ATILA AECIO FORESTO ODABELLA ULDINO LEÓN |
Rey de los Hunos
General Romano Noble Aquileo Prometida de Foresto Esclavo de Atila Papa León I |
Bajo
Barítono Tenor Soprano Tenor Bajo |
La acción se desarrolla en Italia en el año 452 d.c.
PROLOGO Scena Prima (Piazza di Aquileia. La notte, vicina al termine, è rischiarata da una grande quantità di torce. Tutto all'intorno è un miserando cumulo di rovine. Qua e là vedesi ancora tratto sollevarsi qualche fiamma, residuo di un orribile incendio di quattro giorni. La scena è ingombra di Unni, Eruli, Ostrogoti, ecc.) CORO Urli, rapine, Gemiti, sangue, stupri, rovine, E stragi e fuoco D'Attila è gioco. O lauta mensa, Che a noi sì ricco suol dispensa! Wodan non falla, Ecco il Valhalla!... T'apri agli eroi... Terra beata, tu se' per noi. Attila viva; Ei la scopriva! Il re s'avanza, Wodan lo cinge di sua possanza. (Tutti si prostrano.) Eccoci a terra, Dio della guerra! Scena Seconda (Attila viene condotto sopra un carro tirato dagli schiavi, duci, re, ecc.) ATTILA (scende dal carro) Eroi, levatevi! Stia nella polvere Chi vinto muor. Qui!... circondatemi; l'inno diffondasi Del vincitor. I figli d'Attila vengono e vincono A un colpo sol. Non è sì rapido solco di fulmine, D'aquila il vol. (Va a sedersi sopra un trono di lance e scudi) CORO Viva il re delle mille foreste, Di Wodano ministro e profeta; La sua spada è sanguigna cometa, La sua voce è di cielo tuonar. Nel fragore di cento tempeste Vien lanciando dagl'occhi battaglia; Contro i chiovi dell'aspra sua maglia Come in rupe si frangon gli acciar. Scena Terza (Entrano Udino, Odabella, e Vergini d'Aquileia) ATTILA (scendendo dal trono) Di vergini straniere, Oh, quale stuol vegg'io? Contro il diveto mio Che di salvarle osò? ULDINO Al re degno tributo ei mi sembrò. Mirabili guerriere Difesero i fratelli... ATTILA Che sento? A donne imbelli Chi mai spirò valor? ODABELLA (con energia) Santo di patria indefinito amor! Allor che i forti corrono Come leoni al brando Stan le tue donne, o barbaro, Sui carri lacrimando. Ma noi, donne italiche, Cinte di ferro il seno, Sul fumido terreno Sempre vedrai pugnar. ATTILA Bella è quell'ira, o vergine, Nel scintillante sguardo; Attila i prodi venera, Abomina il codardo... O valorosa, chiedimi Grazia che più ti aggrada. ODABELLA Fammi ridar la spada! ATTILA La mia ti cingi!... ODABELLA (fra sè) Oh acciar! Da te questo or m'è concesso, O giustizia alta, divina! L'odio armasti dell'oppresso Coll'acciar dell'oppressor. Empia lama, l'indovina Per qual petto è tua punta? Di vendetta l'ora è giunta... Fu segnata dal Signor. ATTILA (fra sè) Qual nell'alma, che struggere anela, Nuovo senso discende improvviso?... Quell'ardire, quel nobile viso Dolcemente mi fiedono il cor! CORO Viva il re che alle terra rivela Di quai raggi Wodano il circonda! Se flagella è torrente che inonda; È rugiada se premia il valor. (Odabella e donne partono) ATTILA Uldino, a me dinanzi L'inviato di Roma ora si guidi . . . (Uldino parte) Frenatevi, miei fidi, Udir si dee, ma in Campidoglio poi Riposta avrà da noi. Scena Quarta (Entrano Ezio ed ufficiali romani) EZIO Attila! ATTILA Oh, il nobil messo! Ezio! Tu qui? Fia vero! Ravvisi ognuno in esso L'altissimo guerriero Degno nemico d'Attila, Scudo di Roma e vanto... EZIO Attila, a te soltanto Ora chied'io parlar. ATTILA Ite! Scena Quinta (Il coro parte) ATTILA La destra porgimi... Non già di pace spero Tuoi detti... EZIO L'orbe intero Ezio in tua man vuol dar. Tardo per gli anni, e tremulo, È il regnator d'Oriente; Siede un imbelle giovine Sul trono d'Occidente; Tutto sarà disperso Quand'io mi unisca a te... Avrai tu l'universo, Resti l'Italia a me. ATTILA (severo) Dove l'eroe più valido È traditor, spergiuro, Ivi perduto è il popolo, E l'aer stesso impuro; Ivi impotente è Dio, Ivi è codardo il re... Là col flagello mio Rechi Wodan la fè! |
PRÓLOGO Escena Primera (Plaza de Aquilea La noche está iluminada por una gran cantidad de antorchas. Todo es un miserable cúmulo de ruinas. Por aquí y por allá se ven elevarse algunas llamas, restos de un horrible incendio de cuatro días. La escena está poblada de hunos, érulos, ostrogodos, etc.) CORO Gritos, rapiña, gemidos, sangre, estupro, ruinas, y estragos y fuego son de Atila el juego. ¡Oh espléndida mesa, que este rico suelo nos dispensa! ¡Wotan no nos abandona, aquí está el Walhalla!... ¡Ábrete a los héroes!... Tierra bendita, eres para nosotros. ¡Viva Atila; pues él la descubrió! El rey se acerca, Wotan lo ciñe con su poderío. (Todos se postran.) ¡Aquí estamos sobre el suelo, dios de la guerra! Escena Segunda (Atila viene conducido sobre un carro del que tiran esclavos, jefes, reyes...) ATILA (descendiendo del carro) ¡Héroes, levantaos! Sólo está sobre el polvo quien vencido murió. ¡Venid aquí, rodeadme!... La gloria del vencedor sea difundida. Con un sólo golpe los hijos de Atila vinieron y vencieron No es tan rápido el surco del rayo ni el vuelo del águila. (Se sienta sobre un trono de lanzas y escudos.) CORO ¡Viva el rey de los mil bosques, de Wotan ministro y profeta! Su espada es un sangrante cometa, su voz el tronar del cielo. En el fragor de cien batallas contra los clavos de su armadura, al igual que contra las piedras, se rompen los aceros. Escena Tercera (Entran Uldino, Odabella y vírgenes de Aquilea. ATILA (descendiendo del trono) Qué gran cantidad de vírgenes extranjeras veo. Contra mi orden: ¿quién osó salvarlas? ULDINO Para el rey digno tributo son. Como admirables guerreros ellas defendieron a sus hermanos... ATILA ¿Cómo dices? ¿A las bellas mujeres qué fue lo que le inspiró valor? ODABELLA (con energía) ¡El santo e infinito amor a la patria! Mientras que los guerreros luchaban como leones, permanecían tus mujeres, oh bárbaro, sobre los carros llorando. Pero nosotras, mujeres itálicas, ceñido el seno con la espada, sobre el humeante terreno siempre nos verás luchar. ATILA Bella es esa ira, virgen de mirada centelleante. Atila a los luchadores venera, abomina al cobarde... ¡Oh valerosa, pídeme la gracia que más te agrade! ODABELLA ¡Hazme devolver mi espada! ATILA ¡La mía te ceñirás!... ODABELLA (para sí) ¡Su