ATTO PRIMO
(Gran piazza di Granata. Alla destra
il palazzo reale detto l'Alhambra. Alla
sinistra una delle porte di Granata. Il
fondo offre in prospettiva la lunga
catena degli Alpussari)
Scena Prima
(Alahor viene dalla parte dei monti
Il suo abito é indizio dello stato
suo deplorabile. Si avanza guardando
intorno.)
Recitativo
ALAHOR
Granata é questa Alfin ti veggo, o terra
terra esecrata: il padre mio qui cadde.
Il crudo Aly de' nostri Abenceraghi
qui versò a tradimento a fiumi il sangue;
Zobeida ed io, suo misero fratello,
fuggimmo soli all'orrido macello.
Hassem co' Zegri di Granata il soglio
calcan superbi, ma Alahorre é vivo.
Vendicator di si feroce oltraggio,
in Granata ritorno: alle lor mani
Zobeida strapperò: sul trono istesso
Hassem fia spento per mia man...O padre,
qui tu cadesti e qui t'aspetta
memoranda, terribile vendetta.
Aria
Ombra del padre mio,
che a me t'aggiri interno,
esulta: alfine il giorno
vendicator spuntò.
Esulta: i tuoi nemici
caderti a piè vedrai.
Esulta: a gorghi il sangue
dei Zegri tu berrai.
Di disperati accenti,
di flebili lamenti
quest'abborrita reggia
io risuonar farò.
Ancora giunta non e
della vendetta l'ora.
(Si ritira.)
Scena Seconda
(Coro di Zegri, che mesti si avanzano,
quindi Alamar ed Ismaele)
Recitativo
ALAMAR
Smania crudel, perchè mi desti in
core l'ascoso mio furore? Ah sì, già sorge
della vendetta il di. Figlia infelice
tu gemi e indarno al genitor furente
volgi i tuoi sguardi.
Hassem vile te sprezza
e Zobeida -oh furore- sospira ed ama.
Di Zegri ormai la fama spenta riman.
Ma no col sangue pria lavar
vò l'onta sciagurata e ria.
Aria
Taci ancor per poco almeno,
disparato mio furor:
come rapido baleno
piomberà sul traditor.
Figlia amata il bel sereno
non turbar del tuo bel cor:
vendicar sapratti appieno,
figlia amata, il genitor.
Istante bromato deh, vieni, t'affretta,
l'idea di vendetta già lieto mi fa.
Ah riedi spietato, quest'alma t'aspetta,
l'acciar di vendetta sul capo ti sta.
Si parta, ma chi s'avanza?
Amici, ah lieti voi.
ZEGRI
Dove l'antico onore,
dove la gloria andò?
De' Zegri il gran valore
depresso, ohimè! restò.
Pace coll'armi Ibere,
che noi cingeano intorno,
ad onta nostra e scorno,
Hassem, il re, segnò.
Ai vili Abenceraghi
ei ci pospon...
ALAMAR
Tacete.
(Sdegnato si avanza)
A che d'inutili voci e lamenti
oziosi e stolidi spargeste i venti?
A che di lagrime bagnate il ciglio,
mentre l'onore giace in periglio?
Convien risolversi, bisogna oprar.
CORO
Tutti rimiraci pronti ad oprar.
ALAMAR
Il patrio onore Hassem oscura.
(Va sempre crescendo con forza)
Contro de' Zegri Hassem congiura;
oggi a Zobeida la man darà.
CORO
Oggi egli vittima al suol cadrà.
ALAMAR
Ma il vostro core?
CORO
Timor non ha.
La morte intrepido affronterà.
ALAMAR, ISMAELE, CORO
Fra poco esanime cadrà quel perfido,
l'onta col sangue pagar dovrà.
(Alamar sguaina la spada. gli Zegri
gli fan circolo, sguainando la loro.
e battendola a tempo con strepito
su quella di Alamar. Gli Zegri si
ritirano, resta Alamar de Ismaele)
Recitativo
ALAMAR
Hassem cadrà, lo merta: di mia figlia
egli sprezzò la mano; onta sì grande,
offesa tal non fia
che impunita rimanga e inulta sia.
