 
Tutto! 

CONTESSA 
I cori? 

GÉRARD 
Stanno di già vestendosi.

CONTESSA 
E i suonatori? 

GÉRARD 
Accordan gli strumenti. 

CONTESSA 
(volgendogli le spalle) 
A momenti arriveranno gli ospiti. 

MADDALENA 
Uno è il signor Fléville ... 

CONTESSA 
Scrittore emerito.

MADDALENA 
E l'altro chi è? 

CONTESSA 
È l'Abatino! 

MADDALENA 
Uno vien dall'Italia?

CONTESSA 
Sì! Fléville, l'Abate da Parigi. 

(osservando che ancora sua figlia è in vestaglia) 

Ancor così? Maddalena! Ancor non sei vestita? 

(la accarezza e va ad esaminare se nulla 
manca anche nelle sale superiori. Gérard ed 
gli altri lacchè la seguono.
Bersi corre a Maddalena e si accoccola 
grottescamente ai suoi piedi con gesti 
strani e bizzarri:) 

BERSI 
Sospiri? 

MADDALENA 
Sì; io penso alla tortura 
del farsi belle! 

BERSI 
Sei tu che fai belle le vesti tue! 
Io le fo' brutte tutte! 

(gualcendo con rabbia le pieghe dalla veste) 

MADDALENA 
(s'avvicina a Bersi e la calma sorridendo) 
Soffoco, moro tutta chiusa 
in busto stretto 
a squame ombra di moro 
o in un corsetto, come s'usa 
in seta di nakara! 

BERSI 
Il tuo corsetto è cosa rara! 

MADDALENA 
L'orribile gonnella 
"coscia di ninfa bianca" 
m'inceppa e stanca, mi sfianca tutta, 
e, aggiungivi un cappello 
"Cassa di sconto" o quello alla "Basilio" 
od alla "Montgolfier", 
e tu sei sorda e cieca, 
e, nata bella eccoti fatta brutta. 

(coraggiosamente affrontando la Contessa che rientra. 
Da lontano si ode l'avvicinarsi delle visite.) 

Per stasera, pazienza! 
Mamma, non odi? 

CONTESSA 
Sono di già gli ospiti. 

MADDALENA 
Così mi metto: Bianca vesta 
ed una rosa in testa! 

(corre via seguita da Bersi 
Gli invitati entrano nella sala
a coppie. La Contessa li accoglie.) 

CONTESSA 
(alle dame) 
Oh! Come elegante ... 

(ad un cavaliere) 

e voi gentil galante,
Vera galanteria! 

(al marchese) 

A ben più d'una brama 
la vostra dama accender saprà l'esca! 

(ad una vecchia dama che abbraccia senza
cerimonia, che ha a cavaliere 
un grosso ecclesiastico) 

Appariscente e fresca sempre! 
Contessa, sempre, sempre la stessa! 

(Entrano tre personaggi: uno avanzato di età,
 il romanziere Fléville; 
un giovane imberbe, Chénier; 
uno senza età, il musicista Fiorinelli.) 

FLÉVILLE 
Commosso, lusingato a tanti complimenti 
e a questo, più, che omaggio ... 

(cerca la parola adatta) 

amabil persiflaggio! 
Ch'io vi presenti Flando Fiorinelli, 
cavaliere italiano e musico! 
Andrea Chénier, un che fa versi 
e che promette molto. 

(Entra l'Abate.) 

CONTESSA 
L'Abate! 

MADDALENA 
(rientrando) 
L'Abate! 

CONTESSA 
(a Maddalena) 
Finalmente! 

MADDALENA 
Da Parigi voi venite? 

L'ABATE 
Sì! 

CONTESSA 
Che novelle della corte? 

MADDALENA 
Dite? 

CONTESSA 
Presto! 

MADDALENA 
Noi curiose tutte siam! 
Presto! Dite! dite! 

(L'Abate, lusingato, bacia molte mani 
e fa inchini che sembrano genuflessioni:) 

L'ABATE 
Debole è il Re!

(La contessa lo serve
di una marmellata)

FLÉVILLE 
Ha ceduto? 

L'ABATE 
Fu male consigliato! 

CONTESSA 
Necker? 

L'ABATE 
Non ne parliamo! 

(Degusta la marmellata
sospirando in atto
di suprema afflizione)

GLI ALTRI
Quel Necker! 
Noi moriamo della curiosità! 

L'ABATE 
(Questa volta risolutamente a
marmellata penetrandovi con 
tutto il cucchiaio)
Abbiamo il terzo stato! 

GLI ALTRI
Ah! Ah! 

L'ABATE 
Ed ho veduto offender ... 

GLI ALTRI
Chi? 

L'ABATE 
... La statua di Enrico quarto! 

CAVALIERI 
Orrore! 

CONTESSA
Orrore! 

 MADDALENA 
Orrore!

CONTESSA 
Dove andremo a finire? 

L'ABATE 
Così giudico anch'io! 

CONTESSA 
Non temono più Dio! 

L'ABATE 
Assai, madame belle, sono dolente 
de le mie novelle! 

FLÉVILLE 
Passiamo la sera allegramente! 
Della primavera ai zefiri gentili 
codeste nubi svaniranno! 
Il sole noi rivedremo e rose e viole, 
e udremo ne l'aria satura de' fior 
l'eco ridir l'egloghe dei pastori. 

(Escono alcune pastorelle che in vaghe 
pose si fanno intorno a Fléville che 
meravigliato le guarda.) 

O soave bisbiglio! 

ALCUNI OSPITI 
È il vento! 

L'ABATE 
È zefiro! 

FLÉVILLE 
È mormorio di fonte! 

ALTRI OSPITI 
È fruscio d'ali! 

L'ABATE 
Un ruscelletto odo mormorar! 

FLÉVILLE 
(Scoppia quasi in pianto per 
la commozione e per la vanità)
È questo il mio romanzo! 

CORO DI PASTORI E PASTORELLE 
O Pastorelle, addio, addio, addio! 
Ci avviamo verso lidi ignoti e strani! 
Ahi! sarem lungi diman! 
Questi lochi abbandoniamo! 
Ahi! Non avrà fino al ritorno 
più gioie il cor! Ahi! Ahi! 
sarem lungi diman! 
O pastorelle addio,  
Ah! Sarem lungi diman! 

CAVALIERI
Ah! Ah! O bisbiglio divin!

CANTANTI
Ah! Addio! Addio! 

CONTESSA 
(Si avvicina a Chénier) 
Signor Chénier?

CHÉNIER 
Madama la Contessa? 

CONTESSA 
La vostra musa tace? 

CHÉNIER 
È una ritrosa che di tacer desia. 

CONTESSA 
(A Fléville)
La vostra musa è la malinconia! 

(si allontana agitando piccata il 
ventaglio, dicendo a Fléville:) 

Davver poco cortese! 

FLÉVILLE 
È un po' bizzarro! 

L'ABATE 
Musa ognor pronta 
è donna a molti vieta! 

(Maddalena ha sentito la risposta data da 
Chénier a sua madre che le sue amiche hanno
 vivacemente commentato; ora le raccoglie 
intorno a sè.) 

CONTESSA 
(Indicando l'Abate)
È ver! Ecco il poeta! 

(La Contessa prende il braccio all'Abatino e 
con lui si avvicina a Fiorinelli, inducendolo 
gentilmente al clavicembalo... Fiorinelli siede
 e suona.)

MADDALENA 
(alle sue amiche) 
Io lo farò poetare. Scommettiamo? 

(Intanto, Maddalena si avvicina a 
Chénier seguita dalle sue amiche.) 

Al mio dire perdono, ed al mio ardire! 
Son donna e son curiosa. 
Bramo di udire un'egloga da voi, 
o una poesia, per monaca o per sposa. 

AMICHE 
Per monaca o per sposa! 

CHÉNIER 
Il vostro desio è comando gentil! 
Ma, ohimè, la fantasia non si piega 
a comando o a prece umile; 
è capricciosa assai la poesia, 
a guisa dell'amor! 

(Alla parola "amore" Maddalena e le ragazze 
escono fuori in una risata. Fiorinelli interrompe; 
tutti si avvicinano al gruppo di Chénier e 
Maddalena.) 

CONTESSA 
Perchè ridete voi? 

OSPITI 
(uomini) 
Che c'è? Che c'è? 

AMICHE 
Udite! Udite, che il racconto è bello! ... 

MADDALENA 
(a sua madre) 
A tua preghiera, 
mamma, opponeva un rifiuto ... 

AMICHE 
Il poetino è caduto in un tranello! 

MADDALENA 
... Allor bizzarro pensier 
venne a me: ... 

AMICHE 
La vendetta! 

MADDALENA 
... Io dissi: scommettiamo? ... 

CONTESSA, OSPITI 
Di che cosa? 

MADDALENA 
... Che parlato avria d'amor. 

CONTESSA POI OSPITI 
Ebben? Ebben? 

MADDALENA 
(Imita Chénier)
Chiamò la Musa, 
e la implorata Musa 
per sua bocca ridisse la parola che a me, ... 

(ad un vecchio ridicolo) 

... voi, ... 

(a un abate) 

... e voi ... 

(a un marchese grasso) 

... e voi pur anco, ... 

(a un giovanotto strano per la sua bruttezza) 

... e voi mi diceste stasera...
senza Musa... 

CHÉNIER 
(pallidissimo) 
Colpito qui m'avete ov'io geloso celo 
il più puro palpitar dell'anima. 

(accenna al cuore) 

Or vedrete, fanciulla, qual poema 
è la parola "Amor", qui causa di scherno! 

(Sorpresi, tutti stanno curiosi ad udirlo.) 

Un dì all'azzurro spazio 
guardai profondo, 
e ai prati colmi di viole, 
pioveva loro il sole, 
e folgorava d'oro il mondo: 
parea la terra un immane tesor, 
e a lei serviva di scrigno il firmamento. 
Su dalla terra a la mia fronte 
veniva una carezza viva, un bacio. 
Gridai vinto d'amor: 
T'amo tu che mi baci, 
divinamente bella, o patria mia! 
E volli pien d'amore pregar! 
Varcai d'una chiesa la soglia; 
là un prete ne le nicchie 
dei santi e della Vergine, 
accumulava doni 
e al sordo orecchio 
un tremulo vegliardo 
invan chiedeva pane 
e invano stendea la mano! 

(L'Abate con lui altri abatini 
si levano scandalizzati:) 

Varcai degli abituri l'uscio; 
un uom vi calunniava 
bestemmiando il suolo 
che l'erario a pena sazia 
e contro a Dio scagliava 
e contro agli uomini 
le lagrime dei figli. 

(Tutti si sono arrabbiati contro Chénier. 
Gérard solo lo ascolta dal fondo della 
serra, agitatissimo. Gli altri fingono 
non udirlo.) 

In cotanta miseria 
la patrizia prole che fa? 

(a Maddalena) 

Sol l'occhio vostro 
esprime umanamente qui 
un guardo di pietà, 
ond'io guardato ho a voi 
si come a un angelo. 
E dissi: Ecco la bellezza della vita! 
Ma, poi, a le vostre parole, 
un novello dolor m'ha colto in pieno petto. 
O giovinetta bella, 
d'un poeta non disprezzate il detto: 
Udite! Non conoscete amor, 
amor, divino dono, non lo schernir, 
del mondo anima e vita è l'Amor! 

MADDALENA 
(a Chénier) 
Perdonatemi! 

(Chénier commosso si allontana e scompare,
mentre Maddalena esce) 

CONTESSA 
(scusando Maddalena) 
Creatura strana assai! 
Va perdonata! 
È capricciosa e un po' romantichetta. 

(il preludio di una Gavotta viene 
dall'alto della cantoria) 

Ma udite! 
È il gaio suon della gavotta. 
Su cavalieri! Ognun scelga la dama! 

(I servi fanno posto e i cavalieri e le dame 
si preparano alla danza... lontanissime appena
distinte si sentono venire avvicinandosi 
confuse cantilene.) 

VOCI LONTANE 
La notte il giorno portiamo intorno il dolore; 
siam genti grame che di fame si muor. 

(La Contessa fa interrompere la danza, 
tutti prestano orecchio al canto) 

Affamati, languenti, morenti, 
noi cadiam sovra suoli infecondi. 

(Gérard appare alla testa di una folla
 di gente stracciata e languente.) 

GÉRARD 
(Imitando il maestro di casa)
Sua grandezza la miseria! 

CONTESSA 
(livida dall'ira) 
Chi ha introdotto costoro? 

GÉRARD 
Io, Gérard! 

CONTESSA 
(ai suoi valletti) 
Questa ciurmaglia via! 

(a Gérard) 

E tu pel primo! 

GÉRARD 
Sì, me ne vo, Contessa! 
Questa livrea mi pesa 
ed è vile per me il pane che qui mi sfama! 

(intanto, il vecchio giardiniere, padre di Gérard 
accorre e si brutta in ginocchio avanti la contessa)

La voce di chi soffre a sé mi chiama! 
Vien padre mio, vien con me!

(Corre a rialzare suo padre) 

Perchè ti curvi ai piè 
di chi non ode voce di pietà? 

(strappandosi la livrea di dosso) 

Dalle mie carni giù, giù questa viltà! 

(Il Maestro di Casa, i servi, i lacchè, respingono 
la folla. La Contessa si lascia cadere sul sofà 
ansante dalla bile che la soffoca. Gérard 
costringe suo padre ad allontanarsi con lui) 

CONTESSA 
Quel Gérard! L'ha rovinato il leggere! 
Ed io, che tutti i giorni ... 
facevo l'elemosina ... 
e a non fare arrossire di sè la povertà ... 
perfin m'ho fatto un abito... 
costume di pietà! 

(Si lascia cadere come svenuta sull'azzurro sofà. 
Un gran da fare in tutti!... chi vuol somministrarle 
goccie del General Lamothe, chi d'Inghilterra, 
chi invece vuol slacciare il busto.
Questo la fa rinvenire.
Al Maestro di Casa che torna) 

Son tutti andati? 

MAESTRO DI CASA 
Sì. 

CONTESSA 
(agli invitati) 
Scusate! 
L'interrotta gavotta, mie dame, 
ripigliamo! Ritorni l'allegria! 

(Si dispongono nuovamente per la danza
e la gavotta continua) 
ACTO PRIMERO


(Salón de baile en el castillo de la
condesa de Coigny. El jardín de invierno.
Bajo las rígidas órdenes de un arrogante
y engalanado mayordomo, corren lacayos, 
criados y pajes cargados de muebles y jarrones
completando la disposición del invernadero. 
Carlos Gérard, en librea, entra,  sosteniendo, con 
otros criados, un pesado sofá azul)

MAYORDOMO 
Pongamos allí este sofá azul.

(Gérard y los lacayos lo hacen; más tarde 
el mayordomo señala hacia las salas interiores 
en las que entra seguido de todos los lacayos excepto
de Gérard, quien arrodillado delante del sofá azul, 
alisa los flecos y devuelve el brillo a la seda, 
arreglando los almohadones)

GÉRARD
(al sofá)
¡Complaciente a coloquios del amante
que ofrecía la mano a las damas maduras!
Aquí el del Tacón Rojo decía a la del lunar:
"¡Oritia.. o Cloris... o Nice... empolvadas
y pintadas, yo os deseo 
y, quizás sólo por eso, también os amo!"
¡Ésta es la costumbre de nuestro tiempo!

(Viene del jardín, arrastrándose 
penosamente, un viejo jardinero inclinado 
bajo el peso de un mueble. Es el padre de Gérard. 
Este arroja el plumero que tiene en la mano 
y corre a ayudar a su padre, que, 
tembloroso, se aleja por los senderos 
del jardín. Conmovido Gérard mira 
alejarse a su padre)

¡Sesenta años son, viejo, los que llevas sirviendo!
¡A tus malvados y arrogantes señores
has prodigado fidelidad, sudores,
la fuerza de tus nervios,
tu alma, tu mente...
y, como si no bastase tu vida
para hacer eternamente infinito
el sufrimiento horrible,
has dado la existencia de tus hijos...
has criado siervos!

(Se seca las lágrimas y después mirando 
con fiereza a su alrededor)

¡Te odio, casa dorada!
¡Eres la imagen de un mundo empolvado y vano!
¡Galanes hermosos, de seda y puntillas,
daos prisa, acelerad
las risueñas gavotas y minuetos!
¡Vuestra suerte está echada!
Raza graciosa y culpable,
este siervo hijo de siervos,
juez vestido de librea, te grita:
"¡Es la hora de la muerte!"