espada! ¡Gracias a la justicia divina, este premio me es concedido! Armaste el odio del oprimido con el acero del opresor... Impía hoja: ¿adivinas para quién está destinada tu punta? La hora de la venganza está próxima. La señalará el Señor. ATILA (para sí) ¿Qué es este nuevo sentimiento que a mi alma hace consumirse? ¡Ese ardor, ese noble rostro dulcemente me hirió el corazón! CORO ¡Viva el rey que a todos muestra cómo los rayos de Wotan lo protegen! Si castiga, es un torrente que arrasa; si premia, es como el fértil rocío. (Odabella y las mujeres salen.) ATILA ¡Uldino, que se traiga ante mí al enviado de Roma! (Uldino sale.) Calmaos, amigos míos, debemos ahora escuchar, pero más tarde, en Campidoglio, tendrá nuestra respuesta. Escena Cuarta (Entran Aecio y oficiales romanos) AECIO ¡Atila! ATILA ¡Oh, el noble mensajero! ¡Aecio! ¿Tú aquí? ¡Es verdad! Que vean todos en ti al grandísimo guerrero digno enemigo de Atila, escudo y gloria de Roma... AECIO Atila, a ti a solas, quiero hablar ahora. ATILA ¡Salid! Escena Quinta (salen todos) ATILA Dame la mano... Pues espero de paz tus palabras... AECIO El mundo entero Aecio quiere poner en tus manos. Lento por los años, e indeciso, es el emperador de Oriente; y se sienta un jovencito en el trono de Occidente. Todo será dispersado cuando yo me una a ti... Tú tendrás el universo, Deja la Italia para mí. ATILA (severo) Donde el héroe más valioso es traidor y perjuro, allí está perdido el pueblo, y el mismo aire es impuro; allí impotente es Dios, allí es cobarde el rey... ¡Allí con mi látigo reinará la fe de Wotan! |
EZIO (rimettendosi) Ma se fraterno vincolo Stringer non vuoi tu meco, Ezio ritorna ad essere Di Roma ambasciator. Dell'imperante Cesare Ora il voler ti reco... ATTILA È van! Chi frena or l'impeto Del nembo struggitor? Vanitosi! Che abbietti e dormenti Pur del mondo tenete la possa, Sovra monti di polvere e d'ossa Il mio baldo corsier volerà. Spanderò la rea cenere ai venti Delle vostre superbe città. EZIO Fin che d'Ezio rimane la spada, Starà saldo il gran nome romano: Di Châlons lo provasti sul piano Quando a fuga t'aperse il sentier. Tu conduci l'eguale masnada, Io comando gli stessi guerrier. (Partono entrambi da opposte parti) Scena Sesta (Rio-Alto nelle Lagune Adriatiche. Qua e là sopra palafitte sorgono alcune capanne, comunicanti fra loro per le lunghe asse sorrette da barche. Sul davanti sorge in simile guisa un altare di sassi dedicato a San Giacomo. Più in là scorgessi una capanna appesa ad un casotto do legno, che fu poi il campanile di San Giacomo. Le tenebre vanno diradandosi fra le nubi tempestose: quindi a poco a poco una rosea luce, sino a che (sul finir della scena) subito raggio del sole inondando per tutto, riabbella il firmamento del più sereno e limpido azzurro. Il tocco lento della campana saluta il mattino. Alcuni Eremiti escono dalle capanne e s'avviano all'altare) EREMITI Qual notte! Ancor fremono l'onde al fiero Turbo, che Dio d'un soffio suscitò. Lode al Signor! Lode al Signor! L'altero Elemento Ei sconvolse ed acquietò. Sia torbida o tranquilla la natura, D'eterna pace Ei nutre i nostri cor. L'alito del mattin già l'aure appura. Preghiam! Preghiam! Lode al Creator! VOCI INTERNE Lode al Creatore! Scena Settima (Dalle navicelle, che approdano a poco a poco, escono Foresto, donne, uomini e fanciulli d'Aquieliea. ] EREMITI Quai voci! Oh, tutto Di navicelle coperto è il flutto!... Son d'Aquileia. Certo al furor Scampan dell'Unno. POPOLO D'AQUILEIA Lode al Creator! FORESTO Qui, qui sostiamo! Propizio augurio N'è questa croce, n'è quest'altar. Ognun d'intorno levi un tugurio Fra quest'incanto di cielo e mar. POPOLO D'AQUILEIA Lode a Foresto! Tu duce nostro, Scudo e salvezza n'eri tu sol... FORESTO Oh! Ma Odabella!... Preda è del mostro, Serbata al pianto, serbata al duol. Ella in poter del barbaro! Fra le sue schiave avvinta! Ahi, che men crudo all'anima Fora il saperti estinta! Io ti vedrei fra gli angeli Almen ne' sogni allora, E invocherei l'aurora Dell'immortal mio dì. POPOLO D'AQUILEIA Spera! L'ardita vergine Forse al crudel sfuggì. CORO Cessato alfine il turbine, Più il sole brillerà. FORESTO Sì, ma il sospir dell'esule Sempre la patria avrà. Cara patria, già madre e reina Di possenti magnanimi figli, Or macerie, deserto, ruina, Su cui regna silenzio e squallor; Ma dall'alghe di questi marosi, Qual risorta fenice novella, Rivivrai più superba, più bella Della terra, dell'onde stupor! CORO Dall'alghe di questi marosi, Qual risorta fenice novella, Rivivrai più superba, più bella Della terra, dell'onde stupor! ATTO PRIMO Scena Prima (Bosco presso il campo d'Attila. È notte; nel vicino ruscello brillano i raggi della luna. Odabella sola) ODABELLA Liberamente or piangi... Sfrenati, o cor. La queta ora, in che posa Han pur le tigri, io sola Scorro di loco in loco. Eppur sempre quest'ora attendo, invoco. Oh! Nel fuggente nuvolo Non sei tu, padre, impresso?... Cielo! Ha mutato immagine! Il mio Foresto è desso. Sospendi, o rivo, il murmure, Aura, non più fremir, Ch'io degli amati spiriti Possa la voce udir. Qual suon di passi! Scena Seconda (Viene Foresto, in costume barbaro) FORESTO Donna! ODABELLA Gran Dio! FORESTO Ti colgo alfine! ODABELLA Sì... la sua voce! Tu... tu! Foresto? Tu, l'amor mio? Foresto, io manco! M'affoga il cor! Tu mi respingi? Tu! Sì feroce? FORESTO Né a me dinanzi provi terror? ODABELLA (riscuotendosi) Ciel! Che dicesti? FORESTO T'infingi invano: Tutto conosco, tutto spiai! Per te d'amore, furente, insano, Sprezzai perigli, giunto son qui. Qual io ti trovi, barbara, il sai... ODABELLA Tu!... tu, Foresto, parli così? FORESTO Sì, quell'io son, ravvisami, Che tu tradisti, infida; Qui fra le tazze e i cantici Sorridi all'omicida . . . E la tua patria in cenere Pur non ti cade in mente Del padre tuo morente L'angoscia, lo squallor... ODABELLA Col tuo pugnal feriscimi... Non col tuo dir, Foresto; Non maledir la misera... Crudele inganno è questo! Padre, puoi tu ben leggere Dentro il mio sen dal cielo... Oh! Digli tu, se anelo D'alta vendetta in cor. FORESTO Va! Racconta al sacrilego infame, Ch'io sol resto a sbramar la sua