Lucía de Lammermoor

Ópera del compositor Gaetano Donizetti (Bérgamo 1797- Bérgamo 1848), con libreto de Salvatore Cammarano. Lucía de Lammermoor, es probablemente la obra maestra de la producción de Donizetti. Su argumento proviene de una novela de Walter Scoot (1771 - 1832) titulada "La Prometida de Lammermoor", inspirada a su vez, lejanamente, en hechos reales. Fue estrenada en el Teatro San Carlo de Nápoles el 26 de septiembre de 1835., siendo cantado el papel de Lucía por la soprano Fanny Tacchinardi-Persiani, el de Edgardo por el tenor Gilbert Duprez (el primer tenor en utilizar el "do de pecho") y el de Enrico por el barítono Domenico Cosselli.

Pocas óperas de este período consiguen una simbiosis tan perfecta entre las estructuras musicales del melodrama y el ritmo rápido y coherente en que se desarrolla el libreto. Donizetti logra crear una atmósfera ideal: trágica desde las primeras notas del preludio.

Personajes

ENRIQUE ASTHON

LUCÍA

EDGARDO

ARTURO DE BUCKLAW

RAIMUNDO

ALISA

NORMANNO

Señor del castillo de Lammermoor

Hermana del anterior

Señor del castillo de Ravenswood.

Noble pretendiente de Lucía

Capellán del castillo

Acompañante de Lucía

Jefe de la guardia del castillo

Barítono

Soprano

Tenor

Tenor

Bajo

Mezzosoprano

Tenor


La acción se sitúa en Escocia, parajes de Lammermoor, a finales del siglo XVII. (En el libreto original la acción se desarrolla a finales del siglo XVI, aunque los hechos de la novela se sitúen en 1689).

ATTO UNICO                                      
    

PARTE PRIMA: "La Partenza" 
Scena Prima

(Giardino nel castello di Ravenswood.
Normanno e coro di abitanti del castello
in arnese da caccia)

NORMANNO E CORO
Percorrete le spiagge vicine, 
Percorriamo le spiagge vicine, 
Della torre le vaste rovine:
Cada il velo di sì turpe mistero
Lo domanda... lo impone l'onor.
Splenderà l'esecrabile vero
Come lampo fra nubi d'orror,
L'onor lo vuol.

(il Coro parte rapidamente)

Scena Seconda

(Entrano Enrico e Raimondo. Enrico 
s'avanza fieramente accigliato, Raimondo 
lo  segue mesto e silenzioso. Breve pausa)

NORMANNO
(accostandosi rispettosamente 
ad Enrico)
Tu sei turbato!

ENRICO
E n'ho ben donde. Il sai:
Del mio destin si impallidi la stella...
Intanto Edgardo... quel mortale nemico
Di mia prosapia, dalle sue rovine
Erge la fronte baldanzosa e ride!
Sola una mano raffermar mi puote
Nel vacillante mio poter... 
Lucia Osa respinger quella mano!...
Ah! suora Non m'è colei!

RAIMONDO
(in tuono di chi cerca di calmare 
l'altrui collera)
Dolente vergin, 
che geme sull'urna recente
Di cara madre, al talamo potria
Volger lo sguardo? Ah! rispettiam quel core
Che trafitto dal duol, schivo è d'amore.

NORMANNO
(con ironia)
Schivo d'amor?... Lucia
D'amore avvampa.

ENRICO
Che favelli?...

RAIMONDO
(In disparte)
Oh detto!

NORMANNO
M'udite. 
Ella sen già colà del parco
Nel solingo vial dove la madre
Giace sepolta. Impetuoso toro
Ecco su lei s'avventa...
Quando per l'aria 
rimbombar si sente
Un colpo, e al suol repente
Cade la belva.

ENRICO
E chi vibrò quel colpo?

NORMANNO
Tal... che il suo nome ricoprì d'un velo.

ENRICO
Lucia forse?...

NORMANNO
L'amò.

ENRICO
Dunque il rivide?

NORMANNO
Ogni alba...

ENRICO
E dove?

NORMANNO
In quel viale.

ENRICO
Io fremo!
Né tu scovristi il seduttor?...

NORMANNO
Sospetto io n'ho soltanto.

ENRICO
Ah! parla.

NORMANNO
È tuo nemico.

RAIMONDO
(In disparte)
Oh ciel!...

NORMANNO
Tu lo detesti.

ENRICO
Esser potrebbe... Edgardo?

RAIMONDO
(In disparte)
Ah!...

NORMANNO
Lo dicesti.

ENRICO
Cruda... funesta smania
Tu m'hai destata in petto!...
È troppo, è troppo orribile
Questo fatal sospetto!
Mi fa gelare e fremere!...
Mi drizza in fronte il crin!
Colma di tanto obbrobrio
Chi suora mia nascea! 

(Con terribile impulso di sdegno)

Pria che d'amor sì perfido
a me svelarti rea,
Se ti colpisse un fulmine,
Fora men rio dolor!

NORMANNO
Pietoso al tuo decoro
Io fui con te crudel!

RAIMONDO
(In disparte)
La tua clemenza imploro;
Tu lo smentisci, o ciel!.

Scena Terza

(Coro di cacciatori, Normanno ed Enrico)

CORO
(accorrendo a Normanno)
Il tuo dubbio è ormai certezza.

NORMANNO
(ad Enrico)
Odi tu?

ENRICO
Narrate.

RAIMONDO E CORO
(In disparte)
Oh giorno!

CORO
Come vinti da stanchezza
Dopo lungo errar d'intorno,
Noi posammo della torre
Nel vestibolo cadente:
Ecco tosto lo trascorre
In silenzio un uom pallente.
Come appresso ei n'è venuto
Ravvisiam lo sconosciuto:
Ei su rapido destriero
S'involò dal nostro sguardo...
Qual s'appella un falconiero.
Ne apprendeva, qual s'appella.

ENRICO
E quale?

CORO
Edgardo.

ENRICO
Egli!... 
Oh rabbia che m'accendi,
Contenerti un cuor non può!

RAIMONDO
Ah! No, non credere...
No, no...

ENRICO
No, contenerti un cor non può
No, non può! No, no!

RAIMONDO
...Deh sospendi!...
...Ella... Ah!

ENRICO
No, no

RAIMONDO
M'odi!

ENRICO
Udir non vò!
La pietade in suo favore
Miti sensi invan ti detta...
Se mi parli di vendetta
Solo intenderti potrò.
Sciagurati!... il mio furore
Già su voi tremendo rugge...
L'empia fiamma che vi strugge
Io col sangue spegnerò.
Si, si spegnerò!
Io Col sangue spegnerò!

RAIMONDO
No, no, non può!
No, no, non può!

CORO
Si, si spegnerà!
Si, si spegnerà!

(Enrico parte: tutti lo seguono.)

Scena Quarta

(Parco. Nel fondo della scena un fianco 
del castello, con picciola porta praticabile. 
Sul davanti la così detta fontana della 
Sirena, fontana altra volta coperta da un 
bell'edificio, ornato di tutti i fregi della 
gotica architettura, al presente dai rottami 
di quest'edificio sol cinta. Caduto n'è il tetto, 
rovinate le mura, e la sorgente che zampilla 
si apre il varco fra le pietre, e le macerie 
postele intorno, formando indi un ruscello. 
È sull'imbrunire. Sorge la luna. Lucia viene 
dal castello, seguita da Alisa: sono 
entrambe nella massima agitazione. 
Ella si volge d'intorno, come in cerca di 
qualcuno; ma osservando la fontana, 
ritorce altrove lo sguardo)

LUCIA
Ancor non giunse!...

ALISA
Incauta!... a che mi traggi!...
Avventurarti, or che il fratel qui venne,
È folle ardir.

LUCIA
Ben parli! Edgardo sappia
Qual ne minaccia orribile periglio...

ALISA
Perché d'intorno il ciglio
Volgi atterrita?

LUCIA
Quella fonte, ah!... mai
Senza tremar non veggo... Ah! tu lo sai.
Un Ravenswood, ardendo
Di geloso furor, l'amata donna
Colà trafisse: l'infelice cadde
Nell'onda, ed ivi rimanea sepolta...
M'apparve l'ombra sua...

ALISA
Che dici!...

LUCIA
Ascolta:
Regnava nel silenzio
Alta la notte e bruna...
Colpìa la fonte un pallido
Raggio di tetra luna...
Quando sommesso un gemito
Fra l'aure udir si fè,
Ed ecco su quel margine
L'ombra mostrarsi a me, ah!
Qual di chi parla muoversi
Il labbro suo vedea,
E con la mano esanime
Chiamarmi a sè, parea.
Stette un momento immobile
Poi ratta dileguò,
E l'onda pria sì limpida,
di sangue rosseggiò!

ALISA
Chiari, oh ciel! ben chiari e tristi
Nel tuo dir presagi intendo!
Ah! Lucia, Lucia desisti
Da un amor così tremendo!

LUCIA
Egli è luce a giorni miei,
È conforto al mio penar
Quando rapito in estasi
Del più cocente amore,
Col favellar del core
Mi giura eterna fè,
Gli affanni miei dimentico,
Gioia diviene il pianto...
Parmi che a lui d'accanto
Si schiuda il ciel per me!

ALISA
Ah! Giorni d'amaro pianto
Ah! s'apprestano per te!
Ah! Lucia, ah! Desisti!

LUCIA
Ah! Quando, rapito in estasi, ecc.

ALISA
Egli s'avanza... La vicina soglia
Io cauta veglierò

(Rientra nel Castello.)

Scena Quinta

(Edgardo entra.)

EDGARDO
Lucia, perdona se ad ora 
inusitata io vederti chiedea: 
ragion possente
A ciò mi trasse. 
Pria che in ciel biancheggi!
L'alba novella, 
dalle patrie sponde
Lungi sarò.

LUCIA
Che dici?...

EDGARDO
Pe' Franchi lidi amici
Sciolgo le vele: ivi trattar m'è dato
Le sorti della Scozia...

LUCIA
E me nel pianto
Abbandoni così!

EDGARDO
Pria di lasciarti
Asthon mi vegga... io stenderò placato
A lui la destra, e la tua destra, pegno
Fra noi di pace, chiederò.

LUCIA
Che ascolto!...
Ah! no... rimanga nel silenzio sepolto
Per or l'arcano affetto...

EDGARDO
(con amarezza)
Intendo! 
Di mia stirpe
Il reo persecutore de' mali miei
Ancor pago non è! 
Mi tolse il padre
Il mio retaggio avito...
Né basta?
Che brama ancor quel cor feroce e rio?
La mia perdita intera? 
il sangue mio?
Ei m'odia...

LUCIA
Ah! no...

EDGARDO
(con più forza)
Mi abborre...

LUCIA
Calma, oh ciel, quell'ira estrema!

EDGARDO
Fiamma ardente in sen mi scorre!
M'odi.

LUCIA
Edgardo!...

EDGARDO
M'odi, e trema.
Sulla tomba che rinserra
Il tradito genitore,
Al tuo sangue eterna guerra
Io giurai nel mio furore:

LUCIA
Ah!

EDGARDO
Ma ti vidi...in cor mi nacque
Altro affetto, e l'ira tacque...
Pur quel voto non è infranto...
Io potrei, si, si, potrei compirlo ancor!

LUCIA
Deh! ti placa...
deh! ti frena...

EDGARDO
Ah! Lucia!

LUCIA
Può tradirne un solo accento!
Non ti basta la mia pena?
Vuoi ch'io mora di spavento?

EDGARDO
Ah, no!

LUCIA
Ceda, ceda ogn'altro affetto;
Solo amor t'infiammi il petto...
Ah! il più nobile, il più santo
De' tuoi voti è un puro amor!

EDGARDO
Pur quel voto non è infranto...
Io potrei compirlo ancor...

LUCIA
Ah solo amor t'infiammi il petto,
Cedi, cedi a me, cedi, cedi all'amor.

EDGARDO
(con subita risoluzione)
Qui, di sposa eterna fede
Qui mi giura, 
al cielo innante.
Dio ci ascolta, 
Dio ci vede...
Tempio, ed ara è un core amante;

(ponendo un anello in dito a Lucia)

Al tuo fato unisco il mio
Son tuo sposo.