(La condesa, Magdalena y Bersi aparecen
más allá del arco de entrada al invernadero.
La condesa se detiene a dar algunas
órdenes al mayordomo. Magdalena
avanza lentamente con Bersi)

MAGDALENA
¡El día cae lentamente!
¡En estas sombras misteriosas
las cosas asumen formas fantásticas!
¡Ahora las almas se calman!

GÉRARD
(para sí, mirando a Magdalena con admiración)
¡Cuánta dulzura penetra por tu causa
en el alma sombría!
¡Aunque la idea muera, tú no morirás nunca,
tú, la Eterna Canción!

(La condesa entra en el invernadero, y 
con aire altanero, mira atentamente
como ha quedado todo dispuesto)

CONDESA
(entrando seguida de criados)
¡Rápido, daos prisa y encended la lámpara!

(Los lacayos comienzan a encender las lámparas
y a iluminarse todo el invernadero. Poco a poco
todo resplandece)

(a Gérard)

Y di... ¿está todo listo?

GÉRARD
¡Todo!

CONDESA
¿Los coros?

GÉRARD
Ya se están vistiendo

CONDESA
¿Y los músicos?

GÉRARD
Afinan los instrumentos.

CONDESA
(volviéndole la espalda)
Los invitados están a punto de llegar.

MAGDALENA
Uno es el señor Fléville.

CONDESA
Ilustre escritor.

MAGDALENA
Y el otro ¿quién es?

CONDESA
¡Es el joven abate!

MAGDALENA
¿Uno viene de Italia?

CONDESA
¡Sí! ¡Fléville; el abate de París.

(Viendo que su hija aún no se ha vestido)

¿Aún estás así? ¡Magdalena! ¿Aún no estás vestida?

(La acaricia y marcha para ver si 
aún falta algo en las salas superiores. Gérard y
los otros lacayos la siguen.
Bersi corre hacia Magdalena, y se acurruca
de forma grotesca a sus pies con gestos
extraños y raros )

BERSI
¿Suspiras?

MAGDALENA
¡Sí! ¡Pienso en la tortura
de tener que ponerme hermosa!

BERSI
¡Eres tú la que haces hermosos tus vestidos!
¡Yo los vuelvo todos feos!

(Arrugando con rabia los pliegues del vestido)

MAGDALENA
(se acerca a Bersi y la calma sonriendo)
¡Me ahogo... me muero
encerrada en una estrecha
faja de escamas oscuras,
o en un corsé,
a la moda, de seda nacarada!

BERSI
¡Tu corsé es una cosa muy hermosa!

MAGDALENA
La horrible falda
"muslo de blanca ninfa"
me estorba y me cansa, me irrita, 
y añádele un sombrero 
en forma de caja, o a lo "Basilio" 
o la "Montgolfier",
que te deja sorda y ciega,
y, aunque seas hermosa, acabas pareciendo fea.

(Enfrentándose con coraje a la condesa que regresa.
A lo lejos se oye acercarse a las visitas)

¡Por esta noche, tengamos paciencia!
¿Oyes, mamá?

CONDESA
¡Ya están aquí los invitados!

MAGDALENA
Me pondré un vestido blanco
y una rosa en la cabeza.

(Se marcha corriendo seguida de 
Bersi. Los invitados entran en la 
sala por parejas. La condesa los recibe)

CONDESA
(a las damas)
¡Oh, qué elegantes!

(A un caballero)

¡Y usted, amable y galante,
realmente galante!

(al marqués)

¡A más de uno vuestra dama
sabrá encender el deseo!

(a la vieja dama a la que se abraza 
sin reverencias, dama cuyo caballero 
es un gordo eclesiástico)

¡Joven y vistosa siempre!
¡Condesa, siempre, siempre la misma!

(Entran tres personajes. Uno de edad avanzada, 
es el novelista Fléville; 
un joven imberbe: Chénier; 
otro de edad indefinida, el músico Fiorinelli.)

FLÉVILLE
Conmovido, lisonjeado por tantos cumplidos
y por esta, más que homenaje...

(Busca la palabra idónea)

¡amable broma!
¡Le presento a Flando Fiorinelli,
caballero italiano y músico!
Andrea Chénier, que compone versos y...
que promete mucho.

(Entra el abate.)

CONDESA
¡El abate!

MAGDALENA
(vuelve a entrar)
¡El abate!

CONDESA
(a Magdalena)
¡Por fin!

MAGDALENA
¿Venís de París?

ABATE
Sí.

CONDESA
¿Qué nuevas hay en la corte?

MAGDALENA
¡Decid!

CONDESA
¡Rápido!

MAGDALENA
¡Estamos todas intrigadas!
¡Rápido! ¡Decid, decid!

(El Abate, halagado, besa multitud de manos
y hace inclinaciones que parecen genuflexiones)

ABATE
El rey es débil...

(La condesa le sirve 
personalmente unos dulces.)

FLÉVILLE
¿Ha cedido?

ABATE
¡Ha sido mal aconsejado!

CONDESA
¿Necker?

ABATE
¡No hablemos de eso!

(Degusta un poco de mermelada 
suspirando en actitud de 
suprema aflicción.)

LOS OTROS
¡Ese Necker!
¡Nos morimos de curiosidad!

ABATE
(atacando resueltamente la
mermelada, metiendo toda
la cuchara)
¡Tenemos el Tercer Estado!

LOS OTROS
¡Ah! ¡Ah!

ABATE
Y he visto ofender...

LOS OTROS
¿A quién?

ABATE
... ¡A la estatua de Enrique IV!...

CABALLEROS
¡Horror!

CONDESA
¡Horror!

MAGDALENA
¡Horror!

CONDESA
¿A dónde iremos a parar?

ABATE
¡Eso mismo pienso yo!

CONDESA
¡Ya no temen a Dios!

ABATE
¡Lamento mucho, hermosas damas, 
mis noticias!

FLÉVILLE
¡Pasemos la velada alegremente!
¡Con los aires gentiles de la primavera
estas nubes se desvanecerán!
Volveremos a ver el sol, y rosas y violetas,
y oiremos por el aire saturado de aroma
de flores el eco repetir las églogas de los pastores!

(Jóvenes mujeres vestidas de pastorcillas 
entran y rodean a Fléville, que las observa 
maravillado.)

¡Oh suave murmullo!

ALGUNOS INVITADOS
¡Es el viento!

ABATE
¡Es Céfiro!

FLÉVILLE
¡Es el murmullo de una fuente!

OTROS INVITADOS
¡Es un rumor de alas!

ABATE
¡Oigo murmurar un arroyuelo!

FLÉVILLE
(Lleno de vanidad casi rompe a 
llorar por la emoción)
¡Ahí va mi romance!

CORO DE PASTORES Y PASTORCILLAS
¡Oh pastorcillas, adiós, adiós, adiós!
¡Vamos hacia extrañas e ignoradas playas!
¡Mañana estaremos lejos!
¡Dejemos estos lugares!
¡Hasta el regreso no habrá más alegría
en el corazón! ¡Ay! ¡Ay!
¡Mañana estaremos lejos!
¡Oh pastorcillas, adiós!
¡Ay! ¡Ay! ¡Mañana estaremos lejos!

CABALLEROS
¡Oh murmullo divino!

CANTANTES
¡Ay! ¡Adiós! ¡Adiós!

CONDESA
(aproximándose a Chénier)
¿Señor Chénier?

CHÉNIER
¿Señora condesa?

CONDESA
¿Vuestra musa está callada?

CHÉNIER
Es una esquiva que desea estar callada.

CONDESA
(a Fléville)
¡Vuestra musa es la melancolía!

(Se aleja agitando el abanico,
diciendo a Fléville)

¡Realmente es poco amable!

FLÉVILLE
¡Es un poco raro!

ABATE
¡Musa siempre dispuesta es mujer 
vedada a muchos!

(Magdalena ha oído la respuesta de 
Chénier a su madre, vivamente 
comentada por sus amigas , que se
reúnen alrededor de ella)

CONDESA
(indicando al abate)
Cierto... ¡He aquí al poeta!

(La condesa toma del brazo al abate y 
se acerca con él a Fiorinelli, induciéndole 
gentilmente a tocar el clavicémbalo... Fiorinelli 
se sienta y toca)

MAGDALENA
(a sus amigas)
¡Yo le haré hacer versos! ¿Apostamos?

(Mientras tanto, Magdalena se acerca a 
Chénier seguida de sus amigas)

¡Disculpad mis palabras y mi osadía!
¡Soy mujer y soy curiosa!
Ansío oír una égloga vuestra,
o una poesía para monja o esposa.

AMIGAS DE MAGDALENA
Para monja o esposa.

CHÉNIER
¡Vuestro deseo es una orden gentil,
pero... ay... la fantasía no se doblega 
a órdenes ni a humildes ruegos...
¡la poesía es tan caprichosa
como el amor!

(Al oír la palabra "amor" Magdalena y sus amigas
salen  riendo; Fiorinelli interrumpe su 
ejecución musical; todos se acercan al grupo
de Chénier y Magdalena)

CONDESA
¿Por qué os reís?

INVITADOS
(hombres)
¿Qué pasa, qué pasa?

LAS AMIGAS DE MAGDALENA
¡Escuchad! ¡Escuchad que la cosa tiene gracia! 

MAGDALENA
(a su madre)
A tu ruego, 
mamá, ha opuesto un rechazo...

LAS AMIGAS DE MAGDALENA
El poetilla ha caído en la trampa.

MAGDALENA
...Entonces se me ocurrió 
una extraña idea...

AMIGAS
¡La venganza!

MAGDALENA
...Yo dije: ¿apostamos?...

CONDESA E INVITADOS
¿Sobre qué?

MAGDALENA
...Que hablaría de amor.

CONDESA E INVITADOS
¿Y bien? ¿Y bien?

MAGDALENA
(imitando a Chénier)
¡Llamó a la musa!
Y la implorada musa
ha repetido por su propia boca la palabra...

(volviéndose a un viejo ridículo)

... que vos...

(a un clérigo)

... y vos...

(a un gordo marqués)

... y vos también...

(a un jovenzuelo extraño por su fealdad)

... y vos me habéis dicho esta noche...
sin musa!...

CHÉNIER
(muy pálido)
Me habéis golpeado donde yo oculto celoso
el más puro palpitar de mi alma.

(Señala el corazón)

¡Ahora veréis, muchacha, qué poema es la
palabra "Amor" que aquí es motivo de burla!

(Sorprendidos, todos lo escuchan con curiosidad)

Un día miré el 
profundo espacio azul,
y sobre los prados llenos de violetas
llovía el oro del sol y 
brillaba de oro el mundo; 
la Tierra parecía un inmenso tesoro, 
y el firmamento le servía de cofre. 
De la tierra a mi frente 
llegó una caricia, un beso. 
¡Grité, ganado por el amor: 
Te amo, a ti que me besas, 
patria mía divinamente hermosa! 
¡Y, lleno de amor, quise rezar!
Crucé el umbral de una iglesia; 
un cura, en las hornacinas 
de los santos y de la Virgen, 
acumulaba dones 
y a su sordo oído 
un viejo tembloroso 
pedía pan en vano, 
y en vano tendía la mano!

(El abate y con él otros abates 
se levantan escandalizados)

¡Crucé d umbral de las viviendas. 
Un hombre, blasfemando, 
maldecía la tierra 
que apenas le daba para el erario, 
y contra Dios 
y los hombres arrojaba 
las lágrimas de sus hijos!

(Todos gesticulan vivamente rojos de ira 
contra Chénier. Sólo Gérard lo escucha 
desde el fondo del invernadero, muy agitado.
Los demás fingen no escucharlo)

Entre tanta miseria, 
¿qué hace la gente distinguida?

(a Magdalena)

Sólo vuestros ojos 
expresan humanamente 
una mirada de piedad,
en la que os he visto 
como a un ángel.
Y he dicho: "¡Ésta es la belleza de la vida!"
Pero luego, con vuestras palabras,
un nuevo dolor me ha golpeado en pleno pecho.
¡Oh jovencita hermosa,
no despreciéis lo que os dice un poeta.
¡Oíd! ¡No conocéis el amor,
el amor, don divino, no lo escarnezcáis,
alma y vida del mundo es el amor!

MAGDALENA
(a Chénier)
¡Perdonadme!

(Chénier, conmovido, se aleja y desaparece,
mientras Magdalena se va)

CONDESA
(perdonando a Magdalena)
¡Criatura extraña! 
¡Está perdonada!
Es caprichosa y un poco romántica.

(El preludio de una música 
se oye a lo lejos)

¡Pero oíd!
Es el son alegre de la gavota.
¡Vamos, caballeros! ¡Que cada cual elija su dama!

(Los criados dejan sitio; caballeros y damas 
se preparan para la danza. A lo lejos, 
apenas se distingue cómo se acercan 
confusas cantinelas.)

VOCES LEJANAS
¡Noche y día nos acompaña el dolor! 
Somos gente dolorida que se muere de hambre. 

(La condesa interrumpe el baile, 
todos escuchan el canto.)

¡Hambrientos, desfallecidos, moribundos 
caemos en tierras yermas! 

(Aparece Gérard al frente de una multitud 
desarrapada y desfallecida.)

GÉRARD
(imitando los gestos de un mayordomo)
¡Su grandeza la miseria!

CONDESA
(lívida por el enfado)
¿Quién ha introducido a esta gente?

GÉRARD
¡Yo, Gérard!

CONDESA
(a sus lacayos)
¡Fuera esta chusma!

(a Gérard)

¡Y tú el primero!

GÉRARD
¡Sí, condesa, me voy!
¡Esta librea me pesa,
y es vil para mí el pan que aquí me alimenta!

(El viejo jardinero, padre de Gérard, 
acude y se pone de rodillas ante la condesa.)

¡La voz de los que sufren me llama! 
¡Ven, padre mío, ven conmigo!

(Corre a levantar a su padre)

¿Por qué te inclinas a los pies 
de quien no escucha voces de piedad?

(arrancándose la librea)

¡Fuera de mi cuerpo, fuera, esta vergüenza!

(El mayordomo, los criados, los lacayos rechazan 
a la multitud. La condesa se deja caer sobre el sofá, 
jadeante por el enfado que la sofoca. Gérard 
obliga a su padre a marcharse con él.)

CONDESA
¡Ese Gérard!... ¡La lectura lo ha arruinado!
Y yo, que todos los días... 
daba limosnas...
y para no hacerles sonrojar por su pobreza...
incluso me hice un vestido...
¡un vestido de piedad!

(Se deja caer como desmayada sobre el sofá azul.
Un gran revuelo de todos... unos quieren darle las
gotas inglesas del General Lamothe, mientras
que otros quieren desabrocharle el vestido.
Esto la hace volver en sí.
Al mayordomo que regresa)

¿Se han ido todos?

MAYORDOMO
Sí.

CONDESA
(a sus invitados)
¡Perdonad! 
¡Reemprendamos, señoras, la gavota 
interrumpida! ¡Que vuelva la alegría!

(Los invitados toman de nuevo sus 
posiciones y la gavota continúa.)

 

ATTO SECONDO

 
(Giugno, 1794. Parigi. A destra un altare 
dedicato a Marat. A sinistra la terrazza 
dei Feuillants e il caffè Hottot, dove si 
scorgono a Bersi e l'Incredibile. 
Nel fondo l'ex Cours-la-Reine 
che attraversa diagonalmente la scena,
allargandosi alla destra e stringendosi
alla sinistra, difeso dalla Senna, 
che gli scorre parallela da parapetto,
 platani; lanterne. Di scorcio, 
il ponte Péronnet che attraversa la Senna 
e conduce al palazzo dei Cinquecento. 
Presso all'altare stanno il sanculotto Mathieu, 
detto "Populus", e suo amico Orazio Coclite. 
Andrea Chénier siede tutto solo in un 
tavolino in disparte.) 

MATHIEU 
(spolverando il busto di Marat) 
Per l'ex inferno! ecco ancor 
della polvere sulla testa di Marat! 

(Dal ponte Péronnet e dagli sbocchi dell'ex 
Cours-la-Reine, pei giardini delle Tuileries 
si rovesciano dei ragazzi rivenditori di giornali, 
urlando e agitando in alto colle mani i giornali 
che vendono. Mathieu compera un giornale e 
siede comodamente col suo indivisibile Orazio 
Coclite sui gradini del Reposoir Marat 
per leggerlo.) 

M'ha appioppato un giornale 
di cinque mesi fa!

(ride. Bersi si accorge di essere spiata da un 
Incredibile e gli si rivolge guardandolo fisso 
negli occhi.) 

BERSI 
(Al Incredibile)
È ver che Robespierre allevi spie? 

(L'Incredibile a sua volta fissa 
audacemente Bersi:) 

L'INCREDIBILE 
Vuoi dire cittadina, 
Osservatori dello spirito pubblico. 