ISMAELE
Ei la sprezzò, non la mertava; in premio
di tanto zelo mio pe' tuoi disegni,
Alamar, la concedi a' voti miei!
ALAMAR
E tu...
(Fra sè)
Oh! baldanza!
ISMAELE
Eguali
noi siam per sangue, per grado eguali,
ragion non veggo onde stupirti.
ALAMAR
Eh, taci: quella man,
che impugnar deve uno scettro
impalmerà, stolto, la tua? Rivolgi
ad altro oggetti i voti tuoi.
(Parte)
ISMAELE
Un rifiuto del re
spinge il superbo alla vendetta:
il suo rifiuto ispira nel petto mio
l'odio, lo sdegno e l'ira
(Parte)
Scena Terza
(Zobeida con Sulima esce dall'Alhambra
I moti suoi spirano la gioia)
Recitativo
ZOBEIDA
Dolce pensier del più soave affetto,
perchè mi desti in petto
ancora morte in cor?
Era duolo e speme
agitata quest'alma incerta geme.
Cavatina
Ah! Ti sento, mio povero cor,
palpitare più ratto nel sen.
Batti pure di gioia e d'amor,
or che torna l'amato tuo ben.
Cesserà quell'affanno, quel duol,
che i tuoi miseri giorni nutri;
come appare più lucido il sol
quando il nembo dal cielo spari.
(Fuori di sè dalla contentezza)
CORO
Sta lieta, sta lieta,
un puro amor t'invita a giubilar.
ZOBEIDA
Per te solo, o benamato,
dolce speme io sento in petto,
da te sol la calma aspetto,
per te sol respirerò!
Se tu m'ami, o mio diletto,
con te sol giubilerò.
CORO
Già di gioia quell'aspetto
il bel raggio scintillò,
il bel raggio scintillò.
(S'odono le tromba per l'arrivo
di Hassem)
Marcia e Coro
ZOBEIDA
Senti, s'avanza, Sulima, il mio bene.
Come scuotonsi, o cor, le tue catene!
(Partono.)
Scena Quarta
(Lo strepito delle trombe fa radunare
sulla piazza il popolo. Coro di
Abenceraghi, che precede Hassem.
Mentre il coro canta, si avanzano.
In marcia le truppe di Granata;
poscia vedesi Hassem con l'olivo
al crine, accompagnato da Alamar,
Ismaele, grandi)
CORO
Pace, pace, degl'inni di pace
s'oda l'aura d'intorno echeggiar.
Spenta è alfine di Marte la face,
riede il giorno sereno a brillar;
nè dubbiose le madri e le spose
più vedremo di tema gelar.
Recitativo e Aria
HASSEM
Popolo, amici, sanguinosi allori
non cingono il mio crin; ostili schiere
io non pugnai; ampi tesori e prede,
o a mille a mille schiavi a voi non reco:
pace fu guida a' passi miei; l'ottenni,
e con l'onor l'ottenni.
Popolo, amici, è questa la mia gloria,
è questa del re vostro la vittoria.
Ah! Si, da tanti affanni
respira ormai, Granata,
i placidi suoi vanni
pace su te spiegò.
Più non vedrai bandiere
da lungi sventolar,
nè le nemiche schiere
il suolo tuo calcar.
Non più dell'armi Ibere
dovremo paventar.
(Fra sè)
Ma quell'amabile pace dell'alma,
del cor la calma dove ne andò?
Ahi! Che il più barbaro fra i numi Amore
da questo cure me la involò.
(A Zobeida)
Ma se mi arridono quei vaghi rai
a nuovo giubilo ritorna il cor.
CORO
Di Marte alfine spento è il furore.
Né più dovremo paventare.
(Le truppe in marcia si ritirano
al suono di banda; il coro le
segue. Rimangono Alamar, Ismaele,
Hassem, Zobeida e Sulima)
Scena Quinta
HASSEM
Zobeida,
del mio cor parte più cara,
poco è alla tua virtude offrire un trono;
ma a te quai altro dono
dare maggior poss'io?