LUCIA
(porgendo a sua volta il proprio 
anello a Edgardo)
E tua son io.

LUCIA, EDGARDO
Ah! Soltanto il nostro foco
Spegnerà di morte il gel!

LUCIA
Ai miei voti amore invoco.
Ai miei voti invoco il Ciel.

EDGARDO
Ai miei voti invoco il ciel.
Separarci omai conviene.

LUCIA
Oh parola a me funesta!
Il mio cor con te ne viene.

EDGARDO
Il mio cor con te qui resta.

LUCIA
Ah! Edgardo! Ah! Edgardo!

EDGARDO
Separarci omai convien.

LUCIA
Ah! talor del tuo pensiero
Venga un foglio messaggero,
E la vita fuggitiva
Di speranza nutrirò.

EDGARDO
Io di te memoria viva
Sempre oh cara, serberò.

LUCIA
Verranno a te sull'aure
I miei sospiri ardenti,
Udrai nel mar che mormora
L'eco de' miei lamenti...
Pensando ch'io di gemiti
Mi pasco, e di dolor.
Spargi una mesta lagrima
Su questo pegno allor!

EDGARDO
Verranno a te sull'aure
I miei sospiri ardenti,
Udrai nel mar che mormora
L'eco de' miei lamenti...
Pensando ch'io di gemiti
Mi pasco, e di dolor.
Spargi una mesta lagrima
Su questo pegno allor!

LUCIA, EDGARDO
Verranno a te sull'aure
I miei sospiri ardenti,
Udrai nel mar che mormora
L'eco de' miei lamenti...
Pensando ch'io di gemiti
Mi pasco, e di dolor.
Spargi una mesta lagrima
Su questo pegno allor!

LUCIA
Il tuo scritto sempre viva
la memoria in me terrà

EDGARDO
Cara! Sì, sì, Lucia!
Io parto...

LUCIA
Addio...

EDGARDO
Rammentati! Ne stringe il Ciel!

LUCIA
Edgardo!

EDGARDO
Addio!

(Edgardo parte; Lucia si ritira nel castello.)
ACTO ÚNICO
      
      
    PARTE PRIMERA: "La Partida" 
Escena Primera

(Jardines del castillo de Ravenswood.
Normanno y habitantes del castillo
con trajes de caza)

NORMANNO Y CORO 
Recorred las playas cercanas... 
Recorramos las playas cercanas... 
las vastas ruinas de la torre; 
que caiga el velo del extraño arcano 
lo demanda, lo impone el honor. 
Brillará, así, la verdad execrable 
como relámpago entre nubes de horror,
lo exige el honor.

(Sale el coro con rapidez)

Escena Segunda

(Enrique y Raimundo entran. Enrique 
avanza amenazante, Raimundo lo sigue
triste y silencioso. Breve pausa)

NORMANNO
(acercándose respetuosamente 
a Enrique)
¡Estás turbado!

ENRIQUE
Y por buenas razones. Lo sabes bien:
la estrella de mi destino ha caído;
pero Edgardo, el mortal enemigo 
de mi familia, de entre sus ruinas 
levanta audaz la frente y se ríe!
Sólo puede una mano venir en mi ayuda
y defender mi vacilante poder.
Lucía no quiere aceptar esa mano...
¡Ah! ¡Esa no es mi hermana!

RAIMUNDO 
(Con tono de quien busca calmar 
la cólera del otro)
Afligida joven, que aún llora sobre 
el sepulcro de su madre, ¿podría tan 
pronto girar su rostro al tálamo? 
Respetemos un corazón que, traspasado
por el dolor, esquiva el amor.

NORMANNO
(con ironía)
¿Esquiva el amor?
¡Lucía arde de amor!

ENRIQUE
¿Qué mascullas?

RAIMUNDO 
(Aparte)
¡Oh, duras palabras!

NORMANNO
Oidme. Una vez que ella
se dirigía al recóndito
lugar del bosque donde su madre
está enterrada, un toro
impetuoso se abalanzó
contra ella, cuando
súbitamente se oyó retumbar
un disparo y la bestia
cayó fulminada.

ENRIQUE
¿Y quién disparó ese tiro?

NORMANNO
Uno que ocultó su nombre con un velo.

ENRIQUE
Quizá Lucía...

NORMANNO
Se enamoró.

ENRIQUE
Así, pues, ¿lo volvió a ver?

NORMANNO
Cada amanecer.

ENRIQUE
¿Dónde?

NORMANNO
En aquel lugar.

ENRIQUE
¡Tiemblo! 
¿Has descubierto al seductor?

NORMANNO
Sólo tengo sospechas.

ENRIQUE
¡Ah, habla!

NORMANNO
Es tu enemigo.

RAIMUNDO
(Aparte)
¡Oh cielos!

NORMANNO
Tú lo detestas.

ENRIQUE
¿Podría ser... Edgardo?

RAIMUNDO
(Aparte)
¡Ah!

NORMANNO
¡Tú lo has dicho!

ENRIQUE
¡Me has desatado una cruel
y funesta ira en el pecho!
¡Es demasiado, demasiado
horrible esta fatal sospecha!
Me hiela y me hace temblar...
me pone los pelos de punta.
Ver llena de tanto oprobio a
aquella que como hermana mía nació.

(Con terrible gesto de desprecio)

Te presentas ante mí
como culpable de un pérfido amor,
si te alcanzara un rayo
sería menos amargo mi dolor...

NORMANNO
¡Por respeto a tu
honra, he sido cruel contigo!

RAIMUNDO
(Aparte)
Imploro tu clemencia;
haz que no sea cierto, ¡Oh cielos!

Escena Tercera

(cazadores, Normanno y Enrique)

CORO 
(acercándose a Normanno)
Tu sospecha es cierta.

NORMANNO
(a Enrique)
¿Lo oyes?

ENRIQUE
¡Contadme!

RAIMUNDO Y CORO
(Aparte)
¡Qué día!

CORO
Fatigados después de
errar todo el día,
nos acogimos al patio
en ruinas de la torre;
y he aquí que lo cruza
en silencio un hombre pálido.
Al pasar junto a nosotros, 
observamos de cerca 
al desconocido, pero 
él se ocultó a nuestras miradas... 
Su nombre nos lo dijo un 
halconero... se llama...

ENRIQUE
¿Como?

CORO
Edgardo.

ENRIQUE
¡Él! 
¡Oh, ira, oh ira que me enciendes,
mi corazón no puede contenerte!

RAIMUNDO
¡Ah, no des crédito,
no, no...!

ENRIQUE
No, mi corazón no puede
contenerte, no, no puede... no, no...

RAIMUNDO
No hagas caso. 
¡Ella... Ah!

ENRIQUE
No, no.

RAIMUNDO
¡Óyeme!

ENRIQUE
¡No quiero escuchar!
En vano tus nobles sentimientos
piden piedad en su favor.
Sólo te escucharé
si me hablas de venganza.
¡Desdichados! Mi furor
sobre vosotros ruge...
Apagaré con sangre la llama
impía que os consume...
¡Sí, sí, la apagaré!
¡Con sangre la apagaré!

RAIMUNDO
¡No, no, no puede!
¡No, no, no puede!

CORO
¡Sí, sí la apagará!
¡Sí, sí la apagará!

(Sale Enrique y todos lo siguen)

Escena Cuarta

(Jardín. Al fondo de la escena 
el castillo, con puerta transitable.
Se ve la Fuente de la Sirena, 
fuente una vez cubierta de un bello 
edificio, con todas las bellezas 
de la arquitectura gótica, pero que
está en ruinas. Ha caído el tejado,
el muro caído, y el agua de la fuente
se derrama entre las ruinas
alrededor, formando un arroyo.
Está anocheciendo y Lucía viene
del castillo con Alisa: ambas muy
agitadas. Ella mira alrededor
como si buscara a alguien,
pero al ver la fuente
vuelve la mirada a otro lado)

LUCÍA
¡Todavía no ha llegado!

ALISA
¡Incauta!... ¡Por qué me has traído!
¡Ahora que tu hermano ya está aquí
es una gran locura!

LUCÍA
¡Dices bien! Edgardo sabe 
qué horrible peligro le acecha.

ALISA
¿Por qué con horror, vuelves la vista
a uno y otro lado?

LUCÍA
Esta fuente, ¡Ah!... no puedo jamás
mirar sin temor. Tú lo sabes bien:
Un Ravenswood, ardiendo de celoso
furor, mató aquí a su amada,
y la infeliz cayó al agua
y aquí permanece sepultada...
Se me apareció su sombra...

ALISA
¡Qué dices!

LUCÍA
¡Escucha!
Reinaba el silencio,
en la noche profunda y oscura,
iluminaba la fuente
un pálido rayo de luna...
cuando un gemido apagado
se oyó entre las brisas
y aquí, sobre esa orilla,
se me apareció el espectro! ¡Ah!
Sus labios se movían como
si me hablase,
y con su mano exánime 
parecía llamarme. 
Estuvo un instante inmóvil, 
y después se esfumó veloz... 
y las aguas, antes tan limpias, 
de sangre se tiñeron...

ALISA
¡Oh cielos! En tus palabras descubro
claros y trágicos presagios!
¡Ah! ¡Lucía, Lucía, desiste
de un amor tan funesto!

LUCÍA
Él es la luz de mis días,
y solaz de mis penas.
Cuando poseído por amor ardiente,
me jura eterna fe con palabras 
del corazón, arrebatado
por el amor ardiente...
olvido mis pesares,
el llanto se torna gozo...
Me parece que a su lado
el cielo se abre para mí...

ALISA
¡Ah!, días de amargo llanto,
¡ah!, se acercan para ti.
¡Ah! Lucía, ¡ah! ¡desiste!

LUCÍA
¡Ah! Cuando, arrebatado, etc.

ALISA
Él se acerca... la puerta
vigilaré atenta.

(Alisa vuelve al castillo)

Escena Quinta

(Entra Edgardo.)

EDGARDO
Lucía, perdona que a hora
tan inusitada haya querido verte.
Una poderosa razón
me obliga a ello.
Antes que el alba
brille en todo su esplendor,
estaré lejos de las costas
de mi patria.

LUCÍA
¿Qué dices?

EDGARDO
Izo mi vela hacia la costa francesa;
Allí podré tratar de asuntos que
Afectan a la suerte de Escocia.

LUCÍA
¿Y me dejas así,
en medio del llanto?

EDGARDO
Antes de dejarte me presentaré
a Ashton, le ofreceré la diestra
y pediré tu mano en señal
de paz entre nosotros.

LUCÍA
¿Qué oigo?
¡Ah, no! Quede oculto en el silencio,
de momento, el amor secreto.

EDGARDO
(con amargura)
Comprendo...
¡El enemigo
de mi familia todavía no está
satisfecho de mis desgracias!
¡Me quitó el padre
y me despojó de mi fortuna!
¿No es bastante?
¿Qué más quiere aquel corazón
feroz y cruel?
¿Toda mi perdición, mi sangre?
Me odia.

LUCÍA
¡Ah! no.

EDGARDO
(con fuerza)
Me detesta.

LUCÍA
¡Oh cielos! ¡Calma esa extrema ira!

EDGARDO
¡Una llama recorre mi cuerpo!
¡Óyeme!

LUCÍA
¡Edgardo!

EDGARDO
¡Óyeme y tiembla!
Ante la tumba que conserva 
al padre traicionado, 
juré en mi furor 
eterna guerra a tu familia.

LUCÍA
¡Ah!

EDGARDO
Pero te vi, y en mi corazón 
nació otro afecto, la ira se disipó.
Puesto que el voto no ha sido roto
podría aún llevarlo a cabo, ¡sí! ¡sí!

LUCÍA
¡Oh!, ten calma...
¡oh! tranquilízate...

EDGARDO
¡Ah! ¡Lucía!

LUCÍA
Una sola palabra puede traicionarnos 
¿No te basta con mi pena? 
¿Quieres que yo muera de temor?

EDGARDO
¡Ah, no!

LUCÍA
Haz que ceda todo otro sentimiento, 
que sólo el amor llene tu pecho.
Un más noble y más sagrado
afecto es el amor puro.

EDGARDO
Pero aquel voto no está roto... 
yo podría aún cumplirlo...