BERSI 
Come tu vuoi. 

L'INCREDIBILE 
Non so, nè lo posso sapere. 

(fissa ancora Bersi che arrossisce) 

Hai tu a temere? 

BERSI 
(rimettendosi) 
Temer? Perchè? Perchè temer dovrò? 
Non sono, come te, 
una vera figlia autentica della Rivoluzione? 
Amo viver così!...Vivere in fretta 
di questa febbre gaia d'un godere rapido,
acuto e quasi incosciente! ..
Qui il gioco ed il piacere... 
là la morte! 
Qui il suon delle monete e il Biribisso! 
Laggiù il cannone e il rullo dei tamburi! 
Qui inebria il vino...
laggiù inebria il sangue! 
Qui riso e amore, 

(indica il palazzo dei Cinquecento) 

là si pensa e s'odia! 
Qui la meravigliosa 
che brinda collo sciampagna, 
le mercantine là e le pescivendole 
e la carretta di Sanson che passa! 

(Bersi afferra un bicchiere colmo di sciampagna, 
additando verso l'ex Cours-la-Reine di dove sbocca
 il "piccolo paniere" carico di condannati 
condotti alla ghigliottina. Grida della moltitudine.
 Tutti corrono via dietro la carretta dei 
condannati che passa) 

L'INCREDIBILE 
(Tra sè, guardando dietro a la Bersi, mentre si
 allontanata)
No, non m'inganno! 
Era proprio con lei la bella bionda! 
Ho scovato la traccia!

(estrae di tasca un piccolo taccuino
 e vi scrive su rapidamente) 

La cittadina Bersi, fare sospetto; 
di corruzione non spontanea; 
guardò Chénier di sott'occhi. 
Osservarla! 
Andrea Chénier per qualche ora 
in attesa con febbril ansia evidente. 
Osservarlo! 

(si allontana. Roucher entra dal Cours-la-Reine.) 

CHÉNIER 
(vedendolo) 
Roucher! 

ROUCHER 
Chénier! 
Tutto il giorno ti cerco! 

(gli mostra un foglio) 

La tua salvezza io tengo... 

CHÉNIER 
Un passaporto? 

ROUCHER 
Qui tutto intorno è periglio per te. 
La tua preziosa vita salva... parti! 

CHÉNIER 
Il mio nome mentir ... Fuggire! 

ROUCHER 
Ten prego, Chénier! 

CHÉNIER 
No!...Credi al destino?... Io credo!...
Credo a una possanza arcana 
che benigna o maligna i nostri passi 
or guida or svia
pei diversi sentieri de l'esistenza umana!
Una possanza che dice a un uomo: 
"Tu sarai poeta!"
A un altro: 
"A te una spada, sii soldato!"
Or bene, il mio destino forse qui vuolmi...
Se quel che bramo mi si avvera, resto!. 

ROUCHER 
Se non si avvera?...

CHÉNIER 
Allora partirò! 
E questo mio destino si chiama amore. 
Io non ho amato ancor, 
pure sovente nella vita 
ho sentita sul mio cammin vicina 
la donna che il destin fa mia; 
bella, ideale, divina come la poesia; 
passar con lei sul mio cammin l'amor! 
Sì, più volte ha parlato 
la sua voce al mio cuore; 
udita io l'ho sovente 
con la sua voce ardente dirmi: 
"Credi all'amor; Chénier, tu sei amato! "

(preso sottobraccio Roucher lo 
allontana dal caffè Hottot) 

Da tempo mi pervengono strane lettere 
or soavi, or gravi,
or rampogne or consigli! 
Scrive una donna misteriosa ognora. 
In quelle sue parole vibra un'anima! 
Chi sia, indagato ho in vano!

ROUCHER 
Ancor? 

CHÉNIER 
Finora! 

(gli mostra una lettera) 

Ma or guarda! 

ROUCHER 
(legge) 
Qui un ritrovo?

CHÉNIER 
Ah, la vedrò! 

ROUCHER 
La misteriosa alfin solleva il velo. 

(Gli occhi fissi sulla lettera)

Vediam. 

(l'esamina e sorride
 ironicamente alla firma "Speranza") 

Calligrafia invero femminil! 
Carta elegante! 

(fiuta la lettera) 

Ma, ohimè, 
profumo alla rivoluzione! 

(restituendo la lettera) 

Questo gentil biglietto, 
a profumo di rosa provocatore, 
Chénier, io non m'inganno, 
lo giuro, esce da un salottino 
troppo noto all'amore; 
Chénier, te l'assicuro, 
il tuo destino ti ha dato il cuor 
d'una Meravigliosa! 
Riprendi il passaporto e...
via la lettera! 

CHÉNIER 
Non credo! 

ROUCHER 
La femminil marea parigina 
in onde irrequiete or qui rovescia! 
Io le conosco tutte!. 
Passeranno, ed io ti mostrerò 
la bella misteriosa! 

(Intanto presso il ponte si accalca gran folla
 nell'attesa dell'uscita dei Rappresentanti,
 i Cinquecento, e la bussola del patriottismo, 
Massimiliano Robespierre.) 

CHÉNIER 
Una meravigliosa 
la divina creatura 
dal mio pensier sognata?... 
Qui s'infrange la mia vita. 
Ah! mio bel sogno addio! 

ROUCHER 
Una caricatura! Una moda! 
La tua divina soave poesia 
in fisciù alla "Bastiglia"! 
e con rimesse chiome! 
e il nero alla ciglia! 

CHÉNIER 
Addio bel sogno!
Accetto il passaporto!...

ROUCHER 
(Offrendogli il passaporto)
È provvido consiglio! 

(I Rappresentanti i Cinquecento
escono il palazzo, poi segue 
Robespierre) 

Vedi? Dal ponte Péronnet 
s'agglomera la folla. 

CHÉNIER 
La eterna cortigiana! 
Vi si schiera per curvare la fronte 
al nuovo iddio! 

LA FOLLA 
Ecco laggiù Gérard! 
Viva Gérard! 

(Gérard saluta, ma ad un cenno 
dell'Incredibile esce premuroso 
dalle file dei Rappresentanti e gli si 
avvicina lasciandosi trarre da lui in disparte.) 

MATHIEU E SEGUITO 
(vedendo comparire Robespierre) 
Viva Robespierre! Evviva! 

L'INCREDIBILE 
(a Gérard) 
La donna che mi hai chiesto di cercare 
è bianca o bionda? 

CHÉNIER 
(A Roucher, accennando a Robespierre) 
Egli cammina solo. 

GÉRARD 
(all'Incredibile) 
Azzurro occhio di cielo 
sotto una fronte candida; 
bionda la chioma con riflessi d'or;... 
Una dolcezza in viso...

ROUCHER 
(a Chénier) 
E quanto spazio ad arte 
fra il nume e i sacerdoti! 
Ecco Tallien! 

LA FOLLA 
Barère!... Collot d'Herbois!... 
Quello è Couthon!... Saint-Just! David!

CHÉNIER 
(a Roucher)
L'enigma! 

LA FOLLA 
Tallien!... Fréron!... Barras!... Fouché!... 
Le Bas!... Thuriot!... Carnot!... 
¡Robespierre!

GÉRARD 
... ed un sorriso di donna non umano;... 
... nel suo vestir modesto; 
pudico velo 
sovra il tesoro ... 

ROUCHER 
(A Chénier)
Ultimo vedi? 

CHÉNIER 
Robespierre il piccolo! 

GÉRARD 
... d'un seno vergineo, 
ed una bianca cuffia sulla testa. 
Dammi codesta creatura vaga! 
Ti dissi: Cerca! Indaga! 
Dinanzi mi è passata qual baleno un dì, 
ma poscia l'ho perduta! 
Or più non vivo; peno! 
Mi salva tu da questa angoscia 
e tutto avrai! 

L'INCREDIBILE 
Stasera la vedrai! 

(Appare una schiera di Meravigliose,
 ultima Bersi) 

ROUCHER 
(a Chénier) 
Eccole! Strani tempi! 

(Indicando i Rappresentativi)

Là vanno i pensatori. 
Qui que' visi giocondi: 
di qui facile cosa 
scoprir la misteriosa! 

CHÉNIER 
Partiam! 

ROUCHER 
Guarda! 

(Incomincia a farsi buio.) 

BERSI 
(a Roucher) 
Non mi saluti? 

(rapidamente gli sussurra) 

Trattieni qui Chénier. 
Sono spiata! 

ROUCHER 
Sta ben. 

L'INCREDIBILE 
(entrando)
Procace Bersi, qui sono ancor per te! 
Meco giù scendi? 

BERSI 
Per poco?

CHÉNIER 
Una meravigliosa! 

L'INCREDIBILE 
Non ti chiedo che una Trenitz. 

ROUCHER 
(a Chénier)
Ho indovinato?

BERSI 
Perchè no?

CHÉNIER 
(a Roucher)
Che mi vuol dir? 

L'INCREDIBILE 
Scendiam? 

BERSI 
Scendiam! 

(segue l'Incredibile nei sotterranei del Caffè) 

ROUCHER 
È sera... Ora propizia. 
E all'alba di domani via!... in cammino!...

CHÉNIER 
O mio bel sogno addio! 

(Bersi ritorna. L'Incredibile appare dietro 
un vaso di fiori e osserva e ascolta.) 

BERSI 
Andrea Chénier! 
Fra poco, a te, una donna minacciata 
da gran periglio qui verrà.

(indica l'altare di Marat) 

Là attendi! 

(L'Incredibile scompare rapidamente dentro il Caffè.) 

CHÉNIER 
(trattenendola) 
Dimmi il suo nome! 

BERSI 
Il suo nome... Speranza! 

CHÉNIER 
Io là verrò! 

(Bersi fugge via.) 

ROUCHER 
La ignota tua scrittrice? 
No... è un tranello! È un agguato! 

CHÉNIER 
M'armerò! 

(si allontana bruscamente da 
lui per l'ex Cours-la-Reine) 

ROUCHER 
(Tra sè)
Ah, veglierò su lui! 

(È notte. Si accendono i lampioni del ponte 
e quelli dell'imboccatura del Cours-la-Reine. 
Appariscono tre pattuglie da diverse direzioni,
percorrendo lentamente le vie. Mathieu riappare
e viene a dar lume alla lanterna dell'altare 
di Marat.) 

MATHIEU 
(canterellando la Carmagnola) 
La-la la-la la-la, ecc. 

(Si allontana. Le pattuglie pure scompaiono.
L'Incredibile esce guardingo dal Caffè e va a
porsi allo sbocco della via laterale al Caffè 
nascondendosi dietro l'angolo.) 

L'INCREDIBILE 
Ecco il mio piano è fatto!... Ora attendiamo! 

(Sul ponte Péronnet appare una forma di donna, 
che si avanza cautamente. È Maddalena, 
vestita da officiosa.) 

MADDALENA 
Ecco l'altare... 

(si guarda intorno, impaurita da quel silenzio) 

Ancor nessuno... Ho paura... 

(L'Incredibile guarda, ritraendosi giù per l'ex 
Cours-la-Reine. Infatti di là appare l'ombra 
di un uomo avvolto in un ferraiolo a pellegrina.) 

È lui! Andrea Chénier! 

CHÉNIER 
Son io. 

(Maddalena tenta parlare, ma la commozione 
sua è grande e non può profferir parola. Chénier è 
sorpreso dal silenzio) 

Deggio seguirti? 

(Maddalena nega con un gesto)

Sei mandata? 
Di', chi mi brama. 

MADDALENA 
(appoggiandosi tremante all'altare,
con voce molto debole) 
Io! 

CHÉNIER 
(ingannato dall'abbigliamento) 
Tu? Ebben chi sei? 

(L'Incredibile cautamente si porta più vicino 
ai due, nascondendosi dietro un albero.) 

MADDALENA 
Ancor ricordi! 

CHÉNIER 
(cerca nella memoria) 
Sì, mi ricordo.

(Per richiamarglisi alla mente, Maddalena ricorda 
le parole che Chénier le ha rivolto la sera del loro 
incontro al castello di Coigny:) 

MADDALENA 
"Non conoscete amor!"... 

CHÉNIER 
(a quel soave ricordo, sorpreso si entusiasma) 
Nuova questa voce non mi parla! 

MADDALENA 
"... Amor, divino dono non lo schernir". 

CHÉNIER 
Ch'io vi vegga! 

MADDALENA 
(Scostando la mantiglia)
Guardatemi! 

(si avanza sotto la luce della lampada che 
arde davanti all'altare di Marat) 

CHÉNIER 
Ah, Maddalena di Coigny! ... 
Voi? Voi! 

L'INCREDIBILE 
(tra sè)
Sì lei! la bionda! Or tosto da Gérard!

(cautamente si allontana) 

MADDALENA 
Guardate là... Un'ombra! 

(Chénier va all'angolo dove 
prima era l'Incredibile, 
ma non vede alcuno.) 

CHÉNIER 
Nessuno! 
Pur questo loco è periglioso. 

MADDALENA 
Fu Bersi che l'ha scelto. 
Se un periglio ne minaccia, 
sono un'officiosa che le viene 
a recar la sua mantiglia. 

CHÉNIER 
La mia scrittrice? 
Voi la ognor celata amica mia, 
ognor fuggente? 

MADDALENA 
Eravate possente, 
io invece minacciata; 
pur nella mia tristezza pensai sovente 
d'impetrar da voi pace e salvezza, 
ma non l'osai! 
E ognora il mio destin 
sul mio cammin vi sospingea! 
Ed io vi vedeva e ognor pensavo voi 
come a un fratello! 
E allora vi scriveva 
quanto il cuore o il cervello 
dettavami alla mente. 
Il cuor che mi dicea che difesa avreste 
quella che v'ha un giorno offesa! 
Al mondo Bersi sola mi vuol bene 
è lei che m'ha nascosta. 
Ma da un mese v'ha chi mi spia 
e m'insegue. 
Ove fuggir? 
Fu allora che pure voi non più 
potente seppi... e son venuta. 
Udite! Son sola! 
Son sola e minacciata! 
Son sola al mondo! Ed ho paura! 
Proteggermi volete? 
Spero in voi! 

CHÉNIER 
Ora soave, sublime ora d'amore! 
Possente l'anima sfida il terrore! 
Mi fai puro il cuore d'ogni viltà! 
Bramo la vita e non temo la morte! 
Ah rimani infinita! 

MADDALENA 
Vicina nei perigli? Vicina nel terror? 

CHÉNIER 
Al braccio mio non più timore! 
Fino alla morte insieme? 

MADDALENA
Fino alla morte insieme! 

CHÉNIER 
Fino alla morte insieme!

MADDALENA 
Ah! Ora soave, sublime ora d'amore! 
Possente l'anima sfida il terrore! 

CHÉNIER 
Mi fai puro il cuore...

MADDALENA 
Mi fai puro il cuore...

CHÉNIER, POI MADDALENA
Non temo la morte...

CHÉNIER E MADDALENA
non temo! Ora soave! 
Fino alla morte insiem! 

(Gérard appare, corre verso di loro seguito
 dall'Incredibile.) 

GÉRARD 
Maddalena di Coigny! 

MADDALENA 
(Riconoscendolo con un grido)
Gérard! 

GÉRARD 
A guisa di notturna 
io vi ritrovo! 

CHÉNIER 
Segui per la strada tua! 

GÉRARD 
(fa per strappargli Maddalena) 
È merce proibita! 

(Chénier leva rapidamente lo stocco dentro 
al bastone e ne sferza il viso a Gérard, che dà 
un grido di rabbia e di dolore. Vedendo accorrere
Roucher gli addita Maddalena.) 

CHÉNIER 
(a Roucher) 
Salvala! 

(Roucher s'allontana con Maddalena.) 

GÉRARD 
(all'Incredibile) 
Inseguila! 

(sguaina la spada, si getta contro Chénier.
Roucher spiana contro l'Incredibile un paio 
di pistole da tasca; la spia arretra.) 

ROUCHER 
Bada! 

L'INCREDIBILE 
(Tirando fuori la sua spada)
Alla sezione! 

(fugge) 

GÉRARD 
(buttandosi contro Chénier) 
Io ti rubo a Sanson! 

CHÉNIER 
(deridendolo, mentre loro combattono) 
Tu non sei che un frate! Sei Chabot? 

GÉRARD 
Ah! 

(cade ferito sui gradini dell'altare di Marat) 

Sei Chénier... Fuggi! 
Il tuo nome Fouquier-Tinville ha scritto. 
Va! Proteggi Maddalena! 

(Chénier fugge e l'Incredibile
ritorna con soldati.) 

L'INCREDIBILE 
(lontano) 
Al ponte Péronnet! 