ZOBEIDA
Signor, che dici?
Io tua schiava qui sono, e non potrei...
HASSEM
Regni sul cor d'un Rege,
e schiava sei?
Il mio consiglio approverà la scelta,
sì, questo il giorno sia
in cui ti adori ognun, consorte mia.
(Zobeida e Sulima rientrano nel palazzo.
Hassem, Alamar e Ismaele sen vanno
per l'altra via)
Scena Sesta
Recitativo
ALAHOR
Scorsa ho Granata, ma invan; Zobeida
io non rinvenni, e fora il domandarne
troppo imprudente inchiesta.
Solo ed inerme, l'arte pria che il ferro
usar convienmi a re potente innanzi.
Scena Settima
Sulima dall'Alhambra e detto.
SULIMA
(non vede Alahor)
La prima volta è questa
che di gioia un balen sul volto apparve,
ognor languente, di Zobeida.
ALAHOR
(Fra sè)
Oh cielo!
(A Sulima)
Tu nomasti Zobeida:
vive dunque
(Con premura)
di Mohamed un figlio.
SULIMA
Sì, in Zobeida.
ALAHOR
Elle è in Granata, e non vi teme l'odio
che il Rege un dì contro
il suo padre accese?
SULIMA
D'Hassem tu parli? Ma straniero sei
dunque in Granata tu, che ancor non sai
ch'ella con Hassem sta
onorata ed amata a un tempo istesso?
ALAHOR
(con ira)
Il ver tu narri?
(Fra sè)
Oh, padre mio, che orrore!
Col fratello d'Aly, col traditore?
SULIMA
Di tutti ella è delizia,
e ogn'infelice adora il nome suo.
ALAHOR
(Fra sè)
Si tenti
(A Sulima)
Dal mio esterno
ben t'avvedi, che misero son io,
che qui stranier; son questi
titoli grandi, onde la speme accolga
di parlar con Zobeida.
Tu mi conduci or dunque; e fin ch'io viva
d'un tal favore a te sarò ognor grato.
SULIMA
Ebben, segui i miei passi.
(S'incammina verso il palazzo)
ALAHOR
(Fra sè)
Oh, me beato!
Scena Ottava
(Gran sala dell'Alhambra. In fondo
grande apertura con tenda tirata, dalla
quale si deve vedere la sala del trono)
Recitativo e duetto
ALAMAR
E di natura istinto l'amor paterno o Sire.
Ma no s'anch'es se i figli loro
a ircane belve istesse.
HASSEM
lo d'ira avvampo. Ancora insisti e ancor
mi desti in seno intempestivo ardore.
ALAMAR
Rammenta o pur Signore
i fidi Zegri tuoi,
la fè, l'onore, gli a te serbati allori,
la costanza, l'amore,
il sudor mio versato per Aly tuo diletto
e della figlia mia sprezzi l'affetto.
HASSEM
Nè tace in cor lo sdegno
perchè sorbito in te.
ALAMAR
Di te non degno.
HASSEM
Perfido taci alfine e vanne,
e l'ira mia paventa.
Rammenta ch'io son il tuo Signor.
Vanne o cadrai qui vittima del mio
sprezzato amor.
ALAMAR
Perfido io no, non mai;
rispetto i cenui tuoi,
chiamami pur qual vuoi,
ma nobile è il mio cor,
e so serbare intrepido fede,
costanza e onor.
HASSEM
Come ancor rispondi ai benefici miei?
ALAMAR
Amo la figlia,
è lei l'arbitro de il mio cor.
HASSEM
Il mio scettro a questo segno si disprezza
a ch'io nel sen dal dispetto e dallo sdegno
tutto sento un rio veleno.
ALAMAR
Su quel volto io veggo il segno
del furore che gli arde in seno,
ma non temo quel suo sdegno,
vendicar saprommi appien.
HASSEM
Ah! frenarmi più non posso,
più s'accende il furor mio.
Va, rammenta chi son io,
l'ira mia non cimentar.
ALAMAR
Deh, perdona un bel desio
sol mi spinge a delirar.