LUCÍA
Que sólo el amor llene tu pecho...
Cede, cede por mí, cede al amor...

EDGARDO
(con rápida resolución)
Aquí, ante el ciclo
júrame fidelidad 
eterna de esposa. 
Dios nos escucha, nos ve, 
es templo y altar un 
corazón amante.

(poniendo a Lucía una sortija)

A tu destino uno el mío.
Soy tu esposo.

LUCÍA
(a su vez, dando una 
sortija a Edgardo)
Y yo soy tuya.

EDGARDO Y LUCÍA
¡Ah! Nuestro ardor sólo será
apagado por el hielo de la muerte.

LUCÍA
Como prueba de mi voto llamo al amor, 
y como testigo invoco al cielo...

EDGARDO
Sea testigo de mis votos el cielo...
Ahora conviene separarnos.

LUCÍA
¡Oh! ¡Palabra para mí funesta!
Mi corazón se va contigo.

EDGARDO
Mi corazón se queda aquí contigo.

LUCÍA
¡Ah! ¡Edgardo! ¡Ah! ¡Edgardo!

EDGARDO
Ahora conviene que nos separemos.

LUCÍA
¡Ah! Envía alguna vez una carta, 
una prueba de tus sentimientos
y así nutriré de esperanzas
mi fugitiva vida.

EDGARDO
Yo siempre conservaré vivo
tu recuerdo, oh querida.

LUCÍA
¡Ah!, llegarán hasta ti con la brisa
mis ardientes suspiros,
en las olas del mar oirás
el eco de mis lamentos.
Pensando que yo me alimento
de gemidos y de dolor,
deja que una amarga lágrima
humedezca esta prenda.

EDGARDO
Llegarán hasta ti con la brisa, etc.
mis ardientes suspiros,
en las olas del mar oirás
el eco de mis lamentos.
Pensando que yo me alimento
de gemidos y de dolor,
deja que una amarga lágrima
humedezca esta prenda.

EDGARDO Y LUCÍA
Llegarán hasta ti con la brisa, etc.
mis ardientes suspiros,
en las olas del mar oirás
el eco de mis lamentos.
Pensando que yo me alimento
de gemidos y de dolor,
deja que una amarga lágrima
humedezca esta prenda.

LUCÍA
Tu carta guardará tu recuerdo
viviendo en mi corazón

EDGARDO
¡Querida! ¡Oh, Lucía!
Debo partir...

LUCÍA
Adiós...

EDGARDO
¡Recuerda! ¡Nos ha unido el cielo!

LUCÍA
¡Edgardo!

EDGARDO
¡Adiós!

(Edgardo sale; Lucía va al castillo)
PARTE SECONDA:                          
    "Il contratto nuziale" 

Scena Prima

(Gabinetto negli appartamenti di 
Lord Asthon. Enrico e Normanno.
Enrico è seduto presso un tavolino: 
Normanno sopraggiunge.)

NORMANNO
Lucia fra poco a te verrà.

ENRICO
Tremante L'aspetto. 
A festeggiar le nozze illustri
Già nel castello i nobili congiunti
Giunser di mia famiglia; in breve Arturo
Qui volge...

(sorgendo agitatissimo)

E s'ella pertinace osasse d'opporsi?...

NORMANNO
Non temer: la lunga assenza
Del tuo nemico, i fogli
Da noi rapiti, e la bugiarda nuova
Ch'egli s'accese d'altra fiamma, 
in core di Lucia 
spegneranno il cieco amore.

ENRICO
Ella s'avanza!... Il simulato foglio

(Normanno gli dà un foglio)

Porgimi, ed esci sulla via che tragge
Alla città regina di Scozia; 
e qui fra plausi, e liete grida
Conduci Arturo.

(Normanno esce.)

Scena Seconda

(Lucia si arresta presso la soglia: la 
pallidezza del suo volto, il guardo 
smarrito, e tutto in lei annunzia 
i patimenti ch'ella sofferse ed i primi 
sintomi d'un'alienazione mentale)

ENRICO
Appressati, Lucia.

(Lucia si avanza alcuni passi macchinalmente,
e sempre figgendo lo sguardo immobile negli
occhi di Enrico)

Sperai più lieta in questo dì vederti,
In questo dì, che d'imeneo le faci
Si accendono per te. 
Mi guardi, e taci?

LUCIA
Il pallor funesto orrendo
Che ricopre il volto mio
Ti rimprovera tacendo
Il mio strazio... il mio dolore.
Perdonar ti possa Iddio
L'inumano tuo rigor.
E il mio dolor.

ENRICO
A ragion mi fe' spietato
Quel che t'arse indegno affetto...
Ma si taccia del passato...
Tuo fratello io sono ancor.
Spenta è l'ira nel mio petto
Spegni tu l'insano amor.
Nobil sposo...

LUCIA
Cessa... ah! cessa.

ENRICO
Come?

LUCIA
Ad altr'uomo giurai mia fè.

ENRICO
(iracondo)
Nol potevi...

LUCIA
Enrico!...

ENRICO
Nol potevi!...

LUCIA
Ad altr'uomo giurai mia fè.

ENRICO
(raffrenandosi)
Or basti.

(porgendole il foglio, ch'ebbe da Normanno)

Questo foglio appien ti dice,
Qual crudel, qual empio amasti!
Leggi!

LUCIA
(legge: la sorpresa, ed il più vivo affanno 
si dipingono nel suo volto, ed un tremito 
l'investe dal capo alle piante)
Il core mi balzò!

ENRICO
(accorrendo in di lei soccorso.)
Tu vacilli!...

LUCIA
Me infelice!...
Ahi!... la folgore piombò!
Soffriva nel pianto... 
languìa nel dolore...
La speme... 
la vita riposi 
in un core...
L'istante di morte 
è giunto per me.
Quel core infedele 
ad altra si diè!...

ENRICO
Un folle ti accese, un perfido amore:
Tradisti il tuo sangue 
per vil seduttore

LUCIA
Oh! Dio!

ENRICO
Ma degna dal cielo ne avesti mercè:
Quel core infedele ad altra si diè!

(si ascoltano echeggiare in lontananza 
festivi suoni, e clamorose grida)

LUCIA
Che fia!...

ENRICO
Suonar di giubilo
Senti la riva?

LUCIA
Ebbene?

ENRICO
Giunge il tuo sposo.

LUCIA
Un brivido
Mi corse per le vene!

ENRICO
A te s'appresta il talamo!...

LUCIA
La tomba a me s'appresta!

ENRICO
Ora fatale è questa!

LUCIA
Ho sugli occhi un vel!

ENRICO
M'odi.
Spento è Guglielmo... ascendere
Vedremo in trono Maria...
Prostrata è nella polvere
La parte ch'io seguia...

LUCIA
Ah! Io tremo!...

ENRICO
Dal precipizio
Arturo può sottrarmi,
Sol egli!...

LUCIA
Ed io? Ed io?...

ENRICO
Salvarmi devi.

LUCIA
Enrico!

ENRICO
Vieni allo sposo!

LUCIA
Ad altro giurai!

ENRICO
Devi salvarmi...

LUCIA
Ma!...

ENRICO
Il devi!

(in atto di uscire)

LUCIA
Oh ciel!.. Oh ciel!

ENRICO
(ritornando a Lucia, e con accento 
rapido, ma energico)
Se tradirmi tu potrai,
La mia sorte è già compita...
Tu m'involi onore, e vita;
Tu la scure appresti a me...
Ne' tuoi sogni mi vedrai
Ombra irata e minacciosa!...
Quella scure sanguinosa
Starà sempre innanzi a te!

LUCIA
(volgendo al cielo gli occhi gonfi 
di lagrime)
Tu che vedi il pianto mio...
Tu che leggi in questo core,
Se respinto il mio dolore
Come in terra in ciel non è.
Tu mi togli, eterno Iddio,
Questa vita disperata...

ENRICO
Ah! Quella scure sanguinosa
starà sempre innanzi a te

LUCIA
Ah! Io son tanto sventurata,
Che la morte è un ben per me!

(Enrico parte affrettatamente. Lucia 
si abbandona su d'una seggiola, ove resta 
qualche momento in silenzio.)

Scena Terza

(Lucia vendendo giungere Raimondo, 
gli va incontro ansiosissima)

LUCIA
Ebben?

RAIMONDO
Di tua speranza l'ultimo raggio tramontò! 
Credei, al tuo sospetto, che il fratel chiudesse
tutte le strade, onde sul Franco suolo,
all'uomo che amar giurasti
Non giungesser tue nuove: 
Io stesso un foglio da te vergato, 
per secura mano recar gli feci... 
Invano! Tace mai sempre... 
Quel silenzio assai D'infedeltà ti parla!

LUCIA
E me consigli?

RAIMONDO
Di piegarti al destino.

LUCIA
E il giuramento?...

RAIMONDO
Tu pur vaneggi! 
I nuziali voti
Che il ministro di Dio non benedice
nè il ciel, 
nè il mondo riconosce.

LUCIA
Ah! cede persuasa la mente...
Ma sordo alla ragion 
resiste il core.

RAIMONDO
Vincerlo è forza.

LUCIA
Oh, sventurato amore!

RAIMONDO
Ah! Cedi, cedi o più sciagure
ti sovrastano infelice...
Per le tenere mie cure,
Per l'estinta genitrice
Il periglio d'un fratello
deh ti mova; e cangi il cor...
O la madre nell'avello
fremerà per te d'orror.

LUCIA
Ah! Ah! Taci...

RAIMONDO
La madre! Il fratello!

LUCIA
Taci... taci: tu vincesti...
Non son tanto snaturata.

RAIMONDO
Oh! qual gioia in me tu desti!
Oh qual nube hai dissipata!...
Al ben de' tuoi qual vittima
offri Lucia, te stessa;
e tanto sacrifizio
scritto nel ciel sarà.
Se la pietà degli uomini
a te non fia concessa;
v'è un Dio, che tergere
il pianto tuo saprà.

LUCIA
Guidami tu... tu reggimi..
Son fuori di me stessa!..
Lungo crudel supplizio
La vita a me sarà!

RAIMONDO
Si, figlia, coraggio.
Qual nube hai disgombrata!

(Partono.)

Scena Quarta

(Magnifica sala, pomposamente ornata 
pel ricevimento di Arturo. Nel fondo 
una porta praticabile. Altre porte laterali. 
Enrico, Arturo, Normanno, cavalieri e dame 
congiunti di Asthon, paggi, armigeri, 
abitanti di Lammermoor, e domestici, 
tutti inoltrandosi dal fondo)

CORO
Per te d'immenso giubilo
Tutto s'avviva intorno
Per te veggiam rinascere
Della speranza il giorno
Qui l'amistà ti guida,
Qui ti conduce amore,
Qual astro in notte infida
Qual riso nel dolor.

ARTURO
Per poco fra le tenebre
Sparì la vostra stella;
Io la farò risorgere
Più fulgida e più bella.
La man mi porgi Enrico...
Ti stringi a questo cor.
A te ne vengo amico,
Fratello e difensor.

CORO
Per te d'immenso giubilo
Tutto s'avviva intorno
Per te veggiam rinascere
Della speranza il giorno
Qui l'amistà ti guida,
Qui ti conduce amore,

ARTURO
A te ne vengo amico,
Fratello e difensor.

CORO
Qual astro in notte infida
Qual riso nel dolor...
Fratello e difensor!

ARTURO
Dov'è Lucia?

ENRICO
Qui giungere or la vedrem... 

(In disparte ad Arturo)

Se in lei
Soverchia è la mestizia,
Maravigliarti, no, no,  non dei.
Dal duolo oppressa e vinta
Piange la madre estinta...

ARTURO
M'è noto, si, si, m'è noto.

ENRICO
Soverchia è la mestizia
Ma piange la madre.

ARTURO
Or solvi un dubbio:
Fama suonò, che Edgardo
Sovr'essa temerario
Alzare osò lo sguardo...
Temerario...

ENRICO
È vero quel folle ardia, ma...

ARTURO
Ah!

CORO
S'avanza qui Lucia; s'avanza.

ENRICO
(Ad Arturo)
Piange la madre estinta...

Scena Quinta

(Lucia, nel massimo abbattimento, 
è sostenuta da Raimondo ed Alisa)

ENRICO
(presentando Arturo a Lucia)
Ecco il tuo sposo...