fame. ODABELLA Deh! Pel cielo, pei nostri parenti, Deh! M'ascolta o m'uccidi, crudele! FORESTO Che vuoi dirmi? ODABELLA Foresto, rammenti Di Giuditta che salva Israele? Da quel dì che ti pianse caduto Con suo padre sul campo di gloria, Rinnovar di Giuditta l'istoria Odabella giurava al Signor. FORESTO Dio! Che intendo! ODABELLA La spada del mostro, Vedi, è questa! Il Signor l'ha voluto! FORESTO Odabella, a' tuoi piedi mi prostro... ODABELLA Al mio sen! S'addoppia il valor! FORESTO, ODABELLA Oh, t'inebria nell'amplesso, Gioia immensa, indefinita! Nell'istante a noi concesso Si disperde il corso duol! Ah! Qui si effonde in una sola Di due miseri la vita... Noi ravviva, noi consola Una speme, un voto sol. Scena Terza (Tenda d'Attila. Sopra il suolo, coperto da una pelle di tigre, è disteso Uldino che dorme. In fondo, alla sinistra, per mezo di una cortina sollevata a mezzo, la quale forma come una stanza appartata, scorgessi Attila in preda al sonno sopra il letto orientale assai basso, e coperto egualmente da pelli di tigre) ATTILA (balzando esterrefatto) Uldino! Uldin! ULDINO Mio re! ATTILA Non hai veduto? ULDINO Che mai? ATTILA Tu non udisti? ULDINO Io? Nulla. ATTILA Eppur feroce Qui s'aggirava. Ei mi parlò... sua voce Parea vento in caverna! ULDINO Oh re, d'intorno Tutto è silenzio... della vigil scolta Batte soltanto il pie'. ATTILA Mio fido, ascolta! Mentre gonfiarsi l'anima Parea dinanzi a Roma, Imman m'apparve un veglio Che m'afferro la chioma... Il senso ebb'io travolto, La man gelò sul brando; Ei mi sorrise in volto, E tal mi fe' commando: "Di flagellar l'incarco Contro i mortali hai sol. T'arretra! Or chiuso è il varco; Questo de' numi è il suol!" In me tai detti suonano Cupi, fatali ancor, E l'alma in petto ad Attila S'agghiaccia pel terror. ULDINO Raccapriccio! E che far pensi? ATTILA (riaccendendosi) Or son liberi i miei sensi! Ho rossor del mio spavento. Chiama i druidi, i duci, i re. Già più rapido del vento, Roma iniqua, volo a te. (Uldino esce) Scena Quarta Oltre a quel limite T'attendo, o spettro! Vietarlo ad Attila Chi mai potrà? Vedrai se pavido Io là m'arretro, Se alfin me vindice Il mondo avrà. Scena Quinta (Entrano in scene Uldino, druidi, duci e re) CORO Parla, imponi. ATTILA L'ardite mie schiere Sorgan tutte alle trombe guerriere: È Wodan che a gloria rappella; Moviam tosto. CORO Sia gloria a Wodan. Allo squillo, che al sangue ne invita, Pronti ognora i tuoi fidi saran. (Le trombe squillano tutto d'intorno; succede subito ed esce la seguente religiosa armonia di) VOCI IN LONTANANZA Vieni. Le menti visita, O spirito creator; ATTILA Che fia! VOCI IN LONTANANZA Dalla tua fronte piovere Fanne il vital tesor. ATTILA Non questo è l'eco Delle mie trombe! Aprite, olà! Scena Sesta (Il campo d'Attila. Dalla collina in fondo vedesi avanzare, preceduta da Leone e da sei Anziani, processionalmente una schiera di vergini e fanciulli in bianche vesti recanti palme. La scena è ingombra dalle schiere d'Attila in armi. Fra la moltitudine appare Foresto con visiera calata e Odabella) |
AECIO (reprimiéndose) Pues si un vínculo fraterno no quieres hacer conmigo, Aecio vuelve a ser embajador de Roma... Del reinante César ahora la voluntad te comunico... ATILA ¡Es inútil! ¿Quién puede frenar ahora el ímpetu de la nube destructora? ¡Vanidosos y abyectos! Sobre montes de polvo y huesos mi valor cabalgará. ¡Arrojaré al viento las cenizas de vuestras orgullosas ciudades! AECIO Mientras que Aecio tenga la espada, estará seguro el gran nombre romano: En la llanura de Châlons lo probaste cuando la prudencia te obligó a huir. Tú conduces las mismas hordas, y yo los mismos guerreros. (Salen cada uno por un lado) Escena Sexta (Río-Alto en las Lagunas Adriáticas. Aquí y allá sobre palafitos surgen algunas chozas, comunicadas entre ellas por largas tablas sostenidas por barcas. En primer término hay una especie de altar de piedra dedicado a San Giacomo. Más allá se ve una cabaña pegada a una casita de madera, que fue en tiempos el campanario de San Giacomo. Las tinieblas van aclarándose, poco a poco, una luz rosácea se extiende, hasta que - al finalizar la escena - un súbito rayo de sol inunda todo. El son de las campanas saluda a la mañana. Algunos ermitaños salen de las cabañas y se acercan al altar) ERMITAÑOS ¡Qué noche! Todavía tiemblan las aguas por la tremenda tormenta que Dios, con su aliento, nos envió. ¡Loado sea el Señor que aquietó a las aguas! Esté agitada o tranquila la naturaleza, Él da la paz a nuestros corazones. La luz matinal ya anuncia la aurora. ¡Recemos! ¡Loado sea el Creador! VOCES INTERNAS ¡Loado sea el Creador! Escena Séptima (De las navecillas, que arriban poco a poco, salen Foresto, mujeres, hombres y muchachos de Aquilea) ERMITAÑOS ¡Qué voces! ¡Oh, todo el río está cubierto de navecillas!... Son de Aquilea. Seguramente del furor del huno escapan. PUEBLO DE AQUILEA ¡Loado sea el Creador! FORESTO ¡Aquí, aquí desembarquemos! Augurio feliz es esta cruz, ese altar. Levantemos un refugio bajo este encantador cielo y mar. PUEBLO DE AQUILEA ¡Loado sea Foresto! ¡Tú, jefe nuestro, eres nuestro escudo y salvación!... FORESTO ¡Oh, Odabella!... Presa está del monstruo, entregada al llanto, entregada al dolor. ¡Ella en poder del bárbaro! ¡Cautiva entre sus esclavas! ¡Ay, que menos cruel para mi alma sería saberte muerta! Estarías, al menos, entre los ángeles y te invocaría en mis sueños... PUEBLO DE AQUILEA ¡Espera! La valerosa virgen tal vez del cruel pudo escapar. CORO Terminada al fin la tormenta, el sol brilla aún más potente. FORESTO La patria siempre tendrá el suspiro de los exiliados. Querida patria, madre y reina de tus magnánimos y poderosos hijos, ahora eres escombro, desierto, ruina, sobre los que reina silencio y terror; pero de las algas de estos mares como resurgida nueva Fénix, revivirás más soberbia y más bella... ¡de la tierra y mar serás la maravilla! CORO De las algas de estos mares, como resurgida ave Fénix, revivirás más soberbia y más bella, ¡de la tierra y mar serás la maravilla! ACTO PRIMERO Escena Primera (Bosque cercano al campamento de Atila. Es de noche; en un arroyo brilla la