HASSEM
Ah, quale smania, barbaro fato,
indarno tentar sì rendermi ingrato
al puro, al tenero mio dolce amor.
ALAMAR
Ah, s'vittima cadrò l'ingrato,
indarno mostrasi cosi spietato;
saprò disveller quell'empio cor
Scena Ottava (bis)
(Zobeida esce dai suoi appartamenti)
Recitativo
ZOBEIDA
Felice appien sarei:
Hassem m'adora, al tron m'innalza,
paghi sono gli affetti miei, ma oh Dio!
Un fratello fuggitivo, ramingo,
odiato e forse dalla miseria oppresso,
se non spento, formano nel mio core
un contrasto di gioia e di dolore.
Scena Nona
Recitativo
SULIMA
Non nuova nel tuo cor la tua pietade
uno stranier oggi addimanda,
chiede sol favellarti.
ZOBEIDA
Uno stranier!...
che brama egli da me?
SULIMA
Ciò non mi disse;
disse sol ch'è infelice...
ZOBEIDA
E questo basta assai.
Qui l'introduci; ogni meschino ha dritto
al mio soccorso.
(Sulima si ritira)
SULIMA
(torna)
Ei viene.
(Si ritira)
Recitativo
ZOBEIDA
Infelice t'appressa: questa gemma
possa il peso alleviar de' mali tuoi.
ALAHOR
Il mal più mite è la miseria mia.
(Resta in qualche distanza)
Io non accetto doni.
ZOBEIDA
Ma niun ti scorge, tu arrossir non devi.
Accetta, prendi...
ALAHOR
La viltà finora non oscurò
la gloria mia:
risplende intatta e pura;
ma la tua, o Zobeida,
(lei si avvicina)
risplende ancor?
ZOBEIDA
Che cerchi?
Quale inchiesta?
ALAHOR
A te lo chieggo in nome di colui
che spento fu per sostenerla,
in nome di colui che obbliasti,
di Mohamed in nome,
e ciò ti basti.
ZOBEIDA
(si turba)
Oh Dio, che dici mai!
ALAHOR
Fissa, o Zobeida, su di me lo sguardo,
deh, mi ravvisi forse?
ZOBEIDA
Cielo! Quei tratti...
quella voce... parmi...
(Lo va esaminando)
ALAHOR
Dì, mi conosci?
ZOBEIDA
Ah, parla, in nome
dell'estinto Mohamed, del padre mio,
saresti forse?...
ALAHOR
Il tuo fratel son io.
Duetto
De' miei splendori antichi
(mostra un pugnale)
l'ultimo avanzo è questo;
tu lo vedrai funesto,
tremendo balenar,
ché alla vendetta io torno qui a spirar.
ZOBEIDA
Vendetta!...
Oh Dio, che tenti!
Vendetta!
(Fra sè)
Ohimè, che ascolto!
Dagli occhi suoi, dal volto
scintillagli il furor.
Il sen mi scuote ed agita incognito terror.
(A Alahor)
Ah, fratel mio!...
ALAHOR
Fratello! Nomarmi tal sei degna?
ZOBEIDA
Che far degg'io, m'insegna.
(Fra sè)
Oh Dio, mi fa tremar!
ALAHOR
Lungi di qui da' Zegri
meco fuggir dovrai;
degna tu allor sarai
del padre tuo, di me.
ZOBEIDA
Fuggir?...
ALAHOR
Fuggir! Che pensi?
ZOBEIDA
(Fra sè)
Fuggir dal mio tesoro!
Ah, che in pensarlo io moro!
E troppa crudeltà.
"Fuggi", grida il mio dovere,
e al fuggir miei passi affretta :
a restar mi forza e alletta
più potente il Dio d'amor.
Combattuto è questo cor.
ALAHOR
Ah, momento di piacere!
Oh! Terribile vendetta,
i tuoi passi affretta, affretta.
Vieni accesa di furor:
ti sospira questo cor!.
Mi segui!
ZOBEIDA
Ed io potrei Hassem tradir,
il Re!