(Lucia fa un movimento come per 
retrocedere. Sommessamente a Lucia)

Incauta!...
Perder mi vuoi?

LUCIA
(Fra sè)
Gran Dio!

ARTURO
Ti piaccia i voti accogliere
del tenero amor mio...

ENRICO
(A Lucia)
Incauta!

(accostandosi ad un tavolino su cui è 
il contratto nuziale, e troncando 
destramente le parole ad Arturo)

Omai si compia il rito.

LUCIA
(Fra sè)
Gran Dio!

ENRICO
(ad Arturo)
T'appressa.

ARTURO
Oh dolce invito!

(avvicinandosi ad Enrico che 
sottoscrive il contratto, egli vi 
appone la sua firma. Intanto
Raimondo, ed Alisa conducono la 
tremebonda Lucia verso il tavolino.)

LUCIA
(fra sè)
Io vado al sacrifizio!...

RAIMONDO
(In disparte)
Reggi buon Dio l'afflitta.

ENRICO
(piano a Lucia, e scagliandole furtive, 
e tremende occhiate)
Non esitar. Scrivi!

LUCIA
(fra sè)
Me misera!...

(piena di spavento, e quasi fuor 
di se medesima, segna l'atto)

La mia condanna ho scritta!

ENRICO
(fra sè)
Respiro!

LUCIA
(fra sè)
Io gelo e ardo!..
Io manco!...

(Si ascolta dalla porta in fondo lo strepito 
di persona che è per entrare a forza)

TUTTI
Qual fragor!...
Chi giunge?...

Scena Sesta

(Entra Edgardo)

EDGARDO
(Con voce e atteggiamento terribili. Egli è
ravvolto in gran mantello)
Edgardo!

GLI ALTRI
Edgardo!...

LUCIA
Oh fulmine!...

(cade tramortita) 

GLI ALTRI
Oh terror!...

(Lo scompiglio è universale. Alisa, col 
soccorso di alcune donne solleva Lucia, 
e l'adagia su una seggiola.)

EDGARDO
(In disparte)
Chi mi frena in tal momento?...
Chi troncò dell'ire il corso?
Il suo duolo, il suo spavento
Son la prova d'un rimorso!...
Ma, qual rosa inaridita,
Ella sta fra morte e vita!...
Io son vinto... son commosso...
T'amo, ingrata, t'amo ancor! 

ENRICO
(In disparte)
Chi trattiene il mio furore,
E la man che al brando corse?
Della misera in favore
Nel mio petto un grido sorse!
È il mio sangue! io l'ho tradita!
Ella sta fra morte e vita!...
Ah! che spegnere non posso
Un rimorso nel mio cor!

LUCIA
(riavendosi. In disparte)
Io sperai che a me la vita
Tronca avesse il mio spavento...
Ma la morte non m'aita...
Vivo ancor per mio tormento!
Da' miei lumi cadde il velo...
Mi tradì la terra e il cielo!...
Vorrei pianger, ma non posso...
Ah, mi manca il pianto ancor! 

RAIMONDO
(Fra sè)
Qual terribile momento!...
Più formar non so parole!...
Densa nube di spavento
Par che copra i rai del sole! 
Come rosa inaridita
Ella sta fra morte e vita!...
Chi per lei non è commosso
Ha di tigre in petto il cor.

EDGARDO
(Fra sè)
Chi mi frena in tal momento?
Ma chi? Chi? Come rosa inaridita
Ella sta fra morte e vita!...
Ingrata! T'amo ancor,
si, t'amo ancor!

ENRICO
(In disparte)
È mio sangue! L'ho tradito!
Ella sta fra morte e vita...
Spegnere non posso i rimorsi...

ARTURO
(Fra sè)
Qual terribile momento!...
Più formar non so parole!...
Densa nube di spavento
Par che copra i rai del sole! 
Come rosa inaridita
Ella sta fra morte e vita!...
Chi per lei non è commosso
Ha di tigre in petto il cor.

ALISA E CORO
(In disparte)
Come rosa inaridita
Ella sta fra morte e vita!...
Chi per lei non è commosso
Ha di tigre in petto il cor.

LUCIA
(Fra sè)
Vorrei piangere e non posso...
M'abbandona il pianto ancor!

EDGARDO
(Fra sè)
Ah, son vinto, son commosso
t'amo ingrata, t'amo ancor!

ENRICO
(Fra sè)
Ah! È mio sangue, l'ho tradita!
Ella sta fra morte e vita!
Ah! Che spegnere non posso,
I rimorsi del mio cor!

RAIMONDO
(Fra sè)
Chi per lei non è commosso
ha di tigre in petto il cor!

ENRICO, ARTURO
(scagliandosi con le spade denudate contro
Edgardo)
T'allontana sciagurato...
O il tuo sangue fia versato...

CORO
T'allontana sciagurato!

EDGARDO
(traendo anch'egli la spada)
Morirò, ma insiem col mio
Altro sangue scorrerà.

RAIMONDO
(mettendosi in mezzo alle parti 
avversarie, ed in tuono autorevole.)
Rispettate in me di Dio
la tremenda maestà.
In suo nome io vel comando,
Deponete l'ira e il brando...
Pace, pace... egli aborrisce
L'omicida, e scritto sta:
"Chi di ferro altrui ferisce,
Pur di ferro perirà."
Pace, pace!

(Tutti ripongono le spade. Un 
momento di silenzio.)

ENRICO
(facendo qualche passo verso Edgardo, 
e guardandolo biecamente di traverso)
Sconsigliato! in queste porte
Chi ti guida?

EDGARDO
(altero)
La mia sorte,
Il mio dritto... 

ENRICO
Sciagurato!

EDGARDO
Sì! Lucia
La sua fede a me giurò.

RAIMONDO
Ah, questo amor funesto oblia;
Ella è d'altri!...

EDGARDO
D'altri?... ah! no.

RAIMONDO
(gli presenta il contratto nuziale)
Mira.

EDGARDO
(dopo averlo rapidamente letto, e 
figgendo gli occhi in Lucia)
Tremi!... ti confondi!
Son tue cifre?

(mostrando la di lei firma)

A me rispondi:

(con più forza)

Son tue cifre? Rispondi.

LUCIA
(con voce simigliante ad un gemito)
Sì...

EDGARDO
(soffocando la sua collera)
Riprendi
Il tuo pegno, infido cor.

(le rende il di lei anello)

LUCIA
Ah!

EDGARDO
Il mio dammi!

LUCIA
Almen...

EDGARDO
Lo rendi.

LUCIA
Edgardo! Edgardo!

(Lo smarrimento di Lucia lascia divedere, 
che la mente turbata della infelice intende 
appena ciò che fa: quindi si toglie tremando 
l'anello dal dito, di cui Edgardo s'impadronisce 
sul momento.)

EDGARDO
Hai tradito il cielo, e amor!

(sciogliendo il freno del represso sdegno 
getta l'anello, e lo calpesta)

Maledetto sia l'istante
Che di te mi rese amante...
Stirpe iniqua... abbominata
Io dovea da te fuggir!...
Abbominata, maledetta,
Io dovea da te fuggir!

LUCIA
Ah!

EDGARDO
Ah! Vi disperda!

ENRICO
Insano ardir! Esci!

RAIMONDO
Insano ardir! Pace!

CORO
Insano ardir!

ARTURO, NORMANNO, CORO
Esci, fuggi il furor che accende ne
Solo un punto i suoi colpi sospende...
Ma fra poco più atroce, più fiero
Sul suo capo abborrito cadrà...

RAIMONDO
Infelice, t'invola... t'affretta...

(ad Edgardo)

I tuoi giorni... il tuo stato rispetta.
Vivi... e forse il tuo duolo fia spento:
Tutto è lieve all'eterna pietà.

LUCIA
(cadendo in ginocchio)
Dio lo salva... in sì fiero momento
D'una misera ascolta il lamento...
È la prece d'immenso dolore
Che più in terra speranza non ha...
È l'estrema domanda del core,
Che sul labbro spirando mi sta!

EDGARDO
(gettando la spada, ed offrendo 
il petto a' suoi nemici)
Trucidatemi, e pronubo al rito
Sia lo scempio d'un core tradito...
Del mio sangue bagnata la soglia
Dolce vista per l'empia sarà!...
Calpestando l'esangue mia spoglia
All'altare più lieta se ne andrà!

ENRICO, ARTURO E CORO
Va! T'invola
La macchia d'oltraggio sì nero
Lavata col sangue sarà.
Esci, fuggi, il furor che mi accende
solo un punto i suoi colpi sospende..
Ma fra poco più atroce, più fiero...
Sul tuo capo abborrito cadrà.

ALISA, RAIMONDO E CORO
Deh! Ti salva! Infelice!
T'invola... t'affretta!
I tuoi giorni... il suo stato rispetta...
Vivi, e forse il tuo duolo fia spento,
tutto è lieve all'eterna pietà.
Quante volte ad un solo tormento
Mille gioie apprestate non ha.

(Raimondo sostiene Lucia, in cui l'ambascia è
giunta all'estremo: Alisa, e le Dame son loro
d'intorno. Gli altri incalzano Edgardo fin
presso la soglia. Intanto si abbassa la tela.)
PARTE SEGUNDA:
      "El contrato nupcial" 

Escena Primera

(Estancia en los apartamentos de 
Lord Ashton. Enrique y Normanno.
Enrique está sentado cerca de una mesa:
 llega Normanno.)

NORMANNO
Dentro de poco Lucía vendrá a ti. 

ENRIQUE
La espero tembloroso.
Los nobles miembros de mi familia 
han llegado ya al castillo
para celebrar las ilustres bodas. 
En breve Arturo se presentará aquí... 

(Se levanta muy agitado)

¿Y si ella, obstinada, osa oponerse?...

NORMANNO
No temas: la larga ausencia
de tu enemigo, las cartas secuestradas
por nosotros y la falsa nueva de que él
se ha interesado por otra mujer, 
borrarán la llama del corazón
de Lucía.

ENRIQUE
¡Se acerca! Dame la carta simulada...

(Normanno le da la carta)

y dirígete 
a la ciudad real de Escocia; 
y regresa, entre aplausos y muestras 
de júbilo, con Arturo.

(Sale Normanno)

Escena Segunda

(Lucía se detiene bajo el umbral; 
la palidez de su rostro, el extravío 
de su mirada, todo anuncia en ella 
el sufrimiento que padece, y los primeros 
síntomas de un desequilibrio mental.)

ENRIQUE
Acércate, Lucía.

(Lucía avanza maquinalmente,
y siempre con la mirada fija
en los ojos de Enrique)

Confiaba en verte hoy más alegre
Pues para ti se encienden
las antorchas de Himeneo... 
¿Me miras y callas?

LUCÍA
La palidez funesta, horrorosa
que se dibuja en mi rostro,
te manifiesta, a pesar de mi
silencio, mi tragedia y mi dolor.
Pueda Dios perdonarte
tu inhumano rigor 
y mi dolor.

ENRIQUE
El afecto ruin que te ardía en el pecho
me hizo con razón despiadado; 
pero son cosas del pasado; todavía soy
tu hermano. La ira ha
desaparecido de mi pecho,
olvida tú el amor insano.
Un noble esposo...

LUCÍA
¡Calla... ¡ah! calla!

ENRIQUE
¿Cómo?

LUCÍA
Juré fidelidad a otro hombre.

ENRIQUE
(iracundo)
¡No debiste!...

LUCÍA
¡Enrique!

ENRIQUE
¡No debiste!...

LUCÍA
A otro juré fidelidad.

ENRIQUE
(refrenándose)
¡Ya basta!

(dando la carta que le ha dado Normanno)

Esta carta te demuestra claramente
a qué cruel e impío amaste.
¡Lee!

LUCÍA
(Lucía lee, la sorpresa y aflicción
le cubren el rostro, un temblor 
la recorre de la cabeza a los pies.)
¡Ah! ¡Un vuelco me ha dado el corazón!

ENRIQUE
(corriendo en su ayuda)
Vacilas...