luna. Odabella sola) ODABELLA Libremente ahora lloro... ¡Libérate, oh corazón! En la tranquila hora en que reposan todos los tigres, corro angustiada. Siempre este momento ansío e invoco. ¡Oh! En esas brillantes nubes... ¿no estás tú, padre mío, esculpido?... ¡Cielos! ¡ha cambiado la imagen! ¡Ahora es mi Foresto! Suspende, arroyo, el murmullo, aire, no hagas ruido, para que yo pueda escuchar la voz de los espíritus amados. Mas... ¡Oigo pasos! Escena Segunda (Aparece Foresto vestido de huno.) FORESTO ¡Esposa! ODABELLA ¡Gran Dios! FORESTO ¡Al fin te encuentro! ODABELLA ¡Sí... es su voz! ¡Tú... tú! ¿Foresto? ¿Tú, amor mío? ¡Foresto, me desmayo, me ahogo! Pero... ¿Me rechazas? ¿Tú? FORESTO ¿No sientes vergüenza ante mí? ODABELLA (sorprendida) ¡Cielos! ¿Qué dices? FORESTO En vano finges: ¡Lo sé todo, todo lo he visto! Loco por ti, furioso, sin razón, despreciando peligros, junto a ti estoy. Cómo te he encontrado, ya sabes... ODABELLA ¡Tú, tú, Foresto, me hablas así? FORESTO Sí mírame, soy el mismo al que traicionaste, infiel; que entre orgías y cantos sonríes al homicida... ¿No recuerdas a tu patria en cenizas, ni la angustia y desesperación de tu padre moribundo?... ODABELLA Con tu puñal hiéreme... pero no con tus palabras, Foresto. No hables así a la desgraciada... ¡Cruel engaño es este! Padre, tú que puedes leer en mi alma desde el cielo... ¡Oh! dile tú, si mi corazón no anhela venganza. FORESTO ¡Vete! Cuéntaselo al infame sacrílego, yo me quedaré para matar su apetito. ODABELLA ¡Por el cielo, por los seres queridos, o me escuchas o me matas, cruel! FORESTO ¿Qué quieres decirme? ODABELLA Foresto, ¿recuerdas a Judith la que salvó a Israel? Desde aquel día en que te creí caído junto a mi padre en la batalla, renovar la historia de Judith Odabella juró al Señor. FORESTO ¡Dios! ¡Qué escucho! ODABELLA ¡Mira, esta es la espada del monstruo! ¡El Señor así lo ha querido! FORESTO Odabella, a tus pies me postro... ODABELLA ¡A mis brazos! ¡Mi valor se acrecienta! FORESTO, ODABELLA ¡Oh, el abrazo me llena de alegría inmensa, infinita! ¡En este gozoso instante se pierde el curso del dolor! ¡Ah! Aquí se funden en una sola la vida de dos míseros... Nos revive, nos consuela, una esperanza, un único voto. Escena Tercera (Tienda de Atila. Sobre el suelo, cubierto por una piel de tigre duerme Uldino. Al fondo, a través de una cortina medio elevada, podemos ver a Atila presa del sueño sobre un lecho oriental bastante bajo, y cubierto igualmente por una piel de tigre) ATILA (se despierta aterrorizado) ¡Uldino! ¡Uldino! ULDINO ¡Rey mío! ATILA ¿No lo has visto? ULDINO ¿El qué? ATILA ¿No lo has escuchado? ULDINO ¿Yo?... Nada. ATILA Era un ser feroz. Hasta aquí llegó, me habló... ¡su voz parecía el viento en una caverna! ULDINO Oh, rey, todo está silencioso... Sólo se escuchan los pasos de la guardia vigilante. ATILA ¡Fiel mío, escucha! Mientras mi alma se extasiaba ante la contemplación Roma... se me apareció un viejo inmenso que me cogió por los cabellos... Mis sentidos se nublaron, mi mano quedó petrificada sobre la empuñadura de mi espada... Él me sonrió y me dijo: "Sólo puedes hacer sufrir a los mortales. Así pues ¡Detente! ¡Aquí te está cerrado el paso, pues este es suelo de dioses!" Aún resuenan en mí tales palabras sombrías, fatales, y el alma en el pecho de Atila se hiela de terror. ULDINO ¡Qué horror! ¿Y qué piensas hacer? ATILA (rehaciéndose) ¡Ahora ya están libres mis sentidos! Siento vergüenza de mi miedo. Llama a los druidas... a los jefes. ¡Más rápido que el viento, maldita Roma, volaré hacia ti! (Uldino sale.) Escena Cuarta ¡En aquellos lugares te estaré esperando, espectro! ¿Quién podrá nunca prohibírselo a Atila? ¡Verás si allí puedes aterrorizarme, si al fin el mundo tendrá un vengador! Escena Quinta (Entran en escena Uldino, druidas, jefes y reyes.) CORO ¡Habla, ordena! ATILA ¡Que mis audaces tropas salgan al sonido de la trompa guerrera! ¡Wotan les llama a la gloria! ¡Marchemos ya! CORO ¡Gloria a Wotan! A la llamada de la sangre, pronto sus fieles acudirán. (Las trompas suenan alrededor; l y suena de improviso la siguiente melodía religiosa) VOCES LEJANAS ¡Ven, acoge nuestros pensamientos oh, espíritu creador! ATILA ¿Qué sucede? VOCES LEJANAS Desde tu frente haz llover el tesoro de vida. ATILA ¡Ese no es el sonido de mis trompas! ¡Abrid ahí! Escena Sexta (El campo de Atila. Desde la colina del fondo avanza en procesión, precedida por el papa León y seis ancianos, una fila de vírgenes y muchachos con vestidos blancos. La escena se llena de tropas de Atila. Entre la multitud aparecen Foresto, con la visera calada, y Odabella.) |
ATTILA, CORO Chi viene? VERGINI, FANCIULLI (sempre avanzandosi) I guasti sensi illumina, Spirane amor in sen. L'oste debella e spandasi Di pace il bel seren. ATTILA (commovendosi a poco a poco) Uldino! è quello il bieco Fantasma!... Il vo' sfidar... Chi mi trattiene? LEONE Di flagellar l'incarco Contro i mortal'hai sol. T'arretra!... Or chiuso è il varco; Questo de' numi è il suol! ATTILA Gran Dio! Le note stesse Che la tremenda vision m'impresse. (Egli leva la testa al cielo sopraffatto da subito terrore. Tutti restano sorpresi e smarriti) (fra sè) No!... non è sogno ch'or l'alma invade! Son due giganti che investon l'etra... Fiamme son gli occhi, fiamme le spade... Le ardenti punte giungono a me. Spiriti, fermate. Qui l'uom s'arretra; Dinanzi ai numi prostrasi il re! ULDINO, CORO (fra sè) Sordo ai lamenti pur de' fratelli, Vago di sangue, di pugne solo, La flebil voce di pochi imbelli Qual nuovo senso suscita in me? Qual possa è questa! Prostrato al suolo La prima volta degli Unni il re! LEONE, ODABELLA, FORESTO, VERGINI Oh, dell'Eterno mira virtute! Da un pastorello vinto è Golía, Da umil fanciulla l'uomo ha salute. Da gente ignota sparsa è la fè... Dinanzi a turba devota e pia Ora degli empi s'arretra il re! |
ATILA,