ALAHOR
E un Zegro, è un tuo nemico;
un traditor egli è
ZOBEIDA
T'inganni; de' suoi popoli
egli è l'amor, la gloria.
Ha in petto un cor magnanimo,
è figlio dell'onor.
ALAHOR
(con sdegno)
Ma tu, ma tu il difendi...
ZOBEIDA
Io dissi il ver.
ALAHOR
Zobeida,
ti leggo in fondo al core,
(Fissandola fisso)
ti scopre il taro rossore. Tu l'ami...
ZOBEIDA
Ah! si, l'adoro:
è l'idol del mio cor.
ALAHOR
Oh, mio furor!... Ma invano
tu speri il caro bene.
ZOBEIDA
Ei vien.
(Si ode lo strepito delle trombe, che
annunziano il ritorno del Re al palazzo)
ALAHOR
A morte ei viene.
(si incammina con il pugnale in mano)
Esangue qui cadrà.
ZOBEIDA
(agitatissima)
M'ascolta... oh Dio! T'arresta...
ALAHOR
(risoluto)
Meco fuggir tu giura
ZOBEIDA
(Fra sè)
Qual nuova pena e questa!
(A Alahor)
Ebben, io fuggirò.
ALAHOR
(Fra sè)
Della vendetta il fulmine
sospendi, o mio furore,
fra poco più terribile
cadrà pel traditore;
di sangue il braccio vindice
Granata inonderà
ZOBEIDA
(Fra sè)
Da mille e mille palpiti
oppresso ho in seno il core,
sul capo a me sollevansi
i crini per l'orrore;
stato del mio più barbaro,
più misero non v'ha!
(Alahor si ritira in fondo dietro
la colonne)
Scena Decima
(coro di abenceraghi che precedono
Hassem)
UOMINI
No che più vaga nel ciel l'Aurora
dall'onde fuora mai non spuntò.
DONNE
Più vivo mai il sol co' rai
sopra Granata non sfolgorò.
TUTTI
Già sulle tenere ale d'amore
viene l'Imene gioia del core,
vien due bell'anime a consolar.
(Hassem si avanza verso Zobeida che
appena si regge. Alahor si mischia,
fra la folla, ma in guisa diesser
veduto dalla sorella)
Concertato
HASSEM
De' mortali il più beato
mira innanzi a te Zobeida:
oh, che giorno fortunato!
Qual eccesso di piacer!
Il consiglio a pieni voti
sposa mia ti dichiarò.
ALAMAR E ALAHOR
(Fra sè)
L'ira mia frenar non so.
HASSEM
Ognun cada a' piedi suoi;
ella regna sopra voi,
è regina del mio cor.
(Tutti si pongono in ginocchio innanzi a
Zobeida che rivolge il capo. Hassem le
tende le braccia: Alamar è furioso,
ed Alahor sta solo in piedi nell'atto di
un uomo attonito e sdegnato)
HASSEM
Non rispondi?
ZOBEIDA
(Fra sè)
Oh Dio!
HASSEM
Che attendi? A' miei voti, deh!
Al fin ti arrendi. Meco il trono...
(Zobeida rimira il fratello, che con
un cenno le detta la risposta)
ZOBEIDA
Invan lo speri.
Sposa tua giammai sarò.
(Tutti sorpresi si alzano)
HASSEM
(Fra sè)
Qual mano gelida mi stringe il sen!
Di sdegno un fremito mi scende al cor.
Io, resto immobile per lo stupor.
ZOBEIDA
(Fra sè)
Ondeggia l'anima incerta in sen;
in me combattono dovere, e amor.
Chi può resistere a tal dolor?
ALAMAR E ALAHOR
(Fra sè)
Di gioia un fremito mi scorre in sen:
oh come giubila nel petto il cor!
Oh, come allegrasi ai suo dolor!
GLI ALTRI
(Fra sè)
Il colpo barbaro già opprime il cor;
ei resta immobile per lo stupor.
HASSEM
Queste è la fede, o barbara
che mi giuravi un di?
All'amor mio constante
rispondi tu così?