LUCÍA
¡Infeliz de mi!... 
¡Ay!... ¡Cayó el rayo!
Sufría en el llanto...
languidecía en el dolor...
puse la vida,
la esperanza
en un corazón.
Ha llegado el instante 
de la muerte para mí. 
¡Aquel corazón infiel 
se ha entregado a otra!

ENRIQUE
Un loco, un pérfido amor te encendió;
traicionaste tu sangre 
por un vil seductor.

LUCÍA
¡Oh Dios!

ENRIQUE
Mas del cielo recibiste lo que merecías:
aquel corazón infiel lo ha dado a otra.

(Se pueden oír a lo lejos sones 
festivos y clamor de alegría.)

LUCÍA
¿Qué es eso?...

ENRIQUE
Sones de júbilo...
¿los oyes desde la orilla?

LUCÍA
¿Y pues?

ENRIQUE
Ya llega tu esposo.

LUCÍA
¡Un escalofrío me corre
por las venas!

ENRIQUE
¡Se te prepara el tálamo nupcial!

LUCÍA
¡Se me prepara la tumba!

ENRIQUE
Éste es el momento fatal...

LUCÍA
¡Un velo cubre mis ojos!

ENRIQUE
Óyeme: 
Guillermo ha muerto, pronto veremos
subir a María al trono...
Está postrado en el suelo
el partido que yo seguía.

LUCÍA
¡Ah! ¡Yo tiemblo!

ENRIQUE
Del precipicio, 
Arturo puede salvarme, 
¡sólo él!

LUCÍA
¿Y yo?, ¿Y yo?

ENRIQUE
¡Tienes que salvarme!

LUCÍA
¡Enrique!

ENRIQUE
Recibe a tu esposo.

LUCÍA
Estoy prometida a otro.

ENRIQUE
Tienes que salvarme.

LUCÍA
Pero...

ENRIQUE
¡Tienes que hacerlo!

(Va a salir)

LUCÍA
¡Oh cielos, cielos!

ENRIQUE
(volviendo hacia Lucía, y con acento
rápido, pero enérgico)
Si decides traicionarme
mi suerte está ya echada.
Tú me quitas vida y honor,
tú me preparas el patíbulo.
En tus sueños apareceré como
sombra airada y amenazante;
el patíbulo sangriento
siempre estará ante ti.

LUCÍA
(dirigiendo al cielo los ojos 
llenos de lágrimas)
Tú que ves mi llanto,
tú que lees en mi corazón,
si mi dolor en la tierra es rechazado
en los cielos no lo es.
Quítame, oh Dios eterno,
esta vida desventurada

ENRIQUE
¡Ah! El patíbulo sangriento
siempre estaré ante ti.

LUCÍA
¡Ah! Estoy tan desesperada que la
muerte me resulta un bien.

(Enrique parte rápidamente. Lucía
se deja caer en una silla, quedando
algunos momentos en silencio)

Escena Tercera

(Lucía viendo acercarse a Raimundo,
sale a su encuentro con impaciencia)

LUCÍA
¿Y bien?

RAIMUNDO
La última esperanza se acaba como tú,
sospecho que tu hermano a interceptado
todos los caminos para que no llegue,
en suelo francés, tu carta al hombre
al que prometiste tu amor:
Yo mismo he enviado, por manos seguras,
la carta que tú escribiste...
¡En vano! Él persiste en callar...
¡el silencio es prueba de infidelidad!

LUCÍA
Y ¿qué me aconsejas?

RAIMUNDO
Abandonarte a tu destino

LUCÍA
¿Y el juramento?...

RAIMUNDO
¡Divagas! Los juramentos nupciales
que no han sido bendecidos 
por el ministro de Dios
no tienen valor, ni ante el cielo 
ni ante los hombres

LUCÍA
¡Ah! La razón puede ser convencida
pero el corazón persiste sordo 
a la voz de la razón

RAIMUNDO
Debes resistirte

LUCÍA
¡Oh, amor desgraciado!

RAIMUNDO
¡Ah! Abandona., abandona miserable
vas al encuentro de grandes desgracias.
Por todas las inquietudes que presiento,
por tu difunta madre,
por tu hermano en peligro,
cambia tus sentimientos...
o, en su tumba, tu madre
temblará de horror por ti.

LUCÍA
¡Ah! ¡Ah! Calla...

RAIMUNDO
¡Tu madre! ¡Tu hermano!

LUCÍA
Calla... calla: tú has ganado...
No soy tan inhumana.

RAIMUNDO
¡Oh! ¡Qué alegría haces nacer en mí!
¡Oh! ¡Qué sombrías nubes disipas!
Haces, Lucía, ofrenda de ti misma,
por el bien de tu familia
y tal sacrificio 
encontrará en el cielo su recompensa.
Si la piedad de los hombres
te es negada,
será un Dios el que podrá
enjugar tus llantos

LUCÍA
¡Guíame!... ¡sosténme!
¡Estoy fuera de mí!..
La vida será 
¡un largo y cruel suplicio!

RAIMUNDO
Valor, hija mía,
¡Qué nubarrones has alejado!

(Ellos salen)

Escena Cuarta

(Gran sala del castillo. Todo está 
listo para recibir a Arturo. Al fondo
una puerta practicable. Enrique, Arturo,
Normanno, caballeros y damas, parientes
de los Ashton, pajes, soldados,
habitantes de Lammermoor y criados,
todos avanzando desde el fondo)

CORO
Por ti de inmenso jubilo
todo se aviva alrededor.
Gracias a ti vemos renacer
el día de la esperanza.
Aquí te guía la amistad,
aquí te conduce el amor.
Como estrella en noche cerrada,
como sonrisa en el dolor.

ARTURO
Poco ha, entre las tinieblas,
desapareció vuestra estrella;
yo la haré resurgir
más brillante, más bella.
Dame la mano, Enrique,
estréchame contra tu corazón.
Vengo hasta ti como amigo,
hermano y defensor.

CORO
¡Ah! gracias a ti todas las cosas
toman jubiloso color,
por ti vemos renacer
el día de la esperanza.
Aquí te guía la amistad,
aquí te conduce el amor.

ARTURO
¡Vengo hasta ti como amigo,
hermano y defensor!

CORO
Como estrella en noche cerrada,
como sonrisa en el dolor...
Hermano y defensor.

ARTURO
¿Dónde está Lucía?

ENRIQUE
Pronto la veremos llegar...

(Aparte a Arturo)

Si te parece
melancólica en exceso,
no, no te debes extrañar, no.
Vencida y doblegada por el dolor
llora todavía la madre muerta.

ARTURO
Ya me lo han dicho sí, me lo han dicho.

ENRIQUE
Es excesiva su melancolía,
pero llora a la madre.

ARTURO
Pero resuélveme una duda.
Corrió la voz que Edgardo,
temerario, hacia ella
intentó alzar la mirada
¡Temerario!

ENRIQUE
Es cierto, aquel loco se atrevió, mas...

ARTURO
¡Ah!

CORO
Aquí llega Lucía; aquí llega.

ENRIQUE
(a Arturo)
Llora a su madre muerta.

Escena Quinta

(Lucía sostenida por Raimundo y Alisa, 
entra en un estado de gran abatimiento.)

ENRIQUE
(Presentando Arturo a Lucía)
He aquí tu esposo...

(Lucía hace un movimiento para huir.
Enrique en voz baja, a Lucía.)

¡Incauta! 
¿Me quieres perder?

LUCÍA
(Para sí)
¡Gran Dios!

ARTURO
Acepta con agrado los votos 
de mi tierno amor.

ENRIQUE
(A Lucía)
¡Incauta!

(acercándose a la mesa donde 
está el contrato nupcial e 
interrumpiendo a Arturo)

Cúmplase la ceremonia.

LUCÍA
(Para sí)
¡Gran Dios!

ENRIQUE
(a Arturo)
Acércate.

ARTURO
¡Oh dulce invitación!

(A cercándose a Enrique firma el 
contrato, también Enrique. 
Mientras tanto Raimundo y Alisa 
conducen a la temblorosa Lucía 
hasta el documento.)

LUCÍA
(Para sí)
¡Voy al sacrificio!..

RAIMUNDO
(Aparte)
¡Ayuda, gran Dios, a la afligida!

ENRIQUE
(En voz baja a Lucía, lanzando miradas
furtivas y amenazantes)
¡No dudes... firma!

LUCÍA
(Para sí)
¡Desgraciada de mí!..

(Llena de espanto, y casi perdiendo 
la razón, firma el contrato)

¡He firmado mi propia condena!

ENRIQUE
(Para sí)
¡Respiro!

LUCÍA
(Para sí)
¡Estoy helada y ardiente...
me desvanezco!...

(Se oye tras la puerta el ruido de una 
persona que quiere entrar a la fuerza.)

TODOS 
¿Qué es este ruido? 
¿Quién llega?

Escena Sexta

(Entra Edgardo.)

EDGARDO
(Con voz y ceño terrible. Él está 
envuelto por una capa)
¡Edgardo!

LOS OTROS
¡Edgardo! ¡Oh terror!

LUCÍA
¡Oh rayos!

(Cae desmayada) 

LOS OTROS
¡Oh terror!

(El desorden es general. Alisa, con 
la ayuda de una dama, levanta a Lucía,
y la sienta sobre una silla)

EDGARDO
(Aparte)
¿Quién me frena en tal momento?
¿Quién truncó el curso de las iras?
¡Su dolor, su espanto
son prueba de remordimiento!
¡Pero, como rosa marchita,
ella está entre la muerte y la vida! 
Estoy vencido... estoy conmovido...
te amo, ingrata, ¡aún te amo!

ENRIQUE
(Aparte)
¿Quién detiene mi furor
y la mano que corre hacia la espada?
¡En mi pecho suena un grito
en favor de la miserable!
¡Es mi sangre! ¡Yo la he traicionado! 
Ella está entre la vida y la muerte!.. 
¡Ah, no puedo borrar 
los remordimientos de mi corazón!

LUCÍA
(recuperándose. Aparte)
Confiaba en que mi terror
me hubiese segado la vida,
pero la muerte no me ayuda,
vivo todavía para mi tormento. 
Cae el velo de mis ojos, 
me han traicionado tierra y cielo.
Querría llorar y no puedo,
¡incluso el llanto me abandona!

RAIMUNDO
(Para sí)
¡Qué momento más terrible!
¡Ni siquiera puedo articular
una sola palabra!
¡Una densa nube de temor,
parece que cubra los rayos de sol!
Ella está entre la muerte y la vida.
Quien no se compadece de ella
tiene en el pecho un corazón de tigre.

EDGARDO
(Para sí)
¿Quién me frena en este instante? 
Pero, ¿quién?, Como rosa marchita 
ella está entre la muerte y la vida.
Ingrata, aún te amo,
¡sí, te amo todavía!

ENRIQUE
(Aparte)
¡Es sangre mía y la he traicionado!
Ella está entre la muerte y la vida...
¡No puedo disipar los remordimientos!

ARTURO
(Para sí)
¡Qué terrible momento!
No puedo articular una sola palabra;
¡una densa nube de terror
parece que cubra los rayos del sol!
Como rosa marchita
ella está entre la muerte y la vida.
Quien no se compadece de ella
tiene en el pecho un corazón de tigre.

ALISA Y CORO
(Aparte)
Como rosa marchita
ella está entre la muerte y la vida;
quién no se compadece de ella
tiene en el pecho un corazón de tigre.

LUCÍA
(Para sí)
Quisiera llorar pero no puedo
mis propias lágrimas me abandonan.

EDGARDO
(Para sí)
¡Ah, estoy vencido, estoy conmovido!
¡Te amo ingrata, te amo todavía!

ENRIQUE
(Para sí)
Es mi sangre. ¡Yo la he traicionado!
¡Ella está entre la muerte y la vida!
No puedo disipar
Los remordimientos de mi corazón.

RAIMUNDO
(Para sí)
Quien no se compadece de ella
tiene en el pecho un corazón de tigre.

ARTURO Y ENRIQUE
(Arrojándose con la espada desenvainada
contra Edgardo)
Aléjate desgraciado...
O tu sangre será vertida...

CORO
¡Aléjate, desgraciado!

EDGARDO
(desenvainando su espada)
Moriré, pero con la mía
Otra sangre carrera.