CORO ¿Quién viene? VÍRGENES, MUCHACHOS (siempre acercándose) Ilumina a los que sufren, inspíranos amor en el corazón. Despierta a la horda y dale el bien sereno de la paz. ATILA (conmoviéndose un poco) ¡Uldino! ¡Aquel es el malvado fantasma!... Voy a desafiarle... ¿Cómo te atreves, audaz? LEÓN "Sólo puedes hacer sufrir a los mortales. Así pues ¡Detente! ¡Aquí te está cerrado el paso, pues este es suelo de dioses!" ATILA ¡Gran Dios, las mismas palabras que la visión me dijo! (mira al cielo sobrecogido de súbito terror. Todos quedan sorprendidos y derrotados.) (para sí) ¡No!... ¡nos es un sueño lo que ahora invade mi alma! Son dos gigantes que el cielo protege. Llamas en sus ojos, en sus espadas... Las ardientes puntas llegan hasta mí. Espíritus, ¡deteneos!. ¡Ante los dioses se postra el rey! ULDINO, CORO (para sí) Sordo a los lamentos de los guerreros, ávidos de sangre, de combates... ¿Qué está ocurriendo? ¿Qué poder es este? ¡Por primera vez el rey de los hunos postrado en el suelo! LEÓN, ODABELLA, FORESTO, VÍRGENES ¡Mirad los milagros del Eterno! Por un pastorcillo fue vencido Goliat. Una muchacha salvó a la humanidad. Hombres humildes esparcen la fe... ¡Y ahora ante los devotos se detiene el rey de los impíos! |
Acto II
ATTO SECONDO Scena Prima (Campo d'Ezio. Scorgessi in lontananza la grande città dei sette colli. Ezio solo. Egli esce tenendo in mano un papiro spiegato e mostrando dispetto.) EZIO "Tregua è cogl'Unni. A Roma, Ezio, tosto ritorna... a te l'impone Valentinian." L'impone!... e in cotal modo, Coronato fanciul, me tu richiami?... Ovver, più che del barbaro le mie Schiere paventi!... Un prode Guerrier canuto piegherà mai sempre Dinanzi a imbelle, a concubino servo? Ben io verrò... Ma qual s'addice al forte, Il cui poter supremo La patria leverà da tanto estremo! Dagli immortali vertici Belli di gloria, un giorno, L'ombre degli avi, ah, sorgano Solo un istante intorno! Di là vittrice l'aquila Per l'orbe il vol spiegò... Roma nel vil cadavere Chi ravvisare or può? Chi vien? Scena Seconda (Preceduto da alcuni soldati romani presentasi uno stuolo di schiavi di Attila) CORO Salute ad Ezio Attila invia per noi. Brama che a lui convengano Ezio, ed i primi suoi. EZIO Ite! Noi tosto al campo verrem. Scena Terza (Tra gli schiavi che partono uno è rimasto. Egli è Foresto) EZIO Che brami tu? FORESTO Ezio, al comune scampo Manca la tua virtù. EZIO (sorpreso) Che intendi? Oh, chi tu sei? FORESTO Ora saperlo è vano; Il barbaro profano Oggi vedrai morir. EZIO Che narri? FORESTO Allor tu dei L'opera mia compir. EZIO Come? FORESTO Ad un cenno pronte Stian le romane schiere; Quando vedrai dal monte Un fuoco lampeggiar, Prorompano, qual fiere, Sullo smarrito branco! Or va... EZIO Di te non manco; Saprò vedere, e oprar. (Foresto parte rapidamente) Scena Quarta EZIO È gettata la mia sorte, Pronto sono ad ogni guerra; S'io cadrò da forte, E il mio nome resterà. Non vedrò l'amata terra Svenir lenta e farsi a brano. Sopra l'ultimo romano Tutta Italia piangerà. Scena Quinta (Campo d'Attila come nell'atto primo, apprestato a solenne convito. La notte è vivamente rischiarata da cento fiamme che irrompono da grossi tronchi di quercia preparati all'uopo. Unni, Ostrogoti, Eruli, ecc. Mentre i guerrieri cantano, Attila, seguito dai Druidi, dalle sacerdotesse, dai duci e re, va ad assidersi al suo d'Amazzone) CORO Del ciel l'immensa volta, Terra, ai nemici tolta, Ed aer che fiammeggia Son d'Attila la reggia. La gioia delle conche Or si diffonda intorno; Di membra e teste tronche Godremo al nuovo giorno! ACTO SEGUNDO Escena Primera (Campamento de Aecio. En la lejanía se ve Roma. Aecio solo. Sale llevando en la mano un pergamino desplegado y mostrando desprecio) AECIO "Hay tregua con los hunos, Aecio, regresa rápido a Roma... te lo ordena Valentiniano." ¡Lo ordena!... ¿y de esa forma, muchacho coronado, me reclamas? ¡A pesar de que el bárbaro tiene miedo de mis legiones!... ¿Un canoso y valiente guerrero doblegarse ante un cobarde bastardo? Bien, acudiré... ¡Es lo que me conviene para así poder salvar a la patria de tanto exceso! ¡Ojalá un día, las sombras de los inmortales antepasados surjan de sus tumbas gloriosas y me rodeen al menos un instante! La victoriosa águila volará, de nuevo, por todo el orbe. Mas ¿quién puede reconocer a Roma, en ese vil cadáver? ¡Alguien viene!... Escena Segunda (Precedido de soldados romanos se presenta un grupo de esclavos de Atila.) CORO ¡Aecio, Atila te envía mediante nosotros saludos! Desea que con él se reúnan Aecio y sus capitanes. AECIO ¡Volved! Hoy mismo iremos al campamento. Escena Tercera (Tras los esclavos que salen uno se retrasa. Se trata de Foresto.) AECIO ¿Qué quieres tú? FORESTO Aecio, para la causa común es necesario tu valor. AECIO (sorprendido) ¿Qué oigo? ¿quién eres? FORESTO Aún no es necesario que lo sepas ; el bárbaro profanador hoy verás morir. AECIO ¿Qué dices? FORESTO Para ello tú debes la obra completar. AECIO ¿Cómo? FORESTO Que estén preparadas las escuadras romanas y cuando veas en el monte un fuego brillar, ¡irrumpid como fieras, sobre la confusa manada! Debo irme... AECIO No fallaré; sabré ver y actuar. (Foresto sale rápidamente.) Escena Cuarta AECIO Mi suerte está echada, estoy preparado para la guerra; Y si caigo, caeré como un héroe, mi nombre no se olvidará. y no veré a la amada tierra languidecer lentamente. ¡Por el último romano toda Italia llorará! Escena Quinta (Campamento de Atila como en el acto primero, preparado para un festín. La noche está iluminada por cien llamas que salen de gruesos troncos de encina. Hunos, érulos, ostrogodos, cantan. Atila, seguido de los druidas, va a sentarse en su lugar. Odabella está cerca de él vestida de amazona.) CORO La inmensa bóveda celeste, la tierra arrasada del enemigo y el fuego purificador, son de Atila el palacio. La alegría de la conquista se difunda por todas partes; ¡De miembros y cabezas cortados gozaremos en el nuevo día!(Uno squillo di tromba annuncia l'arrivo
degli ufficiali romani preceduti da
Uldino. Entrano Ezio col seguito. Uldino,
Foresto, che nuovamente in abito guerriero
si frammischia alla moltitudine)
Scena Sesta
ATTILA
(alzandosi)
Ezio, ben vieni!
Della tregua nostra
Fia suggello il convito.
EZIO
Attila, grande
In guerra sei, più generoso ancora
Con ospite nemico.
(Alcuni Druidi, avvicinandosi ad Attila,
gli dicono sottovoce)
DRUIDI
O re, fatale
È seder collo stranio.