(Da tutte le parti irrompe gente. 
L'Incredibile conduce guardie nazionali:) 

MATHIEU 
(Riconoscendo Gérard)
Gérard ferito?! 

LA FOLLA 
Ferito? 

L'INCREDIBILE 
Il feritore... 

LA FOLLA 
Il feritore? 

(Gérard si solleva con uno sforzo e guardando 
l'Incredibile gli impedisce di parlare.) 

GÉRARD 
Ignoto! 

(sviene) 

MATHIEU 
(sui gradini dell'altare) 
L'han fatto assassinare i Girondini! 

LA FOLLA 
Morte! Morte ai Girondini! Morte! 


ACTO SEGUNDO


(Junio, 1794. París. A la derecha, en primer plano, 
un altar dedicado a Marat. A la izquierda, la Terrasse 
des Feuillants, en los jardines de las Tullerías, 
y el Café Hottot, donde se distingue a Bersi 
y el Increíble. Al fondo, el ex Cours-la-Reine 
que atraviesa diagonalmente la escena, 
ensanchándose a la derecha y estrechándose 
a la izquierda, protegido del Sena, que 
discurre paralelo, por un parapeto con 
plátanos y farolas. En escorzo, oblicuamente, 
el puente de Perronet, hoy llamado de la 
Concorde, que atraviesa el Sena y conduce 
al palacio de los Quinientos. Cerca del altar 
están el sans-culotte Mathieu, llamado 
Populos y el carmañola Horacio Cocles.
Andrea Chénier esta sentado solo en una mesita)

MATHIEU
(quitando el polvo al busto de Marat)
¡Por el ex infierno! ¡Otra vez hay 
polvo en la cabeza de Marat!

(Del puente de Perronet y de las calles que 
desembocan  en el ex Cours-la-Reine, y los jardines 
de las Tullerías, se desparraman, aullando a voz 
en grito niños vendedores de periódicos, y agitando 
con la mano en alto los periódicos. Mathieu compra 
un periódico y se sienta cómodamente con su amigo
Horacio Cocles en los escalones del altar Marat
a leerlo.)

¡Me ha colocado un diario 
de hace cinco meses!

(Ríe. Bersi se da cuenta que es espiada por
un Increíble y se vuelve mirándolo fijamente
a los ojos)

BERSI
(al Increíble)
¿Es cierto que Robespierre instruye espías?

(El Increíble a su vez la mira 
audazmente a Bersi)

INCREÍBLE
Quieres decir, ciudadana,
"observadores del espíritu público".

BERSI
Como quieras.

INCREÍBLE
¡No sé, ni lo puedo saber!

(De nuevo mira fijamente a Bersi que enrojece)

¿Tienes algo que temer?

BERSI
(reponiéndose)
¿Temer? ¿Por qué? ¿Por qué he de temer?
¿No soy, como tú,
una auténtica hija de la Revolución?
¡Me gusta vivir así!... ¡Vivir de prisa,
con esta fiebre alegre que da un gozo rápido,
intenso y casi inconsciente!...
¡Aquí el juego y el placer... 
allá la muerte!
¡Aquí el son de las monedas y los brindis!
¡Allá abajo el cañón y el redoble de tambores!
¡Aquí embriaga el vino...
allá abajo embriaga la sangre!
Aquí risas y amor;

(señalando el palacio de los Quinientos)

allá se piensa y se odia!
¡Aquí la Maravillosa
que brinda con champán;
las vendedoras allá y las pescaderas
y la carreta de Sansón que pasa!

(Bersi coge un vaso lleno de champán,
señalando hacia el ex Cours-la-Reine donde aparece
el "pequeño cesto" lleno de condenados que
son llevados a la guillotina. Gritos de la multitud. 
Todos corren tras la carreta de los condenados
 que cruza por el fondo)

INCREÍBLE
(para sí, mirando por detrás a Bersi mientras 
se aleja)
¡No, no me engaño!
¡Estaba en verdad con ella la hermosa rubia! 
¡He descubierto la pista! 

(Saca del bolsillo una pequeña libreta 
y escribe en ella rápidamente)

La ciudadana Bersi causa sospecha 
de corrupción premeditada: 
ha mirado a Chénier de reojo. 
¡Observarla! 
Andrea Chénier, expectante en 
todo momento con ansia febril evidente. 
¡Observarlo!

(Se aleja. Entra Roucher desde el Cours-La-Reine.)

CHÉNIER
(viéndolo)
¡Roucher!

ROUCHER
¡Chénier!
¡Todo el día buscándote!

(Le muestra un papel.)

¡Tengo tu salvación!...

CHÉNIER
¿Un pasaporte?

ROUCHER
¡Aquí todo son peligros para ti!
¡Salva tu preciosa vida... vete!

CHÉNIER
¡Falsear mi nombre!... ¡Huir!

ROUCHER
¡Te lo ruego, Chénier!

CHÉNIER
¡No!... ¿Crees en el destino?... ¡Yo sí!...
Creo en una potencia oculta
que, benigna o maligna, guía nuestros pasos
o los desvía
por los diversos senderos de la existencia humana!
Una potencia que dice a un hombre:
"¡Tú serás poeta!"
A otro: 
"¡Para ti una espada, sé soldado!"
¡Pues bien, mi destino acaso me quiere aquí!...
¡Si aquello que deseo se hace realidad, me quedo!

ROUCHER
¿Y si no se hace?...

CHÉNIER
¡Entonces me iré!
Y este destino mío se llama amor.
¡Yo no he amado aún!
Y, sin embargo, bien a menudo en la vida
he sentido pasar cerca de mi camino
la mujer que el destino hace mía;
¡bella, ideal, divina como la poesía;
el amor pasa con ella por mi camino!
Sí, muchas veces le ha hablado
su voz a mi corazón:
a menudo yo la he oído
decirme con su voz ardiente:
"¡Cree en el amor, Chénier, eres amado!"

(Coge por el brazo a Roucher y
lo aleja del Café Hottot)

¡Hace tiempo que recibo unas cartas extrañas,
a veces tiernas, otras graves,
a voces reproches, otras consejos!
¡Escribe una mujer misteriosa!
¡En aquellas palabras suyas vibra un alma!
¡He indagado en vano quién pueda ser!

ROUCHER
¿Y te sigue escribiendo?

CHÉNIER
¡Hasta ahora!

(Le muestra una carta a Roucher.)

¡Pero mira!

ROUCHER
(leyendo)
¿Una cita, aquí?

CHÉNIER
¡Ah! ¡La veré!

ROUCHER
¡La misteriosa se levanta por fin el velo!

(Mirando fijamente la carta)

¡Veamos!

(La examina y sonríe
con ironía al ver la firma "Esperanza")

¡Caligrafía realmente femenina!
¡Papel elegante!

(Huele lo carta.)

¡Pero vaya, 
perfume de la Revolución! 

(Devolviéndole la carta)

Este gentil billete 
tiene perfume de rosa, provocador; 
Chénier, yo no me engaño, 
te lo juro, sale de un saloncito 
que sabe demasiado del amor;
Chénier, te lo aseguro,
tu destino te ha dado el corazón 
de una Maravillosa! 
¡Vuelve a coger el pasaporte y... 
tira la carta!

CHÉNIER
¡No lo creo!

ROUCHER
¡La femenina marea de París
rompe por aquí en movidas oleadas!
¡Yo las conozco a todas!
¡Pasarán y yo te mostraré a la
bella misteriosa!

(Mientras tanto, cerca del puente se apiña un gran 
gentío en espera de la salida de los Representantes,
los Quinientos, y la brújula del patriotismo,
Maximiliano Robespierre)

CHÉNIER
¿Una Maravillosa
la divina criatura soñada
de mi pensamiento?...
Aquí se quiebra mi vida.
¡Ah! ¡Bello sueño mío, adiós!

ROUCHER
¡Una caricatura! ¡Una moda!
¡Tu divina tierna poesía
en blusa tipo "Bastilla"!
¡Y con cabellera postiza
y rímel en las pestañas!

CHÉNIER
¡Adiós, sueño hermoso!
¡Acepto el pasaporte!...

ROUCHER
(ofreciéndole el pasaporte)
¡Sabia decisión!

(Representantes de los Quinientos 
abandonan el palacio, seguidos por 
Robespierre)

¿Ves? Desde el puente Perronet 
se agolpa la multitud.

CHÉNIER
¡La eterna cortesana!
¡Formando para inclinar la cabeza
ante el nuevo dios!

MULTITUD
¡Mirad, allá abajo, a Gérard!
¡ Viva Gérard!

(Gérard saluda a la multitud, pero a una 
señal del Increíble sale apresuradamente 
de las filas de los representantes y se 
acerca dejándose apartar de ellos)

MATHIEU Y SEGUIDORES
(viendo aparecer a Robespierre)
¡Viva Robespierre! ¡Viva!

INCREÍBLE
(a Gérard)
¿La mujer que me has pedido que te busque
es blanca de cabello o rubia?

CHÉNIER
(a Roucher, refiriéndose a Robespierre)
Avanza solo.

GÉRARD
(al Increíble)
Ojos azul cielo
bajo una frente blanca;
rubia cabellera con reflejos de oro;
una dulzura en la cara...

ROUCHER
(a Chénier)
¡Y cuánto espacio
dejan entre el dios y sus sacerdotes!
¡Mira, Tallien!...

MULTITUD
¡Barère! ¡Collot d'Herbois!
¡Aquél es Couthon! ¡Saint-Just! ¡David!

CHÉNIER
(a Roucher)
¡El enigma!

MULTITUD
¡Tallien! ¡Frénon! ¡Barras! ¡Fouché!
¡Le Bas! ¡Thuriot! ¡Carnot!
¡Robespierre!

GÉRARD
...Y una sonrisa de mujer más que humana
en su sencilla forma de vestir;
un púdico velo 
sobre el tesoro...

ROUCHER
(A Chénier)
El último, ¿lo ves?

CHÉNIER
¡Robespierre el pequeño!

GÉRARD
... de un pecho virginal
y una blanca cofia en la cabeza.
¡Dame a esa bella criatura!
Como te dije: ¡Busca! ¡Indaga!
¡Ante mi pasó como un relámpago un día
pero después la perdí!
¡Ahora ya no vivo; sufro!
¡Sálvame tú de esta angustia y...
lo tendrás todo!

INCREÍBLE
¡Esta noche la verás!

(La comitiva de "Maravillosas", incluyendo 
a Bersi, entra en escena.)

ROUCHER
(a Chénier)
¡Míralas! ¡Tiempos extraños!

(señalando a los representantes)

Allí van los pensadores.
¡Aquí, estos rostros alegres:
ahora será fácil 
descubrir a la misteriosa!

CHÉNIER
¡Vámonos!

ROUCHER
¡Mira!

(Comienza a oscurecer)

BERSI
(a Roucher)
¿No me saludas?

(en un susurro)

Retén a Chénier. 
¡Me espían!

ROUCHER
De acuerdo.

INCREÍBLE
(aproximándose)
¡Procaz Bersi, estoy aún aquí por ti!
¿Bajas conmigo?

BERSI
¿Por poco tiempo?

CHÉNIER
¡Una Maravillosa!

INCREÍBLE
No te pido más que una Trenitz.

ROUCHER
(a Chénier)
¿He acertado?

BERSI
¿Por qué no?

CHÉNIER
(a Roucher)
¿Qué me quiere decir?

INCREÍBLE
¿Bajamos?

BERSI
¡Bajemos!

(Bersi baja con el Increíble al sótano del café.)

ROUCHER
¡Es de noche!... ¡Hora propicia!
¡Mañana al alba, fuera!... ¡En camino!...

CHÉNIER
¡Adiós mi hermoso sueño!

(Regresa Bersi. El Increíble aparece detrás
de un jarrón de flores, observa y escucha)

BERSI
¡Andrea Chénier!
Dentro de poco, una mujer amenazada
por un gran peligro vendrá aquí....

(señalando el altar de Marat)

¡Espérala allí!

(El Increíble desaparece rápidamente dentro del café)

CHÉNIER
(reteniéndola)
¡Dime su nombre!

BERSI
Su nombre... ¡Esperanza!

CHÉNIER
¡La veré!

(Bersi se va rápidamente)

ROUCHER
¿Tu desconocida escritora?
¡No... es una trampa! ¡Una emboscada!

CHÉNIER
¡Me armaré!

(Chénier se aparta bruscamente de él
por el ex-Cours-la-Reine.)

ROUCHER
(para sí)
¡Ah! ¡Cuidaré de él! 

(Es de noche; se encienden los faroles 
del puente y los de la desembocadura del 
ex Cours-la-Reine. Aparecen tres patrullas en varias
direcciones, recorriendo lentamente la calle. 
Mathieu reaparece. Viene a encender 
la linterna del altar de Marat)

MATHIEU
(canturreando la Carmañola)
La-la la-la la-la, etc.

(Se aleja. Las patrullas también se alejan.
El Increíble sale con precaución del Café y va 
a la esquina de la calle lateral escondiéndose
detrás del ángulo)

INCREÍBLE
¡Mi plan está en marcha!... ¡Ahora a esperar!

( Sobre el puente Perronet aparece 
una silueta de mujer que avanza cautelosa. 
Es Magdalena)

MAGDALENA
Aquí está el altar...

(Mira alrededor, asustada por este silencio)

Nadie todavía... Tengo miedo. 

(El Increíble mira, retirándose hacia el ex Cours-la-
Reine. En efecto desde allí aparece la sombra 
de un hombre envuelto traje de peregrino.)

¡Es él! ¡Andrea Chénier!

CHÉNIER 
¡Soy yo!

(Magdalena intenta hablar pero su emoción 
es grande y no puede proferir palabra. Chénier
 está sorprendido por el silencio)

¿He de seguirte?

(Magdalena responde negativamente con un gesto)

¿Te envía alguien? 
¡Di, quién me solicita!

MAGDALENA
(apoyándose temblorosa en el altar,
con un hilo de voz)
¡Yo!

CHÉNIER
(engañado por el vestuario)
¿Tú? ¿Y tú quien eres?

(El increíble con cautela se acerca a los dos 
escondiéndose tras un árbol.)

MAGDALENA
¡Te acuerdas todavía!

CHÉNIER
(intentando recordar)
¡Sí, me acuerdo!

(Para hacerle recordar, Magdalena recuerda
las palabras que Chénier le contestó la noche
de su encuentro en el Castillo de Coigny)

MAGDALENA
"¡No conocéis el amor!"

CHÉNIER
(con este dulce recuerdo, se entusiasma sorprendido)
¡Esta voz no me habla por primera vez!

MAGDALENA
"Amor, don divino, no te burles de él"

CHÉNIER
¡Dejadme veros!

MAGDALENA
(apartándose la mantilla)
¡Miradme!

(Avanza hacia la luz de la lámpara
encendida en el altar de Marat)

CHÉNIER
¡Ah, Magdalena de Coigny!...
¿Vos? ¡Vos!

INCREÍBLE
(Para sí)
¡Sí, ella, la rubia! ¡Corro a decírselo a Gérard!

(Se aleja con cautela)

MAGDALENA
¡Mirad ahí! ¡Una sombra!

(Chénier se dirige hacia la esquina en 
donde estaba escondido el Increíble, 
pero no ve a nadie)

CHÉNIER
¡Nadie!
¡De todas formas este sitio es peligroso!

MAGDALENA
Fue Bersi quien lo escogió.
Si amenaza un peligro,
¡yo sólo soy una trabajadora
que le viene a traer su mantilla!

CHÉNIER
¿Mi corresponsal?
¿Vos, mi siempre oculta amiga,
siempre huyendo?

MAGDALENA
Erais poderoso,
yo en cambio estaba amenazada;
en mi tristeza pensaba a menudo
en implorar de vos paz y salvación,
pero no me atrevía!
¡Y siempre mi destino
os cruzaba en mi camino!
¡Os veía y siempre pensaba en vos 
como en un hermano!
Y entonces escribía 
cuanto el corazón o el cerebro 
dictaban a la mente.
¡El corazón, que me decía que habríais defendido 
a la que un día os ofendió! 
Sólo Bersi me quiere en el mundo, 
es ella quien me ha escondido. 
Pero desde hace un mes alguien me espía 
y me sigue. 
¿A dónde huir? 
Fue entonces cuando supe que vos 
tampoco erais ya poderoso... y he venido. 
¡Escuchad! ¡Estoy sola! 
¡Estoy sola y amenazada! 
¡Estoy sola en el mundo! ¡Y tengo miedo! 
¿Queréis protegerme! 
¡Confío en vos!