RAIMUNDO
(poniéndose entre los adversarios e
interviniendo con autoridad)
Respetad en mí
la terrible majestad divina.
En su nombre os lo ordeno:
deponed las armas y la ira.
Paz, paz... Él aborrece
al homicida y escrito está:
"Quien a hierro mata,
a hierro morirá"
¡Paz, paz!

(Todos envainan la espada. 
Un instante de silencio.)

ENRIQUE
(dando algunos pasos hacia Edgardo,
y mirándolo de forma siniestra)
Desventurado, ¿quién te ha
guiado hasta esta casa?

EDGARDO
(altivo)
Mi suerte...
¡y mis derechos!

ENRIQUE
¡Desventurado!

EDGARDO
Sí... Lucía
me juró fidelidad.

RAIMUNDO
¡Ah! Olvida este funesto amor:
ella es de otro...

EDGARDO
¿De otro?.. ¡Ah! , no

RAIMUNDO
(presentándole el contrato nupcial)
Mira.

EDGARDO
(después de leerlo rápidamente, y
fijando la mirada en Lucía)
¡Tiemblas... estás confundida!
¿Es tu letra?

(mostrándole la firma)

¡Respóndeme!

(Más fuerte)

¿Es tu letra? ¡responde!

LUCÍA
(con voz débil y lastimera)
Sí.

EDGARDO
(sofocando su cólera)
Recoge 
tu prenda, corazón infiel.

le devuelve el anillo.)

LUCÍA
¡Ah!

EDGARDO
¡Devuélveme el mío!

LUCÍA
Por lo menos...

EDGARDO
¡Devuélvelo!

LUCÍA
¡Edgardo! ¡Edgardo!

(La turbación de Lucía deja ver, que
la mente turbada de la infeliz apenas 
entiende lo que hace: retira temblando 
el anillo del dedo, y Edgardo lo toma
rápidamente)

EDGARDO
¡Has traicionado al cielo y al amor!

(No pudiendo contener más su desprecio,
arroja el anillo y lo pisotea)

Sea maldito el instante
en que te entregué mi amor.
Estirpe inicua..., abominada,
¡yo tenía que haber huido de ti!
Abominada, maldita,
¡tenía que haber huido de ti!

LUCÍA
¡Ah!

EDGARDO
¡Ojalá os disperséis!

ENRIQUE
¡Qué insano atrevimiento! ¡Sal de aquí!

RAIMUNDO
¡Qué insano atrevimiento! ¡Paz!

CORO
¡Que insano atrevimiento!

ARTURO, ENRIQUE Y CORO 
¡Sal! ¡Huye! El furor que me arde 
sólo por un instante se detiene... 
¡Pero dentro de un momento, más atroz 
y fiero, sobre tu odiosa cabeza caerá!

RAIMUNDO
¡Infeliz!, ¡vete.. date prisa!

(A Edgardo)

Ten en cuenta su situación, su estado.
Vive y quizás tu dolor se disipe. 
¡Todo es posible a la Eterna Piedad!

LUCÍA
(poniéndose de rodillas)
Dios, ¡sálvalo en tan duro momento, escucha
de una miserable el lamento!
¡Es el ruego de inmenso dolor
de quien nada espera ya en la tierra!
Es la extrema petición de un corazón 
que está expirando en mis labios.

EDGARDO
(guardando la espada, y ofreciendo
el pecho a sus enemigos)
Matadme y cúmplase el rito nupcial 
destruyendo un corazón traicionado... 
¡Cubierto el tálamo con mi sangre será 
dulce visión para la impía! 
Pasando por encima de mis exangües 
despojos irá más contenta al altar.

ENRIQUE, ARTURO Y CORO 
¡Desaparece! ¡vete!
Un tan negro ultraje,
¡será lavado con sangre! 
¡Sal!, ¡huye!, el furor que me arde 
sólo por un instante se detiene. 
¡Pero dentro de un momento, más atroz 
y más fiero sobre tu odiosa cabeza caerá!

ALISA, RAIMUNDO Y CORO
¡Vamos! ¡Sálvate! ¡Infeliz! 
¡Vete! ¡Date prisa! 
Respeta su situación, su estado. 
Vive y quizás tu dolor se disipe. 
¡Todo es posible a la Eterna Piedad! 
Cuántas veces para un solo tormento 
ha añadido mil alegrías...

(Raimundo sostiene a Lucía, su dolor es 
extremo; Alisa y las damas están a su 
a lado.  Los demás acosan a Edgardo 
hasta el umbral. Cae el telón.)
PARTE TERZA:                               
      "La ragion smarrita"


Scena Prima

(Salone terreno nella torre di Wolferag, 
adiacente al vestibolo. Una tavola spoglia 
di ogni ornamento, e un vecchio seggiolone 
ne formano tutto l'arredamento. Vi è nel 
fondo una porta che mette all'esterno: essa 
è fiancheggiata da due finestre che avendo 
infrante le invetriate, lasciano scorgere gran 
parte delle rovine di detta torre, ed un lato 
della medesima sporgente sul mare. È notte: 
il luogo viene debolmente illuminato da una 
smorta lampada. Il cielo è orrendamente 
nero; lampeggia, tuona, ed i sibili del vento 
si mescono coi scrosci della pioggia)

EDGARDO
(Edgardo è seduto presso la tavola, 
immerso ne' suoi malinconici pensieri; 
dopo qualche istante si scuote, e 
guardando attraverso delle finestre)
Orrida è questa notte
Come il destino mio!

(scoppia un fulmine)

Sì, tuona o cielo...
Imperversate o turbini... sconvolto
Sia l'ordin di natura, 
e pera il mondo...
Ma non m'inganno! scalpitar d'appresso
Odo un destrier!... S'arresta!...
Chi mai nella tempesta
Fra le minacce e l'ire
Chi puote a me venirne?

Scena Seconda

ENRICO
(Gettando il mantello, in cui 
era inviluppato)
Io.

EDGARDO
Quale ardire!...
Asthon!

ENRICO
Sì.

EDGARDO
Fra queste mura
Osi offrirti al mio cospetto!

ENRICO
(con gioia feroce)
Io vi sto per tua sciagura.

EDGARDO
Per mia?

ENRICO
Non venisti nel mio tetto?

EDGARDO
Qui del padre ancor respira
L'ombra inulta... e par che frema!
Morte ogn'aura a te qui spira!
Il terren per te qui trema!
Nel varcar la soglia orrenda
Ben dovresti palpitar.
Come un uom che vivo scenda
La sua tomba ad albergar!

ENRICO
(con gioia feroce)
Fu condotta la sacro rito
Quindi al talamo Lucia.

EDGARDO
Ei più squarcia il cor ferito!...
Oh tormento! oh gelosia!
Ebben? Ebben?

ENRICO
Ascolta:
Di letizia il mio soggiorno
E di plausi rimbombava;
Ma più forte al cor d'intorno
La vendetta a me parlava!
Qui mi trassi... in mezzo ai venti
La sua voce udia tuttor;
E il furor degli elementi
Rispondeva al mio furor!

EDGARDO
(con altera impazienza)
Da me che brami?

ENRICO
Ascoltami:
Onde punir l'offesa,
De' miei la spada vindice
Pende su te sospesa...
Ch'altri ti spenga? 
Ah! mai...
Chi dee svenarti il sai!

EDGARDO
So che al paterno cenere
Giurai strapparti il core.

ENRICO
Tu!...

EDGARDO
Sì!

ENRICO
Tu!

EDGARDO
(con nobile disdegno)
Quando?

ENRICO
Al primo sorgere del mattutino albore.

EDGARDO
Ove?

ENRICO
Fra l'urne gelide
dei Ravenswood.

EDGARDO
Verrò.

ENRICO
Ivi a restar preparati.

EDGARDO
Ivi... t'ucciderò.

EDGARDO, ENRICO
Ah! O sole più rapido a sorger t'appresta...
Ti cinga di sangue ghirlanda funesta...
Con tu rischiara l'orribile gara
d'un odio mortale, d'un cieco furor.

EDGARDO
Giurai strapparti il core

ENRICO
La spada pende su te

EDGARDO
Fra l'urne di Ravenswood

ENRICO
All'alba verrò.

EDGARDO, ENRICO
Farà di nostr'alme atroce governo
Gridando vendetta, 
lo spirto d'Averno...

(l'uragano è al colmo)

Del tuono che mugge, del nembo che rugge
più l'ira è tremenda, 
che m'arde nel cor.

(Enrico parte: Edgardo si ritira)

Scena Terza

(Galleria del castello di Ravenswood, 
vagamente illuminata per festeggiarvi 
le nozze di Lucia. Dalle sale contigue 
si ascolta la musica di liete danze. 
Il fondo della scena è ingombro di 
paggi ed abitanti di Lammermoor del 
castello. Sopraggiungono molti gruppi d
i Dame e Cavalieri)

CORO
D'immenso giubilo
S'innalzi un grido:
Corra la Scozia
Di lido in lido;
E avverta i perfidi
Nostri nemici,
Che a noi sorridono
Le stelle ancor.
Che a più terribili,
Ne rende l'aura
d'alto favor

Scena Quarta

RAIMONDO
(trafelato, ed avanzandosi a passi vacillanti)
Ah! Cessate... ah cessate quel contento...

CORO
Sei cosparso di pallor!...

RAIMONDO
Ah! Cessate!

CORO
Ciel! Che rechi?

RAIMONDO
Un fiero evento!

CORO
Tu ne agghiacci di terrore!

RAIMONDO
(accenna con mano che tutti lo circondino, e
dopo avere alquanto rinfrancato il respiro)
Dalle stanze ove Lucia
Tratta avea col suo consorte,
Un lamento... un grido uscia
Come d'uom vicino a morte!
Corsi ratto in quelle mura...
Ahi! terribile sciagura!
Steso Arturo al suol giaceva
Muto freddo insanguinato!...
E Lucia l'acciar stringeva,
Che fu già del trucidato!...

(tutti inorridiscono.)

Ella in me le luci affisse...
"Il mio sposo ov'è?" mi disse:
E nel volto suo pallente
Un sorriso balenò!
Infelice! della mente
La virtude a lei mancò!

CORO
Oh! qual funesto avvenimento!...
Tutti ne ingombra cupo spavento!
Notte, ricopri la ria sventura
Col tenebroso tuo denso vel.

RAIMONDO E CORO
Ah! quella destra di sangue impura
L'ira non chiami su noi del ciel.

RAIMONDO
Eccola!

Scena Quinta

(Lucia è in succinta e bianca veste: 
ha le chiome scarmigliate, ed il suo volto, 
coperto da uno squallore di morte, la 
rende simile ad uno spettro, anziché ad 
una creatura vivente. Il di lei sguardo 
impietrito, i moti convulsi, e fino un 
sorriso malaugurato manifestano non solo 
una spaventevole demenza, ma ben anco i 
segni di una vita, che già volge al suo termine.)

CORO
(In disparte)
Oh giusto cielo!
Par dalla tomba uscita!

LUCIA
Il dolce suono
Mi colpì di sua voce!... 
Ah! quella voce
M'è qui nel cor discesa!...
Edgardo! Io ti son resa:
Edgardo! Ah! Edgardo mio!
Sì, ti son resa!
Fuggita io son da' tuoi nemici... 
Un gelo mi serpeggia nel sen!... 
trema ogni fibra!...
Vacilla il piè!... 
Presso la fonte, meco t'assidi alquanto... 
Ohimè!... Sorge il tremendo
fantasma e ne separa!
Ohimè! Ohimè!
Edgardo!... Edgardo! Ah!
Il fantasma, il fantasma ne separa!...
Qui ricovriamo, Edgardo, a piè dell'ara...
Sparsa è di rose!... 
Un'armonia celeste
Di', non ascolti?  Ah, l'inno
suona di nozze!... Il rito
per noi s'appresta!... 
Oh, me felice!
Oh, gioia che si sente, e non si dice!
Ardon gl'incensi... splendono
Le sacre faci, splendon intorno!...
Ecco il ministro! 
Porgimi La destra.... 
Oh lieto giorno!
Alfin son tua, sei mio!
A me ti dona un Dio...
Ogni piacer più grato
Mi fia con te diviso
Del ciel clemente un riso
La vita a noi sarà!

RAIMONDO, NORMANNO E CORO
Abbi in sì crudo stato!
Di lei, signore, di lei pietà.