ATTILA
E che?
DRUIDI
Nel cielo
Vedi adunarsi i nembi
Di sangue tinti... Di sinistri augelli
Misto all'infausto grido
Dalle montagne urlò lo spirito infido!
ATTILA
Via, profeti del mal!
DRUIDI
Wodan ti guardi.
ATTILA
(alle sacerdotesse)
Sacre figlie degli Unni,
Percuotete le cetre, e si diffonda
Delle mie feste la canzon gioconda.
(Tutti si assidono. Le sacerdotesse,
schieratesi nel mezzo, alzano il
seguente canto:)
SACERDOTESSE
Chi dona luce al cor?... Di stella alcuna
Dal cielo il vago tremolar non pende;
Non raggio amico di ridente luna
Alla percossa fantasia risplende...
Ma fischia il vento, rumoreggia il tuono,
Sol dan le corde della tromba il suono.
(In quel mentre un improvviso e rapido
soffio procelloso spegne gran parte
delle fiamme. Tutti si alzano per natural
moto di terrore. Silenzio e tristezza
generale. Foresto è corso ad Odabella.
Ezio s'è avvicinato ad Attila.)
TUTTI
Ah!
CORO
Lo spirto de' monti
Ne rugge alle fronti,
Le quercie fumanti
Sua mano coprì...
Terrore, mistero
Sull'anima ha impero...
Stuol d'ombre vaganti
Nel buio apparì.
EZIO
(ad Attila)
Rammenta i miei patti:
Con Ezio combatti;
Del vecchio guerriero
La mano non sprezzar.
Dedici. Fra poco
Non fora più loco.
(Del barbaro altiero
Già l'astro dispar.)
FORESTO
(ad Odabella)
O sposa, t'allieta,
È giunta la meta;
Dei padri lo scempio
Vendetta otterrà.
La tazza là mira
Ministra dell'ira,
Al labbro dell'empio,
Uldin l'offrirà.
ODABELLA
(fra sè)
Vendetta avrem noi
Per mano de' suoi?...
Non fia ch'egli cada
Pel lor tradir.
Nel giorno segnato,
A Dio l'ho giurato,
È questa la spada.
Che il deve colpir.
ATTILA
(ad Ezio)
M'irriti, o Romano...
Sorprendermi è vano:
O credi che il vento
M'infonda terror?
Nei nembi e tempeste
S'allietan mie feste . . .
(fra sè)
Oh rabbia; non sento
Più d'Attila il cor!
ULDINO
(fra sè)
Dell'ora funesta
L'istante s'appresta...
Uldin, paventi?
Breton non sei tu?
O il cor più non t'ange
La patria che piange?
La rea servitù?
(Il cielo si rasserena.)
TUTTI
L'orrenda procella
Qual lampo sparì.
Di calma novella
Il ciel si vestì.
ATTILA
(riscuotendosi)
Si riaccendan le quercie d'intorno,
(Gli schiavi eseguiscono il cenno)
Si rannodi la danza ed il giuoco...
Sia per tutti festivo tal giorno,
Porgi, Uldino,
la conca ospital.
FORESTO
(piano ad Odabella)
Perchè tremi?
S'imbianca il tuo volto.
ATTILA
(ricevendo la tazza da Uldino)
Libo a te, gran Wodano, che invoco!
ODABELLA
(trattenendolo)
Re, ti ferma!... è veleno!...
CORO
Che ascolto!
ATTILA
(furibondo)
Chi 'l temprava?
ODABELLA
(fra sè)
Oh momento fatal!
FORESTO
(avanzandosi con fermezza)
Io.
ATTILA
(avanzandosi con fermezza)
Foresto.
(Una llamada de trompa anuncia
la llegada de los oficiales romanos
precedidos por Uldino. Entran Aecio
Uldino y Foresto, que nuevamente
se confunde entre la multitud)
Escena Sexta
ATILA
(levantándose)
¡Aecio, bienvenido!
De nuestra tregua
sea sello este convite.
AECIO
Atila, grande eres en la guerra
y más generoso todavía
con los huéspedes enemigos.
(Algunos druidas, acercándose
a Atila, le hablan en voz baja.)
DRUIDAS
Oh rey,
funesto es sentarse con el extranjero.
ATILA
¿Y qué?
DRUIDAS
Mira cómo se forman en el cielo
nubes tintadas de sangre...
¡El infiel espíritu habla confundido
entre el infausto grito de las montañas
y el vuelo de siniestras aves!
ATILA
¡Fuera, profetas de mal agüero!
DRUIDAS
Wotan te guarde.
ATILA
(a las sacerdotisas)
Sagradas hijas de los hunos,
tañed la cítara y que se expanda
por la fiesta alegres canciones.
(Todos se sientan. Las sacerdotisas,
situadas en el medio, ejecutan el
siguiente canto:)
SACERDOTISAS
¿Qué da luz al corazón?...
Ni el temblor de las estrellas del cielo,
ni los dulces rayos de la feliz luna
empañan a la luminosa fantasía...
Pero silba el viento, suena el trueno,
y sólo se oye el sonido de la trompa.
(En este momento un imprevisto y
rápido soplo tormentoso apaga
gran parte de las llamas. Todos se
levantan con terror. Silencio general.
Foresto está junto a Odabella. Aecio
se ha acercado a Atila.)
TODOS
¡Ah!
CORO
El espíritu de los montes
nos ruge en las frentes,
y su mano cubrió
a las encinas encendidas...
Terror y misterio,
sobre el alma imperan...
Multitud de sombras errantes
aparecen en la obscuridad.
AECIO
(a Atila)
Recuerda mis pactos:
combate junto a Aecio.
No desprecies la mano
del viejo guerrero.
¡Decide!
Dentro de poco ya será tarde.
Desaparece el astro
del orgulloso bárbaro.
FORESTO
(a Odabella)
Oh esposa, alégrate,
próxima está la meta.
La matanza de tus padres
pronto obtendrá venganza.
La copa que Uldino le ofrecerá...
¡Mírala!
En los labios del impío,
será ministra de nuestra ira,
ODABELLA
(para sí)
¿Obtendré venganza
por mano ajena?...
No debe ser que él caiga
por sus propios traidores.
En el día señalado,
a Dios lo he jurado,
y esta es la espada
que le matará.
ATILA
(a Aecio)
Me irritas, Romano...
intentas sorprenderme en vano.
¿Crees acaso que el viento
me infunde terror?
Entre nubes y tormentas
se alegran mis fiestas...
(para sí)
¡Oh, el corazón de Atila
ya no siente odio!
ULDINO
(para sí)
De la funesta hora
el momento se prepara...
Uldino ¿temes?
¿No eres bretón?
¿O es que no te rompe el corazón
la patria que llora
y la humillante esclavitud?
(El cielo se serena.)
TODOS
La horrenda tormenta
como un relámpago desapareció.
Con nueva calma
el cielo se vistió.
ATILA
(dominándose)
¡Volved a encender las encinas!
(Los esclavos ejecutan su orden.)
¡Reanudad las danzas y juegos!...
Hoy sea para todos un día de fiesta.
¡Tráeme, Uldino,
la copa de la hospitalidad!
FORESTO
(por lo bajo a Odabella)
¿Por qué tiemblas?...
Tu rostro palidece.
ATILA
(recibiendo la copa de Uldino)
¡Yo te invoco gran Wotan!
ODABELLA
(impidiéndole beber)
¡Rey, no lo bebas!... ¡es un veneno!