CHÉNIER
¡Hora tierna, sublime hora de amor!
¡El alma poderosa desafía el terror!
¡Me purificas el corazón de cualquier vileza!
¡Deseo la vida y no temo a la muerte!
¡Ah, quédate para siempre!

MAGDALENA
¿Junto a ti, en los peligros? ¿Junto a ti, en el terror?

CHÉNIER
¡A mi lado ya no debes tener miedo!
¡Juntos hasta la muerte!

MAGDALENA
¡Juntos hasta la muerte!

CHÉNIER
¡Juntos hasta la muerte!

MAGDALENA
¡Ah! ¡Hora tierna, sublime hora de amor!
¡El alma poderosa desafía al terror!

CHÉNIER
Me purificas el corazón...

MAGDALENA
Me purificas el corazón...

CHÉNIER, DESPUÉS  MAGDALENA
¡No temo a la muerte!...

CHÉNIER Y MAGDALENA
¡No temo! ¡Hora tierna!
¡Juntos hasta la muerte!

(Gérard aparece, corre hacia ellos seguido
por el Increíble)

GÉRARD
¡Magdalena de Coigny!

MAGDALENA
(reconociéndolo con un grito)
¡Gérard!

GÉRARD
Te vuelvo a encontrar como
una mujer nocturna.

CHÉNIER
¡Sigue por tu camino!

GÉRARD
(tratando de arrebatarle a Magdalena)
¡Es mercancía prohibida!

(Chénier saca rápidamente un estoque de dentro 
del bastón y cruza el rostro de Gérard, que 
da un alarido de rabia y dolor. Viendo acudir a
Roucher le señala a Magdalena)

CHÉNIER
(a Roucher)
¡Sálvala!

(Roucher se aleja con Magdalena.)

GÉRARD
(al Increíble)
¡Síguela!

(Desenvaina la espada y se arroja contra Chénier.
Roucher apunta con su pistola al Increíble;
el espía se detiene)

ROUCHER
¡Ten cuidado!

INCREÍBLE
(sacando su espada)
¡Vamos a la sección!

(Huye)

GÉRARD
(atacando a Chénier)
¡Yo te robo a Sansón!

CHÉNIER
(mofándose de él, mientras combaten)
¡No eres más que un fraile! ¿Eres Chabot?

GÉRARD
¡Ah!

(Cae herido en las gradas del altar de Marat.)

¡Ah! Eres Chénier... ¡Huye!
¡Fouquier-Tinville ha escrito tu nombre!
Vete... ¡Protege a Magdalena!

(Chénier huye y el Increíble 
regresa con soldados)

INCREÍBLE
(desde lejos)
¡Al puente Perronet!

(Aparece gente de todas partes.
El Increíble c los guardias nacionales)

MATHIEU
(reconociendo a Gérard)
¿Gérard herido?

MULTITUD
¿Herido?

INCREÍBLE
El agresor...

MULTITUD
¿El agresor?

(Gérard se levanta con esfuerzo y mirando
al Increíble le impide hablar)

GÉRARD
¡Desconocido!

(Se desmaya.)

MATHIEU
(sobre los escalones del altar)
¡Lo han hecho asesinar los girondinos!

MULTITUD
¡Muerte! ¡Muerte a los girondinos! ¡Muerte!

 

ATTO TERZO

 
(La Sezione Prima del Tribunale Rivoluzionario. 
Vasto stanzone a piano terreno ridotto per una
 metà a tribunale, l'altra riservata al pubblico. 
Sulla tavola della presidenza sta collocata una 
colossale urna di legno dipinto. Dietro la tavola 
un gran drappo tricolore, steso su due picche,
 portante scritto: CITTADINI! LA PATRIA È 
IN PERICOLO! Mathieu e Orazio Coclite 
stanno presso all'urna. L'altra metà dello 
stanzone è stipata da gente diversa. Si
 raccolgono pubbliche offerte. Mathieu 
apostrofa i presenti, tiene la sua pipa 
nella mano e vi aspira, fra parola e parola, 
ingorde boccate.) 

MATHIEU 
Dumouriez traditore e giacobino 
è passato ai nemici 

(Tra sè)

il furfantaccio! 

(A voce alta)

Coburgo, Brunswich, Pitt  

(Tra sè)

crepi di peste! 

(A voce alta)

e il vecchio lupanare dell'Europa tutta, 
contro ci stanno! 
Oro e soldati! 
Onde quest'urna ed io che parlo a voi 
rappresentiam l'immagine della patria! 

(Un gran silenzio accoglie il discorso de Mathieu, 
però, nessuno va ad offrire) 

Nessun si move? 
Che la ghigliottina ripassi ad ognun 
la testa e la coscienza! 

(Alcuni vanno e gittano nella 
grande urna oggetti e danaro.) 

È la patria in periglio! 
Or, come già Barère, 
io levo il grido di Louverture 
"Libertà e patate!" 

(vedendo sopraggiungere Gérard, 
s'interrompe con gloria) 

Ma, to', laggiù è Gérard! 
Ei vi trarrà di tasca gli ex Luigi 
con paroline ch'io non so!... 

(Gérard appare.) 

M'infischio dei bei motti! 
Ed anche me ne vanto! 

CITTADINI 
Cittadino Gérard, salute! Evviva! 

MATHIEU 
La tua ferita? 

GÉRARD 
Grazie, cittadini! 

(a Mathieu) 

La forte fibra mia m'ha conservato 
alla mia patria ancora! 

MATHIEU 
(indicando l'urna) 
Ecco il tuo posto! 

(riprende il discorso di prima) 

Dumouriez, traditore e girondino, 
è passato ai nemici 

(Tra sè)

muoian tutti!

(A voce alta)

È la patria in pe... 

(accorgendosi che la pipa è spenta) 

Cedo la parola. 

GÉRARD 
Lacrime e sangue dà la Francia! 
Udite! Laudun ha inalberato vessillo bianco! 
È in fiamme la Vandea! 
E la Bretagna ne minaccia! 
Ed Austriaci, e Prussiani, e Inglesi, 
e tutti nel petto della Francia 
gli artigli armati affondano! 
Occorre e l'oro e il sangue! 
L'Inutil oro ai vostri vezzi, 
donne francesi, date! 
Donate i vostri figli alla gran madre, 
o voi, madri francesi! 

(Le donne, commosse, accorrono dapprima
 poche poscia alla rinfusa e con grande 
entusiasmo, e, giunte all'urna, vi gettano 
dentro tutto quanto hanno in dosso di 
danaro e d'ornamento.) 

CITTADINE 
(in piccoli gruppi) 
Prendi, è un ricordo! ... 
A te! ... Un anello! ... 
E un braccialetto! ... Prendi! ...  
Otto giorni di lavoro! ... 
Una fibbia d'argento! ... 
A te! 

(Appare Madelon una cieca guidata per
un fanciullo di quindici anni; Tutti, innanzi alla 
vecchia, lasciano il passo)

MADELON 
Largo! ... Largo! ... 

CITTADINE 
Son due bottoni d'oro! ... 
Quanto posseggo! ... 
Una crocchetta! ... Prendi! ... 
a te! 

( appoggiata alle spalle di un fanciullo, 
si avvicina lentamente alla tavola mutata 
in altare della patria.) 

MADELON 
Son la vecchia Madelon. 
Mio figlio è morto; avea nome Roger; 
morì alla presa della Bastiglia; 
il primo suo figlio ebbe a Valmy 
galloni e sepoltura. 
Ancora pochi giorni, e io pur morrò. 

(spinge dolcemente innanzi a sè 
il fanciullo, presentandolo) 

È il figlio di Roger. L'ultimo figlio, 
l'ultima goccia del mio vecchio sangue. 
Prendetelo! 
Non dite che è un fanciullo. 
È forte... Può combattere e morire! 

GÉRARD 
Noi l'accettiamo! Dinne il nome suo. 

MADELON 
Roger Alberto. 

(Uno scrive il nome sul registro.) 

GÉRARD 
A sera partirà

MADELON 
(al fanciullo, esplodendo in singhiozzi) 
Gioia, addio! 

(abbraccia forte il fanciullo che la bacia) 

Portatemelo via! 

(conducono via il fanciullo) 

Chi mi dà il braccio? 

(Molti accorrono a lei, e Madelon 
si allontana lentamente. I Rappresentanti 
fanno ritirare l'urna, poi si allontanano. 
Gérard siede al tavolo e stende rapporto 
pel Comitato. La folla a poco a poco 
dirada. Mathieu con una scopa si mette
 a spazzare il locale che in breve diverrà 
Tribunale. La Carmagnola è l'anima 
della strada.) 

FOLLA 
(Interno)
Amici ancor cantiam, beviam, 
amici, ancor, danziam ognor! 
Colmo il bicchier, allieta il cor, 
colmo il bicchier, cantare e ber! 
Viva la libertà! Viva la libertà! 
Danziam la Carmagnola! 
Evviva il suon del cannon! 

L'INCREDIBILE 
(si avvicina a Gérard) 
L'uccello è nella rete!

GÉRARD 
Lei? 

L'INCREDIBILE 
No; il maschio. È al Lussemburgo! 

GÉRARD 
Quando? 

L'INCREDIBILE 
Stamattina. 

GÉRARD 
E come? 

L'INCREDIBILE 
Il caso! 

GÉRARD 
Dove? 

L'INCREDIBILE 
A Passy, presso un amico. 

GÉRARD 
E lei? 

L'INCREDIBILE 
Ancor nessuna traccia. 
Ma tal richiamo è il maschio per la femmina 
che volontariamente (penso e credo) 
essa a noi verrà! 

GÉRARD 
No; non verrà.

(lontano un grido confuso) 

L'INCREDIBILE 
Ascolta! 

GÉRARD 
Grida son... Monelli aizzati. 

(Uno strillone passa sotto la finestra.)

L'INCREDIBILE 
No; i soliti strilloni. 

STRILLONE 
(Interno)
L'arresto importantissimo di Andrea Chénier! 

L'INCREDIBILE 
Queste grida arriveranno a lei! 

GÉRARD 
Ebbene? 

(con un debole atto di ribellione, 
scostando da sè con un gesto l'Incredibile) 

L'INCREDIBILE 
(con cenno ironico) 
Ebbene?... 
Donnina innamorata 
che d'aspettar s'annoia, 
se passata è già l'ora 
del desiato ritrovo al nido, 
ch'io muoia se la bella 
presaga all'ansia vinta, 
non ti discende per la via 
così, com'è, discinta! 
Esce correndo, e indaga, 
e vola, e scruta, e spia! 
To'! passa uno strillone? 
E vocia un nome? 
Oh, come tutta impallida! 
Ma non vacilla o china! 
Possanza dell'amor! 
In quel dolor cessa la donna 
ed eccola eroina! 
Tutto oserà! Laonde, tu la vedrai! 
Pazienza! A te verrà! 
E questo il mio pensier. 
Incredibile, ma vero! 

(Gérard si è alzato e passeggia febbrilmente.) 

GÉRARD 
Più fortemente m'odierà! 

L'INCREDIBILE 
Che importa? 
Nella femmina vi sono il corpo e il cuore!
tu scegli il corpo: 
è la parte migliore! 
Stendi l'atto d'accusa!

(quasi imperiosamente gli accenna di scrivere) 

Andrea Chénier sia tosto 
deferito al tribunale! 
Fouquier-Tinville aspetta. 
Scrivi! 

(s'allontana e va ad osservare sulla
 piazza il movimento della gente) 

GÉRARD 
(siede per scrivere) 
Esito dunque? 
Andrea Chénier segnato ha già 
Fouquier-Tinville. 
Il fato suo è fisso. Oggi o doman... 

(Deponendo la penna)

No! è vile! È vile! 

(L'Incredibile, vedendolo esitante,
 ritorna presso di lui:) 

L'INCREDIBILE 
Come vola il tempo! 
Affollan già le vie! 

(si allontana di nuovo.
Gérard riprende la penna; riflette.) 

GÉRARD 
Nemico della Patria?! 
È vecchia fiaba che beatamente 
ancor la beve il popolo. 

(scrive ancora) 

Nato a Costantinopoli? Straniero! 
Studiò a Saint Cyr? Soldato! 

(riflette ancora, poi trionfante d'una 
idea subito balenatagli scrive rapidamente) 

Traditore! Di Dumouriez un complice! 
E poeta? 
Sovvertitor di cuori e di costumi! 

(a quest'ultima accusa diventa pensoso e 
gli si riempiono gli occhi di lacrime; deponendo
la penna ancora; si alza e passeggia lentamente) 

Un dì m'era di gioia 
passar fra gli odi e le vendette, 
puro, innocente e forte. 
Gigante mi credea ... 
Son sempre un servo! 
Ho mutato padrone. 
Un servo obbediente di violenta passione! 
Ah, peggio! Uccido e tremo, 
e mentre uccido io piango! 
Io della Redentrice figlio, 
pel primo ho udito il grido suo 
pel mondo ed ho al suo il mio grido  unito... 
Or smarrita ho la fede 
nel sognato destino? 
Com'era irradiato di gloria 
il mio cammino!... 
La coscienza nei cuor ridestar delle genti!
Raccogliere le lagrime 
dei vinti e sofferenti!
fare del mondo un Pantheon!
gli uomini in dei mutare 
e in un sol bacio e abbraccio 
tutte le genti amar!
Or io rinnego il santo grido! 
Io d'odio ho colmo il core, 
e chi così m'ha reso, fiera ironia 
è l'amor! 

(con disperazione) 

Sono un voluttuoso! 
Ecco il novo padrone: 
il Senso! 
Bugia tutto! 
Sol vero la passione! 

(vedendo ritornare presso a lui l'Incredibile, firma
la condenna e la dà all'Incredibile) 

L'INCREDIBILE 
Sta bene!  Ove trovarti se ... 

GÉRARD 
Qui resto. 

(L'Incredibile si allontana nel tempo stesso 
che entra il Cancelliere del Tribunale 
Rivoluzionario. Gérard consegna a questi 
delle carte e con esse la nota degli accusati
tra cui Andrea Chénier. Il Cancelliere
si allontana.) 

MADDALENA 
(alla porta) 
Carlo Gérard? 

MATHIEU 
Là! entrate! 

MADDALENA 
(entrando ed avvicinandosi a Gérard) 
Se ancor di me vi sovvenite non so! 
Son Maddalena di Coigny. 

(interpretando un gesto di 
Gérard come una ripulsa) 

Ah, non m'allontanate! 
Se voi non m'ascoltate io son perduta! 

GÉRARD 
Io t'aspettava! Io ti volevo qui! 
Io son che come veltri ho a te 
lanciato orde di spie! 
Entro a tutte le vie 
la mia pupilla è penetrata, 
e ad ogni istante! 
Io, per averti, preso ho il tuo amante! 

MADDALENA 
A voi! Qui sto! Vendicatevi! 

GÉRARD 
Non odio! 

MADDALENA 
Perchè m'avete qui voluta? 

GÉRARD 
Perchè ti volti qui? 
Perchè ti voglio! 
Perchè ciò è scritto nella vita tua! 
Perchè ciò volle il mio voler possente! 
Era fatale e vedi s'è avverato! 
Io t'ho voluto allor che tu piccina 
pel gran prato con me correvi lieta, 
in quell'aroma d'erbe infiorate 
e di selvaggie rose! 
Lo volli il di che mi fu detto: 
"Ecco la tua livrea!" 
e, come fu sera, 
mentre studiavi un passo di minuetto, 
io, gallonato e muto, 
aprivo e richiudevo una portiera... 
La poesia in te così gentile 
di me fa un pazzo, grande e vile! 
Ebben? Che importa? Sia! 
E fosse un'ora sola, 
io voglio quell'ebbrezza 
de' tuoi occhi profondi! 
Io pur, io pur, io pur voglio 
affondare le mie mani nel mare 
dei tuoi capelli biondi! 

(audacemente levandosi ritto) 

Or dimmi che farai contro il mio amor? 

MADDALENA 
Io corro nella via! 
Il nome mio vi grido! 
Ed è la morte che mi salva! 

(Gérard va a frapporsi tra 
Maddalena e le due uscite.) 

GÉRARD 
No, tu non lo farai! No! 
Tuo malgrado, tu mia sarai! 

MADDALENA 
Ah! ... 

(colpita d'un pensiero) 

Se della vita sua tu fai prezzo 
il mio corpo, ebbene, prendimi! 

(gli si avvicina lenta, sublime di 
quel suo sacrificio) 

GÉRARD 
Come sa amare! 