RAIMONDO
S'avanza Enrico!...

(Enrico entra)

Scena Sesta

ENRICO
(accorrendo)
Ditemi: Vera è l'atroce scena?

RAIMONDO
Vera, pur troppo!

ENRICO
Ah! perfida!...
Ne avrai condegna pena...

(scagliandosi contro Lucia)

CORO
T'arresta...

RAIMONDO
Oh ciel!...  Non vedi
Lo stato suo?

LUCIA
(sempre delirando)
Che chiedi?...

ENRICO
(fissando Lucia, che nell'impeto di 
collera non aveva prima bene osservata)
Oh qual pallor!

LUCIA
Ah!, me misera!...

RAIMONDO
Ha la ragion smarrita.

ENRICO
Gran Dio!...

RAIMONDO
Tremare, o barbaro,
Tu dei per la sua vita.

LUCIA
Non mi guardar sì fiero...
Segnai quel foglio è vero...
Nell'ira sua terribile
Calpesta, oh Dio! l'anello!...
Mi maledice!... Ah! vittima
Fui d'un crudel fratello,
Ma ognor t'amai... lo giuro...
Edgardo... e t'amo ancor

ENRICO, RAIMONDO
Pietà di lei, Signor.

LUCIA
Chi mi nomasti? Arturo!
Ah! non fuggir... Perdono...

GLI ALTRI
Qual notte di terror!

LUCIA
Ah! No, non fuggir, Edgardo!
Spargi d'amaro pianto
Il mio terrestre velo,
Mentre lassù nel cielo
Io pregherò per te...
Al giunger tuo soltanto
fia bello il ciel per me!

(resta quasi priva di vita, 
fra le braccia di Alisa)

RAIMONDO, CORO
Più raffrenare il pianto
possibile non è!

ENRICO
Vita d'amaro pianto
Serba il rimorso a me!
Si tragga altrove... Alisa! 

(a Raimondo)

Uom del Segnor, deh, voi
la misera vegliate...

(Alisa e le Dame conducono altrove Lucia)

Io più me stesso in me non trovo!...

(parte nella massima costernazione: 
tutti lo seguono, tranne Raimondo 
e Normanno)

RAIMONDO
(A Normanno)
Delator! gioisci dell'opra tua.

NORMANNO
Che parli?

RAIMONDO
Sì, dell'incendio che divampa e strugge
Questa casa infelice hai tu destata
la primiera favilla.

NORMANNO
Io non credei...

RAIMONDO
Tu del versato sangue, empio! tu sei
la ria cagion!... Quel sangue
Al ciel t'accusa, e già la man suprema
Segna la tua sentenza... 
Or vanne, e trema.

(Segue Lucia; Normanno esce 
per l'opposto lato.)

Scena Settima

(Parte esterna del Castello, con la 
porta praticabile: un appartamento 
dello stesso è ancora illuminato 
internamente. In più distanza una 
cappella: la via che vi conduce è 
sparsa delle tombe dei Ravenswood. 
È notte.)

EDGARDO
Tombe degli avi miei, 
l'ultimo avanzo
D'una stirpe infelice
Deh! raccogliete voi. 
Cessò dell'ira
Il breve foco... sul nemico acciaro
Abbandonar mi vo'. 
Per me la vita
È orrendo peso!... 
l'universo intero
È un deserto per me senza Lucia!...
Di faci tuttavia
Splende il castello! 
Ah! scarsa
Fu la notte al tripudio!... 
Ingrata donna!
Mentr'io mi struggo in disperato pianto,
Tu ridi, esulti accanto
Al felice consorte!
Tu delle gioie in seno, 
io... della morte!
Fra poco a me ricovero
darà negletto avello...
Una pietosa lagrima
Non scenderà su quello!...
Ah! Fin degli estinti, ahi misero!
Manca il conforto a me!
Tu pur, tu pur dimentica
Quel marmo dispregiato:
Mai non passarvi, o barbara,
Del tuo consorte a lato...
Rispetta almeno le ceneri
chi moria per te.
Oh, barbara!

Scena Ottava

(Si avvicina una processione 
proveniente dal castello di Lammermoor)

CORO
Oh meschina! Oh, fato orrendo!
Più sperar non giova omai!...
Questo dì che sta sorgendo
Tramontar tu non vedrà!

EDGARDO
Giusto cielo!... Rispondete:
Rispondete! Ah!

CORO
Oh meschina!

EDGARDO
Di chi mai, di chi piangete?
Rispondete, rispondete per pietà!

CORO
Di Lucia.

EDGARDO
(esterrefatto)
Lucia diceste!

CORO
La meschina...

EDGARDO
Su parlate!

CORO
Sì la misera sen muore

EDGARDO
Ah!

CORO
Fur le nozze a lei funeste...
Di ragion la trasse amore...
S'avvicina all'ore estreme,
E te chiede... per te geme...

EDGARDO
Ah! Lucia muore! Lucia!...

( si ode lo squillo lungo, e monotono 
della campana de' moribondi)

CORO, EDGARDO
Questo dì che sta sorgendo
tramontar più non vedrà!

CORO
Rimbomba già la squilla in suon di morte!

EDGARDO
Ahi!... quel suono al cor mi piomba!
È decisa la mia sorte!...
Rivederla ancor vogl'io...
Rivederla e poscia...

(incamminandosi)

CORO
(trattenendolo)
Oh Dio!... Qual trasporto sconsigliato!...
Ah desisti...ah! riedi in te...

(Edgardo si libera a viva forza, fa alcuni
rapidi passi per entrare nel castello, 
ed è già sulla soglia quando n'esce 
Raimondo)
.
Scena ultima

RAIMONDO
Dove corri sventurato?
Ella in terra più non è.

(Edgardo si caccia disperatamente 
le mani fra' capelli, restando immobile 
in tale atteggiamento, colpito da 
quell'immenso dolore che non ha
favella. Lungo silenzio)

EDGARDO
Lucia!

RAIMONDO
Sventurato!

EDGARDO
In terra più non è?
Ella dunque?

RAIMONDO
È in Cielo!

EDGARDO
Lucia più non è...

CORO
Sventurato! Sventurato!

EDGARDO
(scuotendosi)
Tu che a Dio spiegasti l'ali,
O bell'alma innamorata,
Ti rivolgi a me placata...
Teco ascenda il tuo fedel.
Ah se l'ira dei mortali
Fece a noi sì cruda guerra,
Se divisi fummo in terra,
Ne congiunga il Nume in ciel!
O bell'alma innamorata,
Ne congiunga il Nume in Ciel

(trae rapidamente un pugnale)

Io ti seguo...

(tutti si avventano, ma troppo 
tardi per disarmarlo)

RAIMONDO
Forsennato!...

RAIMONDO, CORO
Ah! Che fai!...

EDGARDO
Morir voglio, morir voglio!

RAIMONDO, CORO
Ritorna in te, ritorna in te!

EDGARDO
No, no, no!

(Se immerge il pugnale in core)

RAIMONDO, CORO
Ah!

RAIMONDO
Che facesti?

EDGARDO
A te vengo, o bell'alma...

RAIMONDO
Sciagurato!

EDGARDO
Ti rivolgi, ah! Al tuo fedel...
Ah se l'ira... dei mortali...
Si cruda guerra... O bell'alma,
ne congiunga il Nume in Ciel!,
O bell'alma innamorata,
ne congiunga il Nume in Ciel!,
Se divisi fummo in terra
ne congiunga il Nume in Ciel!,

RAIMONDO
Pensa al ciel!

CORO
Quale orror! Quale orror!

RAIMONDO
Oh Dio, perdona.

CORO
Ahi tremendo!... ahi crudo fato!...
Dio, perdona tanto error.

(Prostrandosi, ed alzando le mani 
al cielo: tutti lo imitano: 
Edgardo cade e muore)

FINE DELL'OPERA
PARTE TERCERA:
      "La locura" 

Escena Primera

(Salón en La Torre del Risco del Lobo
contiguo al vestíbulo. Una mesa sin
ningún ornamento y un viejo sillón
constituyen el mobiliario de la sala.
En el fondo una puerta al exterior,
flanqueada por dos ventanas que 
tienen rotas las vidrieras y dejan ver 
parte de las ruinas de la torre, un lado 
de la misma sobresale del mar. Noche:
el lugar está iluminado por una
lámpara. El cielo está muy negro;
relampaguea, truena, y el viento
se mezcla con el ruido de la lluvia)

EDGARDO
(Edgardo está sentado cerca de la mesa,
sumido en pensamientos melancólicos;
después de unos instantes se recobra, y
mira a través de la ventana)
¡Horrible es esta noche
como mi propio destino!

(Estalla un rayo)

Sí, ruge, Oh cielo...
Desataos oh tempestades, alterado sea 
el orden de la naturaleza, 
y que el mundo perezca...
¡Pero no me engaño! Oigo cerca de aquí 
piafar un caballo... ¡Se detiene!...
¿Quién puede venir,
desafiando las amenazas y la cólera
de la tempestad?

Escena Segunda

ENRIQUE
(arrojando la capa, con
la que estaba cubierto)
Yo

EDGARDO
¡Qué audacia!
¡Asthon!

ENRIQUE
EDGARDO
¡Osas presentarte ante mí
dentro de este recinto!

ENRIQUE
(con una alegría malintencionada)
Estoy aquí para tu desdicha

EDGARDO
¿Para la mía?

ENRIQUE
¿No has venido tú a mi hogar?

EDGARDO
Aquí respira aún la sombra paterna...
medita su venganza ¡con qué impaciencia!
¡La muerte está en el aire que respiras!
¡La tierra tiembla bajo tus pies!
Cuando has cruzado este umbral terrible
tu corazón ha debido palpitar.
¡Como cuando un hombre vivo desciende
a su propia tumba!

ENRIQUE
(con una alegría malintencionada)
Lucía fue conducida al altar,
entrando después en la cámara nupcial.

EDGARDO
¡Mi corazón herido se desgarra!...
¡Oh, tormentos! ¡Oh, envidia! 
¿Y entonces? ¿Y entonces?

ENRIQUE
Escucha:
En mi casa resuenan gritos de alegría
y los aplausos;
pero ¡en mi corazón el grito
de la venganza es más fuerte todavía!
Yo venía aquí... en la tempestad
Todavía oía su voz;
¡la cólera de la tempestad 
era igual a mi cólera!

EDGARDO
(con impaciencia orgullosa)
¿Qué quieres de mí?

ENRIQUE
Escúchame:
Con el fin de pagar la ofensa
hecha a los míos, 
la espada de la venganza 
pende sobre tu cabeza...
¡Que otro te mate!.. Nunca...
¡Tu sabes que debo matarte!

EDGARDO
He jurado sobre las cenizas de mi padre
arrancarte el corazón

ENRIQUE
¡Tú!...

EDGARDO
¡Sí!

ENRIQUE
¡Tú!

EDGARDO
(con desprecio altivo)
¿Cuándo?

ENRIQUE
Al amanecer

EDGARDO
¿Dónde?

ENRIQUE
Entre las frías piedras
de las tumbas de los Ravenswood

EDGARDO
Allí estaré

ENRIQUE
Estad dispuesto quedar allí

EDGARDO
Entonces... Te mataré allí

EDGARDO, ENRIQUE
Oh sol, sal por el horizonte...
Que una guirnalda de sangre lo rodee..
Con ella ilumina el terrible combate
de un odio mortal, de una cólera ciega

EDGARDO
Juré arrancarte el corazón

ENRIQUE
La espada pende sobre tu cabeza

EDGARDO
Cerca de las tumbas de los Ravenswood

ENRIQUE
Al amanecer allí estaré

EDGARDO, ENRIQUE
Sobre nuestras almas, 
los espíritus infernales reinaran
aullando gritos de venganza...

(La tempestad es muy intensa)

La cólera de mi corazón es más terrible
que el rugido del trueno, 
que el aullido del viento.

(Enrique parte: Edgardo se retira)

Escena Tercera

(Gran sala del castillo di Ravenswood,
débilmente iluminada para festejar
la boda de Lucía. Desde la sala
contigua se oye música de danza. 
El fondo de la escena está obstruido 
por pajes y habitantes del castillo de 
Lammermoor. Sobreponiéndose, varios 
grupos de damas y caballeros)

CORO
Que un grito de inmenso
júbilo se eleve
y corra de una punta 
a la otra de Escocia; 
y advierta a nuestros 
pérfidos enemigos
que todavía nos
sonríen las estrellas.
Que el cielo en su gran favor
nos vuelva más terribles
y más dichosos.