CORO
¡Qué escucho!
ATILA
(furioso)
¿Quién se ha atrevido?
ODABELLA
(para sí)
¡Oh, momento fatal!
FORESTO
(adelantándose con firmeza)
¡Yo!
ATILA
(reconociéndolo)
¡Foresto!
FORESTO Sì, quel che un giorno La corona strappò dal tuo crine... ATTILA (traendo la spada) Ah! In mia mano caduto se' alfine, Ben io l'alma dal sen ti trarrò. FORESTO (con scherno) Or t'è lieve... ATTILA (fermandosi a tali parole) Oh, mia rabbia! Oh, mio scorno! ODABELLA Re, la preda niun toglier mi può. Io t'ho salvo... il delitto svelai... Da me sol fia punito l'indegno. ATTILA (compiacendosi del fiero atto) Io tel dono! Ma premio più degno, Mia fedele, riserbasi a te: Tu doman salutata verrai Dalle genti qual sposa del re. Oh, miei prodi! Un solo giorno Chiedo a voi di gioia e canto; Tuonerà di nuovo intorno Poscia il vindice flagel. Ezio, in Roma annuncia intanto Ch'io de' sogni ho rotto il vel. ODABELLA (a Foresto) Frena l'ira che t'inganna; Fuggi, salvati, o fratello. Me disprezza, me condanna, Di' che vile, infame io son... Ma deh, fuggi... Al dì novello Avrò tutto il tuo perdon. FORESTO (ad Odabella) Parto, sì per viver solo Fino al dì della vendetta; Ma qual pena, ma qual duolo A tua colpa si può dar?... Del rimorso che t'aspetta Duri eterno il flagellar. EZIO (fra sè) Chi l'arcan svelar potea? Chi fidarlo a core amante? Va, ti pasci, va, ti bea, Fatal uom, di voluttà. Ma doman su te festante Ezio in armi piomberà. ULDINO (fra sè) Io gelar m'intesi il sangue... Chi tradir poteane omai? Me dal fulmine, dall'angue, Tu salvasti, o pro' guerrier... Ah generoso! E tu m'avrai Sempre fido al tuo voler. CORO Oh re possente, il cor riscuoti... Torna al sangue, torna al fuoco! Su, punisci, su, percuoti Questo stuolo di traditor! Non più scherno, non più giuoco Noi sarem de' numi lor. ATTO TERZO Scena Prima (Bosco come nell'atto primo, il quale divide il campo di Attila da quello di Ezio. È mattino. Foresto solo. Indi Uldino) FORESTO Qui del convegno è il loco... Qui dell'orrende nozze L'ora da Uldino apprenderò... Nel petto Frenati, o sdegno... A tempo, Come scoppiar di tuono, Proromperò. ULDINO Foresto! FORESTO Ebben! ULDINO Si move ora il corteo giulivo Che d'Attila alla tenda Accompagna la sposa. FORESTO Oh, mio furore! Uldino, va!... Ben sai Di là della foresta In armi stanno le romane schiere... Ezio a te attende sol, perchè sull'empio Piombino tutte. (Uldino parte.) Scena Seconda FORESTO Infida! Il dì che brami è questo: Vedrai come ritorni a te Foresto! Che non avrebbe il misero Per Odabella offerto? Fino, deh, ciel perdonami, Fin l'immortal tuo serto. Perchè sul viso ai perfidi Diffondi il tuo seren? . . . Perchè fai pari agli angeli Chi sì malvagio ha il sen? Scena Terza (Ezio viene frettoloso dalla parte del campo romano) EZIO Che più s'indugia... attendono I miei guerrieri il segno... Proromperan, quai folgori, Tutti sul mostro indegno. FORESTO, EZIO Non un, non un de' barbari Ai lari tornerà. CORO (interno) Entra fra i plausi, o vergine, Schiusa è la tenda a te; Entra, ed il raggio avvolgati Dell'esultante re. Bello è il tuo volto, candido Qual mattutino albor, A dolce spirto è simile Ora di sol che muor. FORESTO Tu l'odi?... è il canto pronubo... EZIO Funereo diverrà. FORESTO Ah, scellerata! EZIO Frenati. Lo esige l'alta impresa. FORESTO Sposa è Odabella al barbaro!... A' suoi voler s'è resa!... EZIO La tua gelosa smania Frena per poco ancor. FORESTO Tutti d'averno i demoni M'agitan mente e cor. Scena Quarta (Odabella sempre in arnese da Amazzone con manto reale e corona, viene spaventata e fuggente dal campo barbaro) ODABELLA Cessa, deh, cessa... ah lasciami, Ombra del padre irata... Lo vedi?... Io fuggo il talamo... Sarai... sì... vendicata... FORESTO Sí, el mismo que un día la corona te arrancó de la cabeza... ATILA (desenvainando la espada) ¡Ah, en mis manos has caído al fin, te sacaré el alma del cuerpo! FORESTO (arrogante) ¡Eso es fácil para ti!... ATILA (reprimiéndose) ¡Oh, rabia! ¡oh, vergüenza! ODABELLA Rey, nadie puede quitarme al reo. Yo te he salvado... El delito he desvelado... Sólo por mí sea castigado el indigno. ATILA (complaciente) ¡Te lo doy! Pero un premio más digno te reservo: mañana serás saludada como la gentil esposa del rey. ¡Valerosos guerreros! Sólo os pido un día de alegría. Pronto tronará de nuevo, por todas partes, el látigo vengador. ¡Aecio, anuncia en Roma que yo he roto el hechizo de los sueños! ODABELLA (a Foresto) ¡Frena la ira que te ofusca; huye, sálvate, querido! Despréciame, condéname, di que soy vil, que soy infame... Pero, ¡ay! huye... Mañana mismo obtendré todo tu perdón. FORESTO (a Odabella) Me marcho, sí, para vivir sólo hasta el día de la venganza. Mas ¿con qué penas y sufrimientos, podrás expiar tu culpa?... ¡Sea tu eterno castigo el remordimiento que te espera! AECIO (para sí) ¿Podría desvelar el secreto? ¿Cómo confiar en un corazón amante? Anda, complácete, deléitate, hombre malvado y lujurioso. Pero mañana sobre ti, Aecio en armas irrumpirá. ULDINO (para sí) Helarse siento mi sangre... ¿Quién pudo traicionarte? A mí del relámpago y de la angustia, me salvaste, poderoso guerrero... ¡Ah, generoso! Siempre me tendrás a tu lado. CORO ¡Oh, rey poderoso, el corazón recobra!... ¡Vuelve a la sangre, vuelve al fuego! ¡Vamos, castiga, golpea a esta muchedumbre de traidores! No dejes que sus dioses se burlen ACTO TERCERO Escena Primera (Bosque como en el acto primero, que separa el campo de Atila del de de Aecio. Es por la mañana. Foresto está solo, luego entra Uldino) FORESTO Este es el lugar convenido... Aquí durante la horrible boda espero la hora de llegada de Uldino... ¡Contente en mi pecho, oh desdén!... A su tiempo, como fragor del trueno, ya estallarás. ULDINO ¡Foresto! FORESTO ¡Y bien! ULDINO Se acerca el cortejo alegre que acompaña a Atila y a la novia a la tienda. FORESTO ¡Oh, furor! ¡Vete, Uldino!... Bien sabes que ocultas en el bosque están listas las legiones romanas... Aecio solo espera la señal para que sobre el impío caigamos todos. (Uldino sale.) Escena Segunda FORESTO ¡Infiel! ¡El día que esperaba ha llegado! ¡Volverás a ver ante ti a Foresto! ¿Qué no habrá el miserable ofrecido por Odabella? Hasta, ¡ay perdóneme el cielo! hasta su inmortal corona. ¿Por qué te muestras a la mirada de los pérfidos?... ¿Por qué hacer semejante a los ángeles a quien tan malvado tiene el corazón? Escena Tercera (Aecio aparece agitado desde la parte del campo romano) AECIO ¡No nos demoremos más!... ¡Mis guerreros esperan la señal!... Irrumpirán, como rayos, sobre el monstruo indigno. FORESTO, AECIO ¡Ni uno, ni uno de los bárbaros a sus tierras regresará! CORO (interno) Entra entre ovaciones, oh virgen, abierta tienes la tienda; entra, y sumérgete en los rayos del magnífico rey. Bello es tu rostro, blanco como el matutino albor, es similar al dulce espíritu de la hora en que muere el sol. FORESTO ¿Escuchas?... Es el canto nupcial... AECIO Fúnebre se volverá. FORESTO ¡Ah, malvada! AECIO ¡Contente! Lo exige la gran empresa. FORESTO ¡Esposa es Odabella del bárbaro! ¡Ella sucumbe a sus deseos!... AECIO Tu celosa locura, frena un poco todavía. FORESTO ¡Todos los demonios del Averno me agitan la mente y el corazón! Escena Cuarta (Odabella siempre con atributos reales aparece asustada huyendo del campo bárbaro) ODABELLA ¡Cesa, ¡ay!, cesa... ¡ah! ¡Déjame sombra airada de mi padre!... ¿Lo ves?... ¡Huyo del tálamo!... ¡Serás... sí... vengada!...FORESTO
È tardo, o sposa d'Attila,
È tardo il tuo pentir.