MADDALENA 
La mamma morta 
m'hanno alla porta della stanza mia; 
moriva e mi salvava! 
poi a notte alta 
io con Bersi errava, 
quando ad un tratto un livido bagliore 
guizza e rischiara innanzi a' passi miei 
la cupa via! Guardo! 
Bruciava il loco di mia culla! 
Così fui sola! E intorno il nulla! 
Fame e miseria! Il bisogno, il periglio! 
Caddi malata, 
E Bersi, buona e pura, di sua bellezza 
ha fatto un mercato,  un contratto per me! 
Porto sventura a chi bene mi vuole! 

(ad un tratto, nelle pupille di Maddalena
 si effonde una luce di suprema gioia) 

Fu in quel dolore che a me venne l'amor! 
Voce piena d'armonia e dice: 
"Vivi ancora! Io son la vita! 
Ne' miei occhi è il tuo cielo! 
Tu non sei sola! 
Le lacrime tue io le raccolgo! 
Io sto sul tuo cammino e ti sorreggo! 
Sorridi e spera! Io son l'amore! 
Tutto intorno è sangue e fango? 
Io son divino! Io son l'oblio! 
Io sono il dio che sovra il mondo 
scendo da l'empireo, 
fa della terra un ciel! 
Ah! Io son l'amore, io son l'amor, l'amor" 
E l'angelo si accosta, 
bacia, e vi bacia la morte! 
Corpo di moribonda è il corpo mio. 
Prendilo dunque. Io son già morta cosa! 

(Il cittadino Cancelliere si avvicina a Gérard, 
gli pone innanzi alcuni fogli scritti e ritorna 
al suo stanzino. Gérard prende i fogli lasciati 
dal Cancelliere e vi butta gli occhi sopra. 
È la lista degli accusati. Un nome gli balza 
subito agli occhi - quello di Chénier.) 

GÉRARD 
Perduto! La mia vita per salvarlo! 

MADDALENA 
(con un immenso grido di gioia)
Voi lo potete!... 
Stamane egli arrestato fu. 

GÉRARD 
Ma chi l'odiava per oggi 
ha preparato il suo giudizio, 
... la sua morte!... 

(accorgendosi della folla in 
strada dietro al cancello) 

La folla già, curiosa ed avida 
di lacrime, di sangue! 

(dalle stanze contigue odesi il rumore 
dei fucili e delle sciabole dei gendarmi.
Con disperazione a Maddalena) 

Udite? 
È il calcio dei fucili! 
Sono i gendarmi! 
E là sta già Chénier! 

MADDALENA 
(con un ultimo grido dove c'è tutto 
quanto può soffrire un'anima)
Salvatelo! 
Salvatelo!

GÉRARD 
La rivoluzione i figli suoi divora! 

MADDALENA 
Salvatelo! 

(Gérard colto da un'idea corre al tavolo e 
scrive rapidamente un biglietto al Presidente.) 

GÉRARD 
Il tuo perdono è la mia forza! 
Grazie!...Io l'ho perduto, 
difenderlo saprò! 

(Il pubblico si rovescia nella sala 
tumultuante, eccitato.) 

MERCANTILE 
(ad una vecchia) 
Mamma Cadet! Presso alla sbarra, qui! 

MATHIEU 
Ohè, Cittadina, un po' di discrezione! 

MERCANTILE 
(ad alcune compagne) 
Di qui si vede e si ode a perfezione! 

MATHIEU 
Oggidì grande infornata, pare. 

VECCHIE 
Qui si gode la vista d'ogni cosa! 

UNA PESCIVENDOLA 
Venite qua, cittadina Babet! 

ALCUNI UOMINI 
Molti ex! ... 

ALTRI UOMINI
La Legray! ... 

ALTRI UOMINI
E un poeta! ... 

UNA DONNA
Venite! ... 

VECCHIE
Sì! ... 

(Mercatile bisticciandosi con le vecchie) 

MERCANTILE
Più in là! 

LE VECCHIE 
Voi più in là! 

MATHIEU 
(vedendo il bisticcio) 
Ohè là, quelle lingue cittadine! 

LE DONNE 
(chiacchierando fra loro) 
Voi state bene? ... 
Sì! e voi? ... 
Così, così! ... 
Venite dal mercato? 
Io no! Dalla barriera! 
Notizie avete? ... 
No! ... 
E voi nulla sapete? ... 
Hanno accresciuto il pane! ... 
Lo so, lo so! ... 
È un tiro di quel cane d'inglese 
detto Pitt! ... 

(Entrano i giurati seguiti dai giudici) 

MATHIEU 
Passo ai giurati! 

GÉRARD 
(a Maddalena) 
Eccoli, i giudici. 

MERCANTILE 
Chi presiede è Dumas! ... 

ALCUNI UOMINI
Vilate! ... 

ALTRI UOMINI
Pittore! ... 

MERCANTILE
L'altro è lo stampatore tribuno 
Nicola? ... 

ALCUNI UOMINI
Ecco laggiù Fouquier! 

(Appare Fouquier-Tinville.) 

TUTTI
L'accusatore pubblico! 

MADDALENA 
E gli accusati? 

(stringendosi impaurita presso Gérard) 

GÉRARD 
(Indicando una porta chiusa)
Di là, ...presso ai giurati. 

(La porta si schiude e Maddalena soffoca un grido.) 

MADDALENA 
Ecco... mi manca l'anima! 

(Compariscono otto gendarmi, poi, in mezzo 
ai soldati ad uno ad uno seguono gli accusati. 
Ultimo è Chénier. Dopo, altri gendarmi.) 

Egli non guarda... Ah, pensa a me! 

MATHIEU 
(alle mercantile che sussurrano) 
Silenzio! 

DUMAS 
(chiama gli accusati) 
Gravier de Vergennes! 

FOUQUIER-TINVILLE 
(leggendo una nota) 
Un ex referendario. 

CITTADINI 
È un traditore! È un traditore! 

(Dumas fa cenno all'accusato di 
sedere e legge un altro nome.) 

DUMAS 
Laval-Montmorency! 

FOUQUIER-TINVILLE 
Convento di Montmartre. 

CITTADINI 
Aristocratica! 

(La monaca alza la mano per parlare.)

FOUQUIER-TINVILLE 
Taci! 

CITTADINI 
A che parlar? 
Sei vecchia! Taci e muori! 

(La monaca lancia uno sguardo
di sprezzo. Il pubblico la deride) 

DUMAS 
Legray! 

(Si leva una donna: vorrebbe parlare ma 
il pubblico le impone silenzio.) 

CITTADINI 
(Le impone silenzio)
Ah! 

DUMAS 
Andrea Chénier! 

GÉRARD 
(a Maddalena) 
Coraggio! 

MADDALENA 
(guardando Chénier) 
O amore! 

DONNE 
Ecco il poeta! 

ALCUNI UOMINI
Fouquier-Tinville attentamente legge! 

ALTRI UOMINI
Pericoloso è l'accusato! 

FOUQUIER-TINVILLE 
Scrisse contro la rivoluzione! 
Fu soldato con Dumouriez! 

CITTADINI 
È un traditor! 

CHÉNIER 
(a Fouquier-Tinville) 
Menti! 

FOUQUIER-TINVILLE, DUMAS 
(a Chénier) 
Taci! 

GÉRARD 
Parla! 

MADDALENA 
O mio amore! 

CITTADINI 
Parli! Parli! Parli!... 
Si discolpi dalle accuse! 

GÉRARD 
(disperato a Maddalena) 
Io son che ciò feci! 

CHÉNIER 
Si, fui soldato 
e glorioso affrontato ho la morte 
che, vile, qui mi vien data. 
Fui letterato, 
ho fatto di mia penna arma feroce 
contro gli ipocriti! 
Con la mia voce ho cantato la patria! 
Passa la vita mia come una bianca vela: 
essa inciela le antenne 
al sole che le indora 
e affonda la spumante prora 
ne l'azzurro dell'onda ... 
Va la mia nave spinta dalla sorte 
a la scogliera bianca della morte? 
Son giunto? Sia! 
Ma a poppa io salgo 
e una bandiera trionfale 
sciolgo ai venti, e su vi è scritto: Patria! 

(a Fouquier-Tinville)

A lei non sale il tuo fango! 
Non sono un traditore. 
Uccidi? Ma lasciami l'onor! 

FOUQUIER-TINVILLE 
Udiamo i testimoni. 

(Mentre Mathieu e l'Incredibile si fanno avanti, 
Gérard si fa violentemente largo nella folla. ) 

GÉRARD 
Datemi il passo! Carlo Gérard! 

FOUQUIER-TINVILLE 
Sta ben; parla! 

GÉRARD 
L'atto di accusa è orribile menzogna! 

FOUQUIER-TINVILLE 
(sorpreso) 
Se tu l'hai scritto?! 

(e mostra il foglio) 

GÉRARD 
Ho denunziato il falso e lo confesso!

(Movimento nella folla e grida di sorpresa. 
Fouquier si leva ritto e picchia 
febbrilmente sul foglio scritto da Gérard.) 

FOUQUIER-TINVILLE 
Mie faccio queste accuse 
e le rinnovo! 

GÉRARD 
La tua è una viltà! 

FOUQUIER-TINVILLE 
Tu offendi la patria e la giustizia! 

CITTADINI 
(Rifere Gérard)
Esso è un sospetto, fu comprato! 

GÉRARD 
Qui la giustizia ha nome tirannia! 

CITTADINI 
Taci! ... 

GÉRARD 
Qui è un orgia d'odi e di vendette! 
Il sangue della patria qui cola! 
Siam noi che feriamo 
il petto della Francia! 
Chénier è un figlio della Rivoluzione! 
L'alloro a lui, non dategli la morte! 
La Patria è gloria! 

CITTADINI 
... Taci! Taci! 
Alla lanterna! 
Sì, fuori della legge! 
Alla lanterna! Alla lanterna! 
Egli è un traditore! 
Fu comprato! Taci!
Imponigli silenzio, o Dumas! ... 

(Al suon dei tamburi passa un gruppo 
di soldati che vanno alla guerra.) 

GÉRARD 
Odila, o popolo, 
là è la patria, 
dove si muore colla spada in pugno! 
Non qui dove le uccidi i suoi poeti. 

(Fouquier-Tinville fa segno ai giurati di 
ritirarsi; essi partono. Gérard accorre
 verso Chénier, abbracciandolo e baciandolo.) 

CHÉNIER 
(a Gérard) 
O generoso! o grande! 
Vedi! Io piango! 

GÉRARD 
Guarda laggiù! 
Quel bianco viso... È lei! 

CHÉNIER 
Lei? Maddalena! 
Ancor l'ho riveduta!

(I giurati rientrano. Il loro capo presenta a 
Dumas per mezzo del Cancelliere, il verdetto.) 

Or muoio lieto! 

GÉRARD 
Io spero ancora. 

(Dumas dà una rapida occhiata al verdetto.
Il silenzio è assoluto) 

DUMAS 
Morte! 

FOUQUIER-TINVILLE 
Morte! 

(fa segno ai condannati di ritirarsi.
Maddalena lancia un grido di 
disperazione seguito da singhiozzi) 

MADDALENA 
Andrea! Andrea! Rivederlo! 

ACTO TERCERO


(La sección primera del tribunal revolucionario. 
Amplia estancia en la planta baja la mitad reservada
para el tribunal, y la otra mitad al público.
En la mesa de la presidencia está colocada 
una colosal urna de madera pintada. Detrás de la 
mesa un gran paño tricolor en el que se ve
escrito: "¡CIUDADANOS! ¡LA PATRIA ESTÁ EN
PELIGRO!. Cerca de la urna están Horacio 
Cocles y Mathieu. La otra mitad de la estancia 
esta repleta de gente diversa. Se recogen 
contribuciones públicas. Mathieu agradece 
los presentes, tiene su pipa en la mano, 
y la aspira, entre palabra y palabra,
con grandes bocanadas)

MATHIEU
Dumouriez, traidor y girondino,
se ha pasado al enemigo

(para sí)

¡mal nacido!

(en voz alta)

Coburgo, Brunswick, Pitt

(para sí)

¡reviente de peste!

(en voz alta)

y el viejo lupanar de Europa entera
¡están contra nosotros!
¡Oro y soldados!
¡Así que esta urna y yo que os hablo
representamos la imagen de la patria!

(Un gran silencio acoge el discurso de 
Mathieu, pero nadie ofrece nada)

¿Nadie se mueve? 
¡Que la guillotina repase 
a todos la cabeza y la conciencia! 

((Algunos se acercan y arrojan en la
gran urna objetos y dinero)

¡La patria está en peligro! 
¡Ahora, como antes Barère,
yo levanto el grito de Louvertur: 
"¡Libertad y patatas!" 

(Viendo acercarse a Gérard,
se interrumpe con alegría)

¡Pero, toma: allí abajo está Gérard! 
¡Él os sacará de los bolsillos los ex luises 
con palabrejas que yo no sé!

(Gérard se aproxima )

¡Me importan un rábano las palabras bonitas! 
¡E incluso presumo de ello!

CIUDADANOS
¡Ciudadano Gérard, salud! ¡Viva!

MATHIEU
¿Y tu herida?

GÉRARD
¡Gracias ciudadanos!

(A Mathieu)

¡Mi fuerte constitución me ha preservado
aún para mi patria!

MATHIEU
(señalando la urna)
¡Aquí esta tu puesto!

(Retomando el discurso del principio)

Dumouriez, traidor y girondino,
se ha pasado al enemigo

(para sí)

¡que se mueran todos!.

(en voz alta)

La patria está en pe

(notando que la pipa está apagada)

Cedo la palabra.

GÉRARD
¡Francia da lágrimas y sangre!
¡Oíd! ¡Laudun ha enarbolado bandera blanca!
¡La Vendée está en llamas!
¡Y Bretaña nos amenaza!
¡Y austríacos y prusianos e ingleses,
y todos hunden sus garras armadas
en el pecho de Francia!
¡Se necesita oro y sangre!
¡Mujeres francesas, dad el oro
inútil de vuestros collares!
¡Madres francesas, dad vuestros
hijos a la madre grande!

(Las mujeres, conmovidas, acuden al principio
unas pocas desordenadamente, y, con gran 
entusiasmo, van echando dentro 
de la urna todo el dinero y las joyas 
que llevan)

CIUDADANAS
(en pequeños grupos)
¡Toma! ¡Es un recuerdo!
¡Para ti! ¡Un anillo!
¡Es un brazalete!... ¡Toma!...
¡Ocho días de trabajo!...
¡Una hebilla de plata!...
¡Para ti!

(Aparece Madelon una ciega guiada por 
un muchacho de quince años; todos le 
dejan paso.)

MADELON
¡Paso! ¡ Paso!

CIUDADANAS
¡Son dos botones de oro!
¡Cuanto poseo! 
¡Una crucecita! ¡Toma! 
¡Para ti!

(Apoyada en los hombros del muchacho, 
se acerca lentamente a la mesa convertida 
en altar de la patria)

MADELON
Soy la vieja Madelon, 
mi hijo murió, se llamaba Roger; 
murió en la toma de la Bastilla; 
su primer hijo logró en Valmy 
galones y sepulturas. 
Dentro de pocos días yo también moriré. 

(Empuja suavemente hacia 
adelante al muchacho, presentándolo.)

¡Éste es el hijo de Roger! ¡El último hijo, 
la última gota de mi vieja sangre! 
¡Tomadlo! 
¡No digáis que es un niño! 
¡Es fuerte .. puede combatir y morir!

GÉRARD
¡Nosotros lo aceptamos! Di su nombre.

MADELON
Roger Alberto.

(Uno escribe el nombre en el registro)

GÉRARD
¡Por la noche partirá!

MADELON
(al chico, estallando en sollozos)
¡Adiós, alegría mía!

(Abraza fuerte al chico, que la besa.)

¡Lleváoslo de mi lado! 

(Apartando al chico)

¿Quién me da el brazo?

(Muchos de acercan a ella, y Madelon se 
aleja lentamente. Los representantes hacen 
retirar la urna; después se alejan. Gérard 
se sienta a la mesa y despliega el informe
para el Comité. La multitud, poco a poco, 
se dispersa. Mathieu, con una escoba, 
se pone a barrer el local que en breve 
será tribunal. La carmañola es el alma 
de la calle)

MULTITUD
(fuera)
¡Amigos, cantemos todavía, bebamos
amigos, bailemos siempre!
¡Llena la copa! ¡Alegre el corazón,
llena la copa! ¡Cantar y beber!
¡Viva la libertad! ¡Viva la libertad!
¡Dancemos la carmañola!
¡Y viva el ruido del cañón!

INCREÍBLE
(aproximándose a Gérard)
¡El pájaro ha caído en la red!

GÉRARD
¡Ella!

INCREÍBLE
No; el macho. ¡Está en el Luxemburgo!

GÉRARD
¿Cuándo?

INCREÍBLE
Esta mañana.

GÉRARD
¿Y cómo ha sido?