Escena Cuarta

RAIMUNDO
(Jadeando y avanzando vacilante)
¡Ah! cesad vuestra alegría

CORO
¡Estás demacrado!

RAIMUNDO
¡Ah! ¡Acabad!

CORO
¡Cielos! ¿Por qué razón?

RAIMUNDO
¡Un terrible acontecimiento!

CORO
¡Nos hielas la sangre!

RAIMUNDO
(invitando con la mano a que le rodeen,
y después de recobrar la respiración)
Desde la estancia a la que Lucía
se había retirado con su consorte, 
un lamento, un grito, surgía, 
¡como de un hombre próximo a la muerte!
Corrí veloz a la habitación. 
¡Ay, terrible desgracia! 
Yacía en el suelo Arturo 
mudo, frío, ¡ensangrentado!...
¡Y Lucía sostenía en su manos 
el acero del propio asesinado!

(Todos se horrorizan)

Ella fijó en mí sus ojos...
"¿Dónde está mi esposo?", me dijo, 
y en su pálido rostro 
¡se dibujó una sonrisa! 
¡Infeliz! ¡De la mente 
ha perdido la razón!

CORO
¡Oh! ¡Qué funesto acontecimiento! 
¡A todos nos cubre un oscuro terror!
Noche, ¡corre un tupido velo
sobre la cruel desventura!

RAIMUNDO Y CORO
¡Ah! ¡Que la diestra de sangre impura
no nos traiga la ira del cielo!

RAIMUNDO
¡Hela aquí!

Escena Quinta

(Lucía entra con un vestido blanco, 
despeinada y con el rostro cubierto 
de una desolación mortal, que le hace 
parecer un espectro que un ser vivo.
Su  mirada petrificada, los 
movimientos convulsos, y hasta una fina
sonrisa amarga, manifestando no sólo 
una espantosa demencia, sino también 
una señal de inminente fin.)

CORO
(Aparte)
¡Oh! ¡Justo cielo!
¡Parece salida de la tumba!

LUCÍA
¡El dulce sonido
de su voz me desveló!
¡Ah, aquella voz me ha
penetrado aquí en el corazón!
¡Edgardo! ¡Yo soy sólo tuya!
¡Edgardo! ¡ Ah, Edgardo mío!
¡Sí, solo tuya!
He huido de tus enemigos...
Un gélido aliento reina en mi seno...
¡Todas mis fibras tiemblan,
vacila el pie!
Te sentaste a mi lado junto a la fuente.
¡Ay de mí! ¡Aparece el terrible 
fantasma y nos separa!
¡Ay de mí!, ¡ay de mí!
¡Edgardo!, ¡Edgardo!
¡Ah, el fantasma, nos separa!
¡Busquemos refugio, Edgardo, 
al pie del altar sembrado de rosas!...
Di, ¿no oyes una celeste armonía?
¡Ah! ¡Suena el himno nupcial!
Se prepara para 
nosotros el rito.
¡Oh! ¡Feliz de mí!
¡Oh gozo que se siente y no se dice! 
Arden los inciensos... 
Brillan las sagradas velas por doquier.
¡He aquí el ministro! 
Dame la diestra... 
¡Oh día feliz! 
¡Por fin soy tuya, por fin tu eres mío!
A mí te entrega Dios...
Todo placer será muy grato,
compartido contigo.
Nuestra vida la alumbrará
una clemente sonrisa celestial...

RAIMUNDO, NORMANNO Y CORO
¡En qué cruel estado se halla!
De ella, Señor, tened piedad.

RAIMUNDO
¡Llega Enrique!..

(Entra Enrique.)

Escena Sexta

ENRIQUE
(corriendo)
Decidme: ¿La atroz noticia es cierta?

RAIMUNDO
No es mas que la verdad

ENRIQUE
¡Ah! ¡Pérfida!...
Tu tendrás el castigo que mereces...

(Arrojándose sobre Lucía)

CORO
Detente...

RAIMUNDO
¡Oh cielos!...¿No ves
en qué estado se encuentra?

LUCÍA
(continúa delirando)
¿Qué quieres?..

ENRIQUE
(Mirando a Lucía, que con la cólera
no había podido observarla bien)
¡Oh qué palidez!

LUCÍA
¡Ah, mísera de mí!

RAIMUNDO
Ella ha perdido la razón

ENRIQUE
¡Dios mío!...

RAIMUNDO
Cruel, tu debes temblar
por su vida

LUCÍA
No me mires con una mirada tan cruel...
He firmado el contrato, es cierto...
En su terrible cólera,
¡Dios mío! ¡Pisoteó el anillo!..
¡Él me maldice!.. ¡Ah!
He sido la víctima de un hermano cruel;
Yo no he cesado de amarte, lo juro...
Edgardo... y todavía te amo.

ENRIQUE, RAIMUNDO
Ten piedad de ella, Señor

LUCÍA
¿De quién me hablas? ¡Arturo!...
¡Ah! Desaparezcas... perdón...

LOS OTROS
¡Qué noche de horror!

LUCÍA
¡Ah! No, no desaparezcas, ¡Edgardo!
Vierte lágrimas amargas
sobre la piedra de mi tumba,
mientras que en cielo
yo rezaré por ti...
¿El cielo sólo me parecerá bello
cuando te reúnas conmigo!...

(Queda casi sin vida
en los brazos de Alisa)

RAIMUNDO, CORO
¡Es imposible
calmar sus lágrimas!

ENRIQUE
¡Mis remordimientos me preparan 
días bañados por lágrimas amargas!
¡Llévatela allí... Alisa!

(A Raimundo)

Tú, hombre piadoso,
vigila a la desdichada...

(Alisa y las damas se llevan a Lucía) 

¡Estoy desesperado!...

(Sale muy consternado:
todos lo siguen, excepto Raimundo
y Normanno)

RAIMUNDO
(A Normanno)
¡Traidor! ¿Estás satisfecho de tu obra?

NORMANNO
¿Qué dices?

RAIMUNDO
Tú has arrojado la primera chispa
del incendio que causó estragos y
destruyó esta desdichada casa.

NORMANNO
No te creo...

RAIMUNDO
¡Tú eres la vil razón
de la sangre derramada!... Esta sangre
te acusa ante el cielo y la mano divina
firma ya tu sentencia...
Ahora, vete y tiembla.

(Raimundo sigue a Lucía; Normanno sale
por la puerta contraria)

Escena Séptima

(Sale del castillo, con una puerta
practicable: un apartamento del mismo
todavía iluminado en el interior.
Más lejos una capilla: el camino que
conduce a ella atraviesa el cementerio
con las tumbas de los Ravenswood. 
Es de noche.)

EDGARDO
Tumbas de mis antepasados,
preparaos para recoger
el último vestigio
de una infeliz estirpe.
Se apagó ya el débil fuego
de la ira. Quiero abandonarme
bajo el acero enemigo.
¡Para mí la vida
es un horrible peso!
¡Sin Lucía, para mí el
universo entero es un desierto!
¡En el castillo brillan aún
las antorchas! 
¡Para su júbilo,
la noche ha sido corta!
¡Mujer ingrata!, 
mientras yo me deshago en cruel llanto,
tú ríes, ¡disfrutas al lado
del feliz consorte!
¡Tú estás en el seno del gozo; 
yo... de la muerte!
Dentro de muy poco un olvidado
sepulcro me dará refugio.
¡Ni siquiera una lágrima
de piedad se verterá ante él!
¡Ah! ¡Desgraciado de mí!
Me faltarán las atenciones.
Mientras, tú, olvídate
del despreciado sepulcro.
No pases ante él, oh, bárbara,
al lado de tu marido...
respeta por lo menos las cenizas 
de quien muere por ti.
¡Oh, bárbara!

Escena Octava

(Se acerca una procesión proveniente 
del castillo de Lammermoor.)

CORO
¡Oh, desgraciada! ¡desdichado destino!
De nada sirve la esperanza, ¡de nada!
El día que está apuntando
¡ella ya no podrá ver acabar!

EDGARDO
¡Cielo santo!... Responded,
¡ah!, ¡responded!

CORO
¡Oh, desgraciada!

EDGARDO
Decidme, ¿por quién lloráis?
¡Responded, responded por piedad!

CORO
Por Lucía.

EDGARDO
(Estupefacto)
¿Habéis dicho Lucía?

CORO
¡La desgraciada!

EDGARDO
¡Vamos, hablad!

CORO
¡Sí, la desgraciada está muriendo!

EDGARDO
¡Ah!

CORO
Las bodas le han sido funestas...
el amor le robó la razón.
Se avecina la última hora,
y te llama..., ¡por ti se desespera!

EDGARDO
¡Ah! ¡Lucía muere! ¡Lucía, ah!

(Se oye el toque lento y monótono
de la campana de moribundos)

CORO
El día que está apuntando
ella ya no podrá ver acabar...

CORO
¡Las campanas suenan en señal de duelo!

EDGARDO
¡Ah! ¡Este sonido me golpea el corazón!
¡Está decidida mi suerte!...
Volverla a ver aún quiero..
Volverla a ver, y quizás...

(Poniéndose en camino)

CORO
(reteniéndolo)
¡Oh Dios! Este arrebato... ¡Desgraciado!
¡Ah! ¡Olvídalo!, ¡ah! ¡Vuelve en ti!

(Edgardo se libera a la fuerza, da algunos
pasos rápidos para entrar en el castillo,
y está ya en el umbral cuando entra 
Raimundo.)

Escena última

RAIMUNDO
¿A dónde corres? ¡Desventurado!
¡Ella ya no está entre nosotros!

(Edgardo coge desesperadamente las
manos del capellán, quedando inmóvil
en esta postura, golpeado por
un inmenso dolor que le impide
hablar. Largo silencio)

EDGARDO
¡Lucía!

RAIMUNDO
¡Desgraciado!

EDGARDO
¿Ya no está entre nosotros?
Así pues ella...

RAIMUNDO
¡Está en el Cielo!

EDGARDO
¡Lucía ya no está aquí!

CORO
¡Desgraciado! ¡Desgraciado!

EDGARDO
(recobrándose)
Tú que has dirigido las alas hacia Dios,
oh bella alma enamorada,
vuelve tus ojos benévolos hacia mí,
ascienda contigo tu amante fiel.
¡Ah!, si la ira de los mortales
nos hizo una tan cruel guerra,
si estuvimos separados en la tierra,
¡nos una la divinidad en el cielo!
Oh, bella alma enamorada,
¡nos una la divinidad en el cielo!

(Desenvaina rápidamente su daga)

¡Yo te sigo!

(todos corren, pero es demasiado
tarde  para desarmarlo.)

RAIMUNDO
¡Loco, insensato!

RAIMUNDO Y CORO
Ah ¿qué haces?

EDGARDO
¡Quiero morir, quiero morir!

RAIMUNDO Y CORO
¡Vuelve en ti! ¡Vuelve en ti!

EDGARDO
¡No, no, no!

(Se clava el puñal en el corazón)

RAIMUNDO Y CORO
¡Ah!

RAIMUNDO
¿Qué has hecho?

EDGARDO
A ti voy, oh, bella alma...

RAIMUNDO
¡Desdichado!

EDGARDO
Vuelve tus ojos, ¡ah! a tu fiel amante.
¡Ah!, si la ira... de los mortales...
Si tan cruel guerra... oh bella alma,
¡nos una la divinidad en el cielo!
Oh, bella alma enamorada,
nos una la divinidad en el cielo.
Si divididos estuvimos en la tierra,
¡nos una la divinidad en el cielo!

RAIMUNDO
Piensa en el cielo.

CORO
¡Qué horror! ¡Qué horror!

RAIMUNDO
¡Oh, Dios, perdona.

CORO
¡Oh, tremendo, oh, negro hecho!
Dios, perdona tanto horror.

(Postrándose, y alzando las manos
al cielo, todos lo imitan. 
Edgardo cae y muere)

FIN DE LA ÓPERA