EZIO
Il segno... il segno... affrettati,
O ci farem scoprir.
ODABELLA
Tu qui, Foresto?... Ascoltami,
Pietà del mio martir.
Te sol, te sol quest'anima
Ama d'immenso amore;
Credimi, è puro il core,
Sempre ti fui fedel.
FORESTO
Troppo mi seppe illudere
Il tuo mendace detto!
Ed osi ancor d'affetto
Parlare a me, crudel?
EZIO
Tempo non è di lagrime,
Non di geloso accento;
S'affretti l'alto evento,
Finchè ne arride il ciel.
Scena Quinta
(Entra Attila che va dritto ad Odabella)
ATTILA
(ad Odabella)
Non involarti, seguimi;
Perchè fuggir chi t'ama?...
Che mai vegg'io?... Qui, perfidi,
Veniste a nuova trama?
(ad Odabella)
Tu, rea donna, già schiava,
or mia sposa;
(a Foresto)
Tu, fellon, cui la vita ho donata;
(ad Ezio)
Tu, Romano, per Roma salvata,
Congiurate tuttor contro me?...
Scellerati... su voi sanguinosa
Piomberà la vendetta del re.
ODABELLA
Nella tenda, al tuo letto d'appresso,
Minacciosa e tuttor sanguinante
Dio mio padre sta l'ombra gigante...
Trucidato ei cadeva per te!
(Scaglia lungi da sè la corona)
Maledetto sarebbe l'amplesso
Che me sposa rendesse del re.
FORESTO
Di qual dono beffardo fai vanto?
Tu m'hai patria ed amante rapita;
In abisso d'affanni la vita
Hai, crudele, cangiato per me!
O tiranno... con morte soltanto
Può frenarsi quest'odio per te.
EZIO
Roma hai salva!... e del mondo lo sdegno,
Che t'impreca superna vendetta?
Ed il sangue che inulto l'aspetta
Non rammenti?... Paventane, o re.
De' delitti varcasti già il segno;
L'ira pende del cielo su te.
(S'ode internamente il rumore
dell'improvviso assalto al campo d'Attila)
CORO
Morte... morte... vendetta!
FORESTO
Qual suono?
FORESTO, EZIO
Suono è questo che segna tua morte.
ATTILA
Traditori!
FORESTO, EZIO
Decisa è la sorte...
(Foresto va per trafiggere Attila, ma è
prevenuto da Odabella, che lo ferisce
esclamando:)
ODABELLA
Padre!... ah padre, il sacrifico a te.
(Abbraccia Foresto)
ATTILA
(morente)
E tu pure, Odabella?...
Scena Ultima
(Guerrieri romani irrompono da
ogni parte)
TUTTI
Appien sono
Vendicati, Dio, popoli e re!FORESTO
Llega tarde, oh esposa de Atila,
llega tarde tu arrepentimiento.
AECIO
¡La señal!... ¡la señal!...
¡Date prisa, o nos descubrirán!
ODABELLA
¿Tú aquí, Foresto?... Escúchame,
ten piedad de mi martirio.
A ti sólo, a ti sólo este alma
ama con inmenso amor;
créeme, mi corazón es puro,
siempre te fui fiel.
FORESTO
¡Demasiado me ilusionaron
tus palabras mentirosas!
¿Y osas todavía
hablarme de afecto, cruel?
AECIO
¡No es tiempo de lágrimas,
ni de celosos reproches!
Se acerca la gran obra,
el cielo nos sonríe
Escena Quinta
(Entra Atila)
ATILA
(a Odabella)
¡No te vayas, sígueme!
¿por qué huyes de quien te ama?...
¿Pero qué veo?... ¿Aquí, pérfidos,
vinisteis de nuevo a conjurar?
(a Odabella)
¡Tú, mujer, antes esclava,
ahora mi esposa!
(a Foresto)
¡Tú, felón, a quien la vida regalé!
(a Aecio)
¡Tú, romano, salvado por Roma!
¿Conjuráis todos contra mí?...
Villanos... sobre todos vosotros caerá
la venganza sangrante del rey.
ODABELLA
En la tienda, junto a tu lecho,
amenazadora y también sangrante
está la sombra gigante de mi padre.
¡El cayó asesinado, por ti!
(Lanza lejos de sí la corona.)
¡Maldito sería el abrazo
que me hiciera esposa del rey!
FORESTO
¿De qué don grotesco haces alarde?
Tú ultrajaste a la patria y a la amante.
¡Cruel, con tus oscuras pasiones
la vida has cambiado para mí!
¡Oh tirano... sólo con la muerte
puede frenarse este odio hacia ti!
AECIO
¡Roma está a salvo!...
¡El mundo entero te desprecia!
¿Recuerdas la sangre que derramaste?
¡Tiembla, oh rey, pues tus crímenes
han superado ya todo límite!
¡La ira del cielo pende sobre ti!
(Se escucha fuera de escena el sonido
del asalto al campamento de Atila.)
CORO
¡Muerte... muerte... venganza!
ATILA
¿Qué se oye?
AECIO, FORESTO
Lo que se oye señala tu muerte.
ATILA
¡Traidores!
AECIO, FORESTO
Tu muerte está decidida...
(Foresto va a herir a Atila, pero
se le adelanta Odabella que lo
hiere exclamando:)
ODABELLA
¡Padre!... ¡Padre, lo sacrifico por ti!
(Abraza a Foresto.)
ATILA
(moribundo)
¿Tú también... Odabella?
Escena Última
(Soldados romanos irrumpen
por todas partes)
TODOS
¡Definitivamente están vengados
Dios, el pueblo y los reyes!