ZOBEIDA
Deh! Taci... Ah! Tu non sai...
Deh! Non mi dir così...
Forse tu piangerai,
tardi, pentito un dì.
HASSEM
Dunque.. deh! Parla...
ZOBEIDA
Oh Dio! Pietà del dolor mio.
HASSEM
Parla...
ZOBEIDA
Parlar non devo.
HASSEM
Oh, rea fatalità!
ALAMAR, ALAHOR
(Fra sè)
Oh mia felicità
GLI ALTRI
(Fra sè)
Cielo, che mai sarò!
HASSEM, ZOBEIDA
(Fra sè)
Come ratto in un momento
fugge, vola il mio contento!
Mille smanie in seno io provo,
più me stesso io non trovo.
Ah, la mia perversa sorte
d'ogni morte è più crudel!
HASSEM, ZOBEIDA, TUTTI
(Fra sè)
Come ratto in un momento
fugge, vola il suo contento!
Mille smanie in seno ei prova,
più me stesso in se non trova.
E la sua spietata sorte
d'ogni morte è più crudel!
|
ACTO PRIMERO
(Una gran plaza de Granada. A la
derecha la Alhambra, el palacio
real. A la izquierda, una puerta de
Granada. Al fondo una perspectiva
de las Alpujarras.)
Escena Primera
(Alahor llega desde los montes.
Su vestido es indicio de su
deplorable estado. Avanza
mirando a su alrededor)
Recitativo
ALAHOR
Granada, al fin te veo, oh tierra,
aquí cayó mi padre.
El cruel Alí vertió aquí, a traición,
ríos de sangre de abencerrajes;
sólo Zobeida y yo, su hermano,
huimos de la horrible masacre.
Hassem y los zegríes pisan altivos
el suelo de Granada, pero...
¡Alahor vive!
Vuelvo a Granada para vengarlos,
rescatar a Zobeida
y matar a Hassem...
¡Oh padre! aquí caíste y aquí
se producirá mi terrible venganza!
Aria
Sombra de mi padre
que vagas en torno a mí,
alégrate: ¡al fin amaneció
el día de la venganza!
Alégrate: a tus pies verás
caer a tus enemigos.
Alégrate: a sorbos beberás
la sangre de los zegríes.
Acentos desesperados y
terribles lamentos
haré que resuenen
en este reino aborrecido.
Aún no ha llegado
la hora de la venganza.
(Se retira.)
Escena Segunda
(Alamar solo, luego se acerca un
grupo de zegríes)
Recitativo
ALAMAR
¡Cruel destino! ¿Por qué acosas
mi corazón con oculto furor?
¡Sí, llegó el día de la venganza!
Hija infeliz, en vano gimiendo,
diriges los ojos a tu padre.
El vil Hassem te ha despreciado
y por Zobeida ¡oh furor! suspira.
¡Sólo queda la honra de los zegríes!
Mas no quiero lavar con sangre,
antes de tiempo, la cruel afrenta.
Aria
Permanezca aún oculto mi furor
que rápido como un rayo
caerá sobre el traidor.
Amada hija, no turbes la paz
de tu bello corazón;
tu padre sabrá vengarte.
¡Ven, instante deseado, apresúrate!
La idea de la venganza
me llena de gozo.
¡Ven, desgraciado,
que esta alma te espera;
y ya pende sobre tu cabeza
el acero vengador! Vayamos...
¿pero quién se acerca? ¡Amigos!
ZEGRÍES
¿Dónde está el antiguo honor?
¿Adónde se fue la gloria?
¡El gran valor de los zegríes
cayó en el olvido!
El rey Hassem,
para escarnio y vergüenza nuestra,
firmó la paz con los ejércitos
cristianos que nos acosaban.
A los viles abencerrajes
él nos somete...
ALAMAR
¡Callaos!
(avanza con desdén)
¿Por qué clamar al viento
inútiles gritos y necios lamentos?
¿Por qué derramar lágrimas
mientras que el honor peligra?
Es necesario decidirse a actuar.
CORO
¡Estamos listos para intervenir!