INCREÍBLE
¡La casualidad!

GÉRARD
¿Dónde?

INCREÍBLE
En Passy, en casa de un amigo

GÉRARD
¿Y ella?

INCREÍBLE
¡Ninguna pista aún!
¡Pero es un reclamo tal el macho para la hembra
que voluntariamente (pienso y creo)
ella vendrá a nosotros!

GÉRARD
¡No; no vendrá!

(Se oye a lo lejos un grito agudo y confuso)

INCREÍBLE
¡Escucha!

GÉRARD
Son gritos... Chiquillos excitados.

(Pasa un vendedor de periódicos bajo la ventana)

INCREÍBLE
No; los vendedores de periódicos de costumbre.

VENDEDOR DE PERIÓDICOS
(desde dentro)
¡El importantísimo arresto de Andrea Chénier!

INCREÍBLE
¡Estos gritos llegarán hasta ella!

GÉRARD
¿Y qué?

(Con un débil acto de rebeldía,
aparta de sí con un gesto al Increíble)

INCREÍBLE
(con acento irónico)
¿Y qué?...
Mujercita enamorada
que se cansa de esperar,
si ya ha pasado la hora
del ansiado encuentro en el nido,
¡que me muera si la bella, 
presagiando algo y vencida por el ansia,
no baja a la calle,
tal como esté, desarreglada!
¡Sale corriendo e indaga!
¡Y vuela! ¡Y escudriña! ¡Y espía!
¡Calla! ¿Pasa un vendedor de periódicos?
¿Y grita un nombre?
¡Oh, cómo empalidece!
¡Pero no vacila ni se dobla!
¡El poder del amor!
¡En aquel dolor termina la mujer
y empieza la heroína!
¡Se atreverá a todo! ¡Allí la verás! 
¡Paciencia! ¡Vendrá a ti!
¡Esto es lo que pienso!
¡Increíble pero real!

(Gérard se ha levantado y pasea febrilmente)

GÉRARD
¡Me odiarás todavía más!

INCREÍBLE
¿Qué importa?
¡En la mujer hay cuerpo y corazón!
¡Tú eliges el cuerpo!
Es la mejor parte.
¡Extiende un acta de acusación!

(Casi autoritario, le hace señas para que escriba)

¡Que Andrea Chénier sea enseguida
enviado al tribunal! 
¡Fouquier-Tinville espera! 
¡Escribe!

(Se aleja y va a observar el movimiento
de la gente en la plaza)

GÉRARD
(disponiéndose a escribir)
¿Así que dudo?
¡Fouquier-Tinville ya ha
marcado a Andrea Chénier!
¡Su suerte está echada! Hoy o mañana

(Deja la pluma.)

¡No! ¡Es una cobardía! ¡Es una cobardía!

(El Increíble, viéndole vacilar
regresa cerca de él)

INCREÍBLE
¡Cómo vuela el tiempo!
¡Las calles ya se llenan!

(Se aleja de nuevo.
Gérard coge de nuevo la pluma; reflexiona)

GÉRARD
¿Enemigo de la patria?
Es un viejo cuento
que felizmente el pueblo aún se traga.

(Comienza a escribir.)

¿Nacido en Constantinopla? ¡Extranjero! 
¿Estudió en Saint-Cyr? ¡Soldado! 

(Reflexiona de nuevo, se le ocurre una
idea y escribe rápidamente)

¡Traidor! ¡Cómplice de Dumouriez! 
¿Y poeta? 
¡Pervertidor de corazones y costumbres!

(Con esta última acusación queda pensativo y
se le llenan los ojos de lágrimas; dejando
de nuevo la pluma; se levanta y pasea lentamente)

¡Un día me alegraba pasar
entre odios y  venganzas,
puro, inocente y fuerte!
¡Gigante me creía!...
¡Pero soy todavía un siervo!
¡Sólo he cambiado de amo!
¡Un siervo obediente a la violenta pasión!
¡Ah, peor! ¡Mato y tiemblo,
y mientras mato, lloro!
Yo, hijo de la Redentora,
fui el primero en oír su grito 
por el mundo y uní el mío al suyo.
¿Ahora he perdido la fe
en el destino soñado?
¡Qué lleno de gloria 
estaba mi camino!...
¡Despertar la conciencia en el corazón de las gentes!
¡Recoger las lágrimas
de los vencidos y los que sufren!
¡Hacer del mundo un panteón!
¡Hacer de los hombres dioses,
y en un solo beso y un solo abrazo
amar a todas las gentes!
¡Ahora yo reniego del santo grito!
Tengo lleno de odio el corazón,
y quien me ha convertido así, fiera ironía,
¡ha sido el amor!

(Con desesperación)

¡Soy un voluptuoso! 
¡Éste es mi nuevo dueño:
la sensualidad!
¡Todo mentira!
¡Sólo la pasión es verdad!

(Viendo regresar junto a él al Increíble, firma
 la condena y se la da)

INCREÍBLE
¡Está bien! Dónde encontrarte si...

GÉRARD
¡Me quedo aquí!

(El Increíble se aleja al mismo tiempo
que entra el Canciller del Tribunal 
Revolucionario. Gérard le entrega 
los documentos y con ellos la nota de 
acusación contra Andrea Chénier. El 
Canciller se aleja )

MAGDALENA
(desde la puerta)
¿Carlos Gérard?

MATHIEU
¡Allí! ¡Entrad!

MAGDALENA 
(entrando e aproximándose a Gérard)
¡No sé si aún os acordáis de mí!
Soy Magdalena de Coigny.

(Interpretando un gesto de Gérard
como un acto de repulsa)

¡Ah, no os alejéis!
¡Si vos no me escucháis estoy perdida!

GÉRARD
¡Te esperaba! ¡Te quería aquí!
¡Yo soy el que ha lanzado
contra ti hordas de espías como fieras!
¡Por todos los caminos mi pupila
ha penetrado, y en todo instante!
¡Yo, por tenerte,
he apresado a tu amante!

MAGDALENA
¡Soy vuestra! ¡Aquí estoy! ¡Vengaos!

GÉRARD
¡No odio!

MAGDALENA
¿Por qué habéis querido traerme aquí?

GÉRARD
¿Por qué te quería tener aquí?
¡Porque te quiero!
¡Porque está escrito en tu vida!
¡Porque lo quiere mi poderosa voluntad!
¡Era el destino, y mira, se ha cumplido!
¡Yo ya te quería cuando tú, pequeña,
corrías conmigo alegre por el prado,
en medio de aquel aroma de hierbas floridas
y de rosas salvajes!
¡Te quise el día en que se me dijo:
"Aquí está tu librea", 
y al atardecer,
mientras estudiabas un paso de minueto,
yo, engalanado y mudo,
abría y cerraba una puerta...
¡La poesía tan gentil en ti,
hace de mi un loco grande y vil!
¿Y bien? ¿Qué importa? ¡Así sea!
¡Y, aunque fuese por una sola vez,
yo quiero aquella embriaguez
de tus ojos profundos!
¡Yo también, yo quiero hundir
mis manos en el mar
de tus cabellos rubios!

(Con atrevimiento, se levanta erguido)

Ahora dime ¿cómo te defenderás de mi amor?

MAGDALENA
¡Yo saldré a la calle! 
¡Allí gritaré mi nombre!
¡Y será la muerte la que me salvará!

(Gérard va a impedírselo 
y salen los dos) 

GÉRARD
No, no lo harás. 
¡No! ¡Aunque no lo quieras, serás mía!

MAGDALENA
¡ah!...

(Con un súbito pensamiento)

¡Si pones a mi cuerpo como precio 
de su vida pues bien, tómame!

(Se le acerca lentamente, consciente
de su sacrificio)

GÉRARD
¡Cómo sabe amar!

MAGDALENA
¡Mataron a mi madre
en la puerta de mi alcoba;
moría y me salvaba!
Después en plena noche
anduve errante con Bersi,
cuando de repente un lívido  resplandor 
apareció y aclaró  ante mis pasos 
el oscuro camino. ¡Miro! 
¡Mi hogar estaba en llamas!
¡Así me quedé sola! ¡Y a mi alrededor nada! 
¡Hambre y miseria! ¡La necesidad, el peligro! 
¡Caí enferma! 
Y Bersi, buena y pura, traficó, 
mercadeó con su belleza para salvarme. 
¡Llevo la desventura a quien me quiere! 

(Y en un momento, las pupilas de Magdalena
reflejan una gran alegría)

¡Fue entre aquel dolor como el amor llegó a mí! 
Una voz llena de armonía me dijo: 
"¡Vive todavía! ¡Yo soy la vida! 
¡En mis ojos está tu cielo! 
¡Tú no estás sola! 
¡Yo recojo tus lágrimas! 
¡Yo me encuentro en tu camino y te socorro! 
¡Sonríe y espera! ¡Yo soy el amor! 
¿Alrededor todo es sangre y barro? 
¡Yo soy divino! ¡Soy el olvido! 
Soy el dios que desciende 
de las alturas 
y hace de la tierra un cielo! 
Ah! ¡Yo soy el amor, yo soy el amor."
Y el ángel se acerca, 
besa y al besar, besa la muerte! 
¡Mi cuerpo es el cuerpo de una moribunda! 
¡Tómalo, pues! ¡Yo ya estoy muerta!

(El ciudadano canciller se acerca a Gérard y 
le pone delante algunas hojas escritas y retorna
a su lugar. Gérard coge las hojas que le ha dado
el Canciller y les echa una mirada por encima.
Es la lista de los acusados. Un nombre le salta
súbitamente a los ojos, es el de Chénier)

GÉRARD
¡Perdido! ¡Mi vida para salvarlo!

MAGDALENA
(con un gran grito de alegría)
¡Vos podéis hacerlo!...
¡Fue arrestado esta mañana!

GÉRARD
¡Pero quien le odia ha preparado
para hoy su juicio
... su muerte!

(Dándose cuenta que la gente 
se encuentra en la calle detrás de la verja)

Ya está aquí la gente,
curiosa y ávida de lágrimas, de sangre!

(De la estancia contigua llega el rumor 
de los fusiles de los gendarmes. 
Con desesperación a Magdalena)

¿Oís?
¡Son las culatas de los fusiles!
¡Son los gendarmes!
¡Y allá está ya Chénier!

MAGDALENA
(con un último grito que muestra
todo lo que puede sufrir un alma)
¡Salvadle!
¡Salvadle!

GÉRARD
¡La revolución devora a sus hijos!

MAGDALENA
¡Salvadle!

(asaltado por una idea, corre a la mesa y escribe
 rápidamente una nota al presidente)

GÉRARD
¡Tú perdón es mi fuerza!
¡Gracias!... ¡Yo lo he perdido,
yo lo sabré defender!

(El público llena la sala, tumultuoso, 
ruidoso, excitado)

VENDEDORAS
(a una vieja)
¡Mamá Cadet! ¡Acércate a la barandilla!

MATHIEU
¡Eh! ¡Ciudadana, un poco de discreción!

VENDEDORAS
(a alguna compañera)
Desde aquí se ve y se oye perfectamente.

MATHIEU
¡Hoy hay gran hornada, parece!

MUJER VIEJA
¡Desde aquí se disfruta de una buena vista!

PESCADERA
¡Venid aquí, ciudadana Babet!

ALGUNOS HOMBRES
¡Muchos ex!

OTROS HOMBRES
¡La Legray!

OTROS HOMBRES
¡Y un poeta!

UNA MUJER
¡Venid!

MUJER VIEJA
¡Sí!

(Vendedoras riñendo con la vieja)

VENDEDORAS
¡Apartaos!

MUJER VIEJA
¡Apartaos, vosotras!

MATHIEU
(viendo la riña)
¡Eh! ¡Esas lenguas, ciudadanas!

MUJERES
(parloteando entre ellas)
¡Estáis bien!
¡Sí! ¿Y vosotras?
¡Así, así!
¿Venís del mercado?
¡Yo no! ¡De la barrera!
¿Tenéis noticias?
¡No!
¿Y vosotras no sabéis nada?
¡Han aumentado el pan!
Lo sé, lo sé.
¡Es una jugada de aquel perro
inglés llamado Pitt!

(Entran los jurados seguidos de los jueces)

MATHIEU
¡Paso a los jurados!

GÉRARD
(a Magdalena)
Mira, los jueces.

VENDEDORAS
¡El que preside es Dumas!

ALGUNOS HOMBRES
¡Vilate!

OTROS
¡El pintor!

VENDEDORAS
¿El otro es el impresor tribuno 
Nicolás?

ALGUNOS HOMBRES
¡Mira, allá abajo está Fouquier!

(Aparece Fouquier-Tinville. )

TODOS
¡El fiscal!

MAGDALENA
¿Y los acusados?

(Asustada cerca de Gérard)

GÉRARD
(señalando la puerta cerrada)
¡Allá, cerca de los jurados!

(La puerta se abre y Magdalena sofoca un grito)

MAGDALENA
¡Mira Desfallezco!

(Aparecen los gendarmes, después, entre los
soldados y uno a uno siguen los acusados; 
Chénier es el último. Después, otros gendarmes)

¡Él no mira! ¡Ah, piensa en mí!

MATHIEU
(a las vendedoras que están susurrando)
¡Silencio!

DUMAS
(leyendo la lista de los acusados)
Gravier de Vergeness.

FOUQUIER-TINVILLE
(leyendo una nota)
¡Un ex delator!

MULTITUD
¡Es un traidor! ¡Es un traidor!

(Dumas hace señas al acusado para que se
siente y lee otro nombre)

DUMAS
Laval Montmorency.

FOUQUIER-TINVILLE
¡Convento de Montmartre!

MULTITUD
¡Aristócrata!

(La monja levanta la mano para hablar)

FOUQUIER-TINVILLE
¡Calla!

MULTITUD
¿Para qué hablar?
¡Eres vieja! ¡Calla y muere!

(La monja lanza una mirada de 
desprecio. El público la escarnece)

DUMAS
¡Legray!

(Se levanta una mujer; quiere hablar,
 pero el público le impone silencio)

MULTITUD
(haciéndola callar)
¡Ah!

DUMAS
¡Andrea Chénier!

GÉRARD
(a Magdalena)
¡Valor!

MAGDALENA
(mirando a Chénier)
¡Amor mío!

MUJERES
¡Ahí está el poeta!

ALGUNOS HOMBRES
¡Fouqu¡er-Tinville lee atentamente!

OTROS
¡El acusado es peligroso!

FOUQUIER-TINVILLE
Escribió contra la Revolución.
Fue soldado con Dumouriez

MULTITUD
¡Es un traidor!

CHÉNIER
(a Fouquier-Tinville)
¡Mientes!

FOUQUIER-TINVILLE Y DUMAS
(a Chénier)
¡Calla!

GÉRARD
¡Habla!

MAGDALENA
¡Oh, amor mío!

MULTITUD
¡Que hable! ¡Que hable! ¡Que hable! 
¡Que se defienda de las acusaciones!

GÉRARD
(desesperado a Magdalena)
¡Soy yo el que ha hecho esto!

CHÉNIER
Sí, fui soldado
y glorioso me enfrenté la muerte
que aquí se me da vilmente.
Fui literato,
hice de mi pluma un arma feroz
contra los hipócritas.
¡Con mi voz canté a la patria!
Mi vida pasa como una vela blanca;
levanta los mástiles
al sol que la dora,
y hunde la proa
en el azul de las olas.
¿Mi nave, corre impulsada por la suerte,
hacia la blanca escollera de la muerte?
¿He llegado? ¡Así sea!
Pero yo subo a popa y despliego
al viento una bandera triunfal,
que lleva escrito: "Patria"

(a Fouquier-Tinville)

¡Tu fango no llega hasta ella!
No soy un traidor.
¿Me matas? ¡Pero déjame el honor!

FOUQUIER-TINVILLE
¡Oigamos a los testigos!

(Mientras Mathieu y el Increíble se adelantan,
Gérard se abre paso con violencia entre la gente)

GÉRARD
¡Abrid paso! ¡Soy Carlos Gérard!

FOUQUIER-TINVILLE
Está bien. ¡Habla!

GÉRARD
¡El acta de acusación es una horrible mentira!

FOUQUIER-TINVILLE
(sorprendido)
¡Si lo has escrito tú mismo!

(Le muestra la nota)

GÉRARD
He denunciado en falso y lo confieso.

(Movimiento entre la gente y grito de sorpresa.
Fouquier se levanta erguido y golpea
febrilmente sobre la nota escrita por Gérard)

FOUQUIER-TINVILLE
¡Hago mías estas acusaciones
y las renuevo!

GÉRARD
¡Esto es una vileza!