ALAMAR
Hassem mancilla el honor patrio.
(con más fuerza)
Él conspira contra los Zegríes;
y hoy desposará a Zobeida.
CORO
Hoy como víctima al suelo caerá.
ALAMAR
¿Pero y vuestro valor?
CORO
No sentimos temor.
Afrontaremos sin miedo la muerte.
ALAMAR, ISMAEL, CORO
Pronto caerá exánime el pérfido,
y pagará la deshonra con su sangre.
(Alamar desenvaina la espada y
todos lo rodean desenvainando
las suyas y entrechocándolas al
unísono con la de Alamar. Todos se
retiran, quedan Alamar e Ismael)
Recitativo
ALAMAR
Hassem merece morir;
despreció la mano de mi hija.
Una ofensa semejante
no puede quedar impune.
ISMAEL
Él la despreció, no la merecía.
En cambio yo te soy fiel...
¡Alamar, concédesela a mis deseos!
ALAMAR
¿A ti?...
(para sí)
¡Qué arrogancia!
ISMAEL
Iguales somos por sangre,
iguales por rango;
no veo razón para que te asombres.
ALAMAR
Ah, calla:
¿Esa mano, digna de un cetro,
va a unirse, necio, con la tuya?
Dirige hacia otra tus deseos.
(Sale)
ISMAEL
Un desprecio del rey impulsa
a ese soberbio a la venganza;
su rechazo hace nacer en mi pecho
el odio, el desdén y la ira.
(Sale)
Escena Tercera
(Zobeida, alegre, sale con Sulima
de la Alhambra)
Recitativo
ZOBEIDA
Dulce pensamiento,
¿por qué despiertas de nuevo en mi
pecho la muerte de mi corazón?
Entre el duelo y la esperanza
gime agitada esta alma insegura.
Cavatina
¡Ah, pobre corazón mío, te noto
palpitar más rápido en el pecho!
Late de alegría y de amor pues,
ahora regresa tu amor.
Aquellos afanes, aquel dolor que
alimentó tus míseros días cesará,
igual que el sol ilumina radiante
cuando las nubes se despejan.
(Fuera de sí por la alegría.)
CORO
Sé feliz, sé feliz,
un amor puro te invita a la alegría.
ZOBEIDA
¡Sólo por ti, amor mío,
siento una dulce esperanza!
¡sólo de ti espero la paz;
respiraré sólo por ti!
¡Si me amas, oh mi bien,
sólo a tu lado encontraré regocijo!
CORO
¡De alegría se iluminó su rostro,
al igual que un hermoso rayo!
¡Un hermoso rayo lo iluminó!
(Se oyen trompetas anunciando
la llegada de Hassem)
Marcha y Coro
ZOBEIDA
Oye cómo llega, Sulima, mi amor.
¡Ya caen las cadenas del corazón!
(Salen)
Escena Cuarta
(El son de las trompetas hace
que el pueblo se reúna en la
plaza. Entran lo abencerrajes
precedidos por Hassem que se
adelanta con una rama de olivo
en la cabeza, acompañado de sus
tropas, Alamar, Ismael y los
Grandes)
CORO
¡Paz, paz, que resuene al aire
el eco de los himnos de paz!
Se extinguió la llama de Marte,
ríe el día brillante y sereno;
ya nunca a las madres y esposas
veremos temblar.
Recitativo y Aria
HASSEM
Pueblo, amigos, mis cabeza no ciñe
sangrientos laureles; no derroté a
ejércitos enemigos, ni tesoros,
ni botines, ni miles de esclavos
os traigo: la paz guió mis pasos
y la obtuve con honor.
Pueblo, amigos, esta es mi gloria,
ésta es la victoria de vuestro rey
¡Ah! Sí, de tantos anhelos
estás libre ya, Granada,
las dulces alas de la paz
se ciernen sobre ti.
Ya no verás banderas
tremolar en la lejanía,
ni a las falanges enemigas
hollar tu suelo.
¡Ya nunca a los ejércitos cristianos
deberemos temer!