FOUQUIER-TINVILLE
¡Ofendes a la patria y a la justicia!

MULTITUD
(refiriéndose a Gérard)
¡Es un sospechoso, lo han comprado!

GÉRARD
¡Aquí la justicia se llama Tiranía!

MULTITUD
¡Calla!

GÉRARD
¡Esto es una orgía de odio y de venganzas!
¡Aquí se derrama la sangre de la patria!
¡Somos nosotros los que herimos 
el pecho de Francia!
¡Chénier es un hijo de la Revolución!
¡Laureles para él, no le deis la muerte!
¡La patria es gloria!

MULTITUD
¡Calla! ¡Calla!
¡Al patíbulo!
¡Sí, quedas fuera de la ley!
¡Al patíbulo! ¡Al patíbulo!
¡Él es un traidor! 
¡Lo han comprado! ¡Calla!
¡Hazle callar, Dumas!...

(Al son de los tambores pasa un grupo
de soldados que van a la guerra)

GÉRARD
¡Óyela, pueblo,
la patria está allí donde se muere
empuñando la espada!
No aquí donde se mata a sus poetas.

(Fouquier-Tinville hace señas a los jurados 
de retiran; ellos salen. Gérard corre hacia 
Chénier, abrazándole y besándolo)

CHÉNIER
(A Gérard)
¡Oh, generoso! ¡Oh grande!
¡Mira... estoy llorando!

GÉRARD
¡Mira allá abajo! 
¡Aquel pálido rostro... es ella!

CHÉNIER
¿Ella? ¡Magdalena! 
¡Aún la he podido volver a ver!

(El jurado regresa. El portavoz presenta a Dumas 
por medio del Canciller, el veredicto)

¡Ahora muero contento!

GÉRARD
¡Yo aún tengo esperanzas!

(Dumas da una rápida mirada al veredicto
El silencio es absoluto.)

DUMAS
¡Muerte!

FOUQUIER-TINVILLE 
Muerte! 

(Hace señas al condenado de retirarse.
Magdalena lanza un grito de desesperación
seguido de un sollozo)

MAGDALENA
¡Andrea! ¡Andrea! ¡Volverlo a ver!

 

ATTO QUARTO


(Il cortile delle prigioni di S. Lazzaro. Notte alta. 
Andrea Chénier sta seduto sotto alla lanterna 
che dà luce, e scrive sopra una piccola 
assicella con una matita fatta di un pezzo 
di piombo, scrive ora con foga, ora 
arrestandosi e riflettendo come in cerca 
di qualche parola o rima. Roucher gli è vicino.
Schmidt entra nel cortile e si avvicina a Roucher)

SCHMIDT 
(A Roucher)
Cittadino, men duol, ma è tardi assai. 

(Indicandogli Chénier, Roucher gli fa cenno di 
tacere; si fruga indosso e trova un po' di 
danaro e lo dà a Schmidt.) 

ROUCHER 
Pazienta ancora un attimo! 

(Schmidt parte.) 

CHÉNIER 
(cessa di scrivere) 
Non più ... 

ROUCHER 
Leggi! 

CHÉNIER 
Pochi versi ... 

ROUCHER 
Leggi! 

CHÉNIER 
Come un bel dì di maggio 
che con bacio di vento 
e carezza di raggio 
si spegne in firmamento, 
col bacio io d'una rima, 
carezza di poesia, 
salgo l'estrema cima 
dell'esistenza mia. 
La sfera che cammina 
per ogni umana sorte 
ecco già mi avvicina 
all'ora della morte, 
e forse pria che l'ultima 
mia strofe sia finita, 
m'annuncerà il carnefice 
la fine della vita. 
Sia! Strofe, ultima Dea! 
ancor dona al tuo poeta 
la sfolgorante idea, 
la fiamma consueta; 
io, a te, mentre 
tu vivida a me sgorghi dal cuore, 
darò per rima il gelido 
spiro d'un uom che muore. 

(Roucher abbraccia Chénier. Schmidt ritorna,
i due amici si stringono la mano e si separano 
commossi. Mathieu, fuori, vocalizza la 
Marseillaise. Battono alla porta della prigione. 
Schmidt ritorna in fretta e va ad aprire. È Gérard, 
e con lui è Maddalena. Gérard presenta le carte
di permesso, indicando la sua compagna.) 

GÉRARD 
Viene a costei concesso 
un ultimo colloquio ... 

SCHMIDT 
(interrompendolo) 
Il condannato? 

GÉRARD 
Andrea Chénier. 

SCHMIDT 
Sta ben. 

MADDALENA 
(a Gérard) 
Il vostro giuramento vi sovvengo. 

(a Schmidt) 

Odi! 
Fra i condannati di domani 
è una giovane donna. 

SCHMIDT 
La Legray. 

MADDALENA 
Orbene, viver deve!

SCHMIDT 
Or come cancellare 
dalla lista il nome suo? 

MADDALENA 
Che importa il nome 
se in sua vece un'altra 
per lei risponderà? 

SCHMIDT 
(a Gérard) 
Sta ben! Ma, e l'altra? 

MADDALENA 
Eccola! 

SCHMIDT 
(a Gérard) 
Lei? 

(a Maddalena) 

Tu, cittadina? 

( Maddalena porge gioielli e una 
piccola borsa a Schmidt.) 

MADDALENA 
(a Schmidt) 
A voi!...  Gioielli son. Questo è denaro. 

(Schmidt apre la borsa e vi vede rilucere l'oro.) 

SCHMIDT 
(Guardando le monete) 
Evento strano in tempo di assegnati! 

(a Gérard) 

Io non vorrei ... Capite? ... 

(fa il gesto della ghigliottina) 

Io non so nulla! 

(A Maddalena)

Al nome della Legray, salite in fretta! 
Io non so nulla! Nulla! 

(prende dalle mani dl Maddalena la carta 
di permesso da dare alla Legray, mette 
via il denaro e gioielli e va a prendere il 
prigioniero. Maddalena si avvicina a 
Gérard piangente.) 

MADDALENA 
Benedico il destino! 
Benedico la morte! 

GÉRARD 
O Maddalena, tu fai della morte 
la più invidiata sorte! 

(udendo avvicinarsi Schmidt con Chénier, 
si allontana, correndo verso il secondo cortile) 

Salvarli! Da Robespierre ancora! 

(Entra Chénier. Alla luce della lanterna 
ravvisa Maddalena.) 

CHÉNIER 
Vicino a te s'acqueta 
l'irrequieta anima mia; 
tu sei la meta d'ogni desio, 
d'ogni sogno, d'ogni poesia! 

(la guarda amorosamente) 

Entro al tuo sguardo 
l'iridescenza scerno 
de li spazi infiniti. 
Ti guardo; 
in questo fiotto verde 
di tua larga pupilla 
erro coll'anima! 

MADDALENA 
Per non lasciarti son qui; 
non è un addio! 
Vengo a morire con te! 
Finì il soffrire! 
La morte nell'amarti! 
Ah! Chi la parola estrema
dalle labbra raccoglie, 
è Lui, l'Amor! 

CHÉNIER 
Tu sei la meta dell'esistenza mia! 

CHÉNIER, MADDALENA 
Il nostro è amore d'anime! 

MADDALENA 
Salvo una madre. 
Maddalena all'alba ha nome 
per la morte Idia Legray. 

(guardando nel cortile) 

Vedi? La luce incerta del crepuscolo 
giù pe' squallidi androni già lumeggia. 

(colle braccia avviluppando stretto a sè 
Chénier gli si abbandona tutta sul petto) 

Abbracciami! Baciami! Amante! 

CHÉNIER 
(baciandola con violenza) 
Orgoglio di bellezza! 

(la bacia ancora) 

Trionfo tu, de l'anima! 
Il tuo amor, sublime amante, 
è mare, è ciel, luce di sole e d'astri ... 
... È il mondo! 

MADDALENA 
Amante! Amante! 

CHÉNIER
La nostra morte 
è il trionfo dell'amor! 

MADDALENA 
La nostra morte 
è il trionfo dell'amor! 

CHÉNIER 
Ah benedico, 
benedico la sorte! 

MADDALENA 
Nell'ora che si muore 
eterni diveniamo! 

CHÉNIER 
Morte! 

MADDALENA 
Infinito! 

MADDALENA E CHÉNIER 
Amore! Amore! 

(Il rullo dei tamburi annuncia 
l'arrivo della carretta.) 

CHÉNIER
È la morte! 

MADDALENA 
È la morte! 

CHÉNIER 
Ella vien col sole! 

MADDALENA 
Ella vien col mattino! 

CHÉNIER 
Ah, viene come l'aurora! 

MADDALENA 
Col sole che la indora! 

CHÉNIER 
Ne viene a noi dal cielo, 
entro un vel di rose e viole! 

(Nel frattempo i condannati vanno uscendo 
uno ad uno, rassegnati, impassibili, tranquilli. 
Idia Legray rimane solo ad un lato, quasi 
nascosta, coprendosi gli uditi con le mani)

MADDALENA E CHÉNIER 
Amor! Amor! 
Infinito! Amor! Amor! 

SCHMIDT 
Andrea Chénier! 

CHÉNIER 
Son io! 

SCHMIDT 
Idia Legray! 

MADDALENA 
Son io! 

MADDALENA E CHÉNIER 
(salendo sulla carretta) 
Viva la morte insiem! 

(Mentre s'allontana la carretta Gérard riappare. 
Tiene in mano il biglietto scritto da 
Robespierre per non vederlo: "Perfino 
Platone bandì i poeti dalla sua Repubblica.'')
ACTO CUARTO 


(El patio de la prisión de Saint-Lazare. Es de noche.
 Andrea Chénier está en el patio de prisioneros; 
está sentado bajo una linterna que alumbra y escribe 
sobre una pequeña tablilla, unas veces con 
fogosidad, otras parándose y reflexionando en
la búsqueda de alguna palabra o rima. . Roucher 
está junto a él. Schmidt entra en el  patio 
de los prisioneros y se acerca a Roucher)

SCHMIDT
(a Roucher)
Ciudadano, lo siento, pero es muy tarde.

(Señalándole a Chénier, Roucher le hace señas
de callar; busca en los bolsillos y encuentra un poco
de dinero y se lo da a Schmidt)

ROUCHER
¡Ten aún un momento de paciencia!

(Schmidt sale)

CHÉNIER
(interrumpiendo su escritura)
No más...

ROUCHER
¡Lee!

CHÉNIER
Unos pocos versos...

ROUCHER
¡Lee!

CHÉNIER
Como un hermoso día de mayo
que con un beso del viento
y la caricia del rayo 
se apaga en el firmamento,
con el beso de un verso
y la caricia de la poesía,
subo a la última cima
de mi existencia.
La esfera que camina
por cada suerte humana
me acerca ya
a la hora de la muerte,
y tal vez antes que mi última
estrofa se acabe,
me anunciará el verdugo
el fin de la vida
¡Sea! ¡Estrofa, última diosa!
Da aún a tu poeta
la fulgurante idea,
la llama acostumbrada;
yo a ti, mientras
vivaz me brotas del corazón,
daré por rima el helado suspiro
de un hombre que muere.

(Roucher abraza a Chénier. Schmidt 
regresa; los dos amigos se estrechan la mano y se
separan conmovidos. Mathieu canta la Marsellesa.
Golpean la puerta de la prisión. Schmidt vuelve 
deprisa y va a abrir. Es Gérard, y con el está
Magdalena. Gérard presenta el permiso,
indicando a su acompañante.)

GÉRARD
Se le ha concedido
una última entrevista....

SCHMIDT
(interrumpiéndole)
¿Quién es el condenado?

GÉRARD
¡Andrea Chénier!

SCHMIDT
¡Está bien!

MAGDALENA
(a Gérard)
¡Os recuerdo vuestro juramento!

(a Schmidt)

¡Escucha!
Entre los condenados de mañana
hay una mujer joven.

SCHMIDT
¡La Legray!

MAGDALENA
¡Pues bien... debe vivir!

SCHMIDT
¿Y cómo eliminar
de la lista su nombre?

MAGDALENA
¿Qué importa el nombre
si otra en su momento
responderá por ella?

SCHMIDT
(a Gérard)
¡Está bien! Pero, ¿y la otra?

MAGDALENA
¡Aquí está!

SCHMIDT
(a Gérard)
¿Ella?

(a Magdalena)

¿Tú, ciudadana?

(Magdalena le da a Schmidt joyas y 
una pequeña bolsa)

MAGDALENA
(a Schmidt)
¡Para vos! ¡Son joyas! Y esto es dinero.

(Schmidt abre la bolsa y ve relucir el oro)

SCHMIDT
(mirando las monedas)
¡Caso raro en tiempos de asignados!

(a Gérard)

Yo no quisiera... ¿Comprendéis?

(Hace el gesto de la guillotina)

¡Yo no sé nada!

(a Magdalena)

¡Al nombre de la Legray subid deprisa!
¡Yo no sé nada! ¡Nada!

(Toma de las manos de Magdalena 
el permiso para dárselo a la Legray, 
dinero y las joyas y va a buscar 
al prisionero. Magdalena se acerca a
Gérard sollozando)

MAGDALENA
¡Bendigo al destino! 
¡Bendigo a la muerte!

GÉRARD
¡Oh, Maderera, tú haces de la muerte 
la suerte más envidiada!

(Al ver que Schmidt se acerca 
con Chénier, se aleja hacia el segundo patio)

¡He de salvarles! ¡Volveré a ver a Robespierre!

(Entra Chénier. A la luz de la linterna
 reconoce a Magdalena)

CHÉNIER
¡Junto a ti se apacigua
mi alma intranquila;
eres la meta de cada deseo,
de cada sueño, de cada poema!

(La mira amorosamente)

¡En tu mirar veo
la iridiscencia
de los espacios infinitos.
Te miro;
¡en el verde manantial
de tu profunda pupila
vago con mi alma!

MAGDALENA
¡Estoy aquí para no dejarte;
no es un adiós!
¡Vengo a morir contigo!
¡Se acabó el sufrimiento!
¡La muerte para amarte!
¡Ah! ¡Quien recoge 
la última palabra de los labios
es él... el Amor!

CHÉNIER
¡Tú eres la meta de mi existencia!

CHÉNIER Y MAGDALENA
¡El nuestro es un amor de almas!

MAGDALENA
¡Salvo a una madre! 
¡Magdalena al alba se llamará 
para la muerte Idia Legray!

(mirando hacia el patio) 

¿Ves? Abajo, la luz incierta del crepúsculo 
ya alumbra por los sórdidos pórticos. 

(abraza fuertemente a Chénier y se 
abandona sobre su pecho)

¡Abrázame! ¡Bésame! ¡Amado!

CHÉNIER
(besándola con violencia)
¡Orgullo de la belleza!

(Sigue besándola)

¡Eres el triunfo del alma!
¡Tu amor, sublime amada, es mar,
es cielo, luz del sol y de los astros...
¡Es el mundo!

MAGDALENA
¡Amado, amado!

CHÉNIER
¡Nuestra muerte 
es el triunfo del amor!

MAGDALENA
¡Nuestra muerte
es el triunfo del amor!

CHÉNIER
¡Ah, bendigo,
bendigo nuestra suerte!

MAGDALENA
¡En la hora de la muerte
nos hacemos eternos!

CHÉNIER
¡Muerte!

MAGDALENA
¡Infinito!

MAGDALENA Y CHÉNIER
¡Amor! ¡Amor!

(Se oye el sonido de un tambor que
anuncia la llegada de la carreta)

CHÉNIER
¡Es la muerte!

MAGDALENA
¡Es la muerte!

CHÉNIER
¡Llega con el sol!

MAGDALENA
¡Llega con la mañana!

CHÉNIER
¡Ah, llega como la aurora!

MAGDALENA
¡Con el sol que la dora!

CHÉNIER
¡Viene a nosotros desde el cielo,
dentro de un velo de rosas y violetas!

(Mientras tanto los condenados van saliendo 
uno a uno, resignados, impasibles, tranquilos. 
Sólo Idia Legray permanece a un lado, casi 
oculta, tapándose los oídos con las manos)

MAGDALENA Y CHÉNIER
¡Amor! ¡Amor!
¡Infinito! ¡Amor! ¡Amor!

SCHMIDT
¡Andrea Chénier!

CHÉNIER
¡Soy yo!

SCHMIDT
¡Idia Legray!

MAGDALENA
¡Soy yo!

MAGDALENA Y CHÉNIER
(saliendo sobre la carreta)
¡Viva la muerte! ¡Juntos!

(Mientras se aleja la carreta Gérard reaparece.
Tiene en la mano el la tarjeta escrita por
Robespierre para no verlo: "Incluso Platón
exilió a los poetas de su República")