(Para sí)
Pero aquella amable paz del alma,
la calma del corazón, ¿dónde está?
¡Ay! ¡El más cruel dios, Amor,
de mi corazón la robó!
(A Zobeida)
Mas si me sonriesen tus bellos ojos
el júbilo volvería a mi corazón.
CORO
Por fin se apagó el furor de Marte.
Nunca más deberemos temerle.
(Las tropas y el coro se retiran
al son de una marcha. Se quedan
Alamar, Ismael, Hassem, Zobeida
y Sulima)
Escena Quinta
HASSEM
Zobeida,
lo más querido a mi corazón,
poco es un trono para tu virtud;
¿pero qué otro don
puedo yo ofrecerte?
ZOBEIDA
Señor, ¿qué dices?
Yo soy tu esclava, y no podría...
HASSEM
¿Reinas sobre el corazón de un rey,
y dices que eres esclava?
Mis consejeros te aprobarán,
sí, que éste sea el día que todos
te reconozcan como mi esposa.
(Zobeida y Sulima vuelven al
palacio. Hassem, Alamar e
Ismael se van por el otro lado)
Escena Sexta
Recitativo
ALAHOR
Toda Granada recorrí en vano,
no encontré a Zobeida y
preguntar por ella sería imprudente.
Solo e indefenso estoy, necesitaré
la espada ante el rey poderoso...
Escena Séptima
(Sulima desde la Alhambra)
SULIMA
(que no ve a Alahor)
Es la primera vez que un rayo
de alegría ilumina el rostro,
siempre triste, de Zobeida.
ALAHOR
(Para sí)
¡Oh. cielos!
(A Sulima)
Has nombrado a Zobeida;
¡así pues vive!
(Con precaución)
descendiente de Mohamed...
SULIMA
Sí, Zobeida.
ALAHOR
¿Está ella en Granada
y no teme el odio que antaño
el rey mantuvo contra su padre?
SULIMA
¿Hablas de Hassem?
Debes ser extranjero en Granada,
pues no sabes que Hassem
la ha honrado con su amor.
ALAHOR
(con ira)
¿Dices la verdad?
(Para sí)
¡Oh, padre mío, qué horror!
¿Con el hermano de Alí, el traidor?
SULIMA
Ella es el consuelo de todos y hasta
los más míseros adoran su nombre
ALAHOR
(Para sí)
Lo intentaré...
(A Sulima)
Por mi vestidos puedes ver
que soy pobre y extranjero.
Éstas son mis credenciales para
albergar la esperanza de solicitar
una audiencia con Zobeida.
Guíame hasta ella y, mientras viva,
siempre te estaré agradecido.
SULIMA
Entonces sigue mis pasos.
(Se dirige al palacio )
ALAHOR
(Para sí)
¡Oh, afortunado!
Escena Octava
(Gran sala en la Alhambra Unos
cortinajes abiertos dejan ver el
salón del trono)
Recitativo y Dúo
ALAMAR
Señor, el. amor paterno es un
instinto de la naturaleza. Incluso
los animales protegen a sus hijos.
HASSEM
La ira me consume. Aún insistes y
alientas en mi pecho un gran furor.
ALAMAR
Recuerda, oh señor,
a tus fieles zegríes.
La fe, el honor, a ti reservados.
La constancia, el amor y mi sudor
vertido por Alí, tu preferido...
no desprecies el amor de mi hija.
HASSEM
El desprecio en mi pecho
tú lo has provocado.
ALAMAR
No es digno de ti.
HASSEM
¡Pérfido cállate de una vez y vete!
Cuídate de mi cólera
y recuerda que soy tu señor.
Vete o aquí caerás víctima
de mi despreciado amor.
ALAMAR
¿Pérfido yo? ¡Jamás!
Respeto tus palabras,
puedes llamarme cualquier cosa,
pero mi corazón es noble,
intrépido, fiel,
constante y honorable.
HASSEM
¿Así pagas mis favores?
ALAMAR
Amo a mi hija;
ella es el árbitro de mi corazón.
HASSEM
Mi cetro rechaza a aquel
por el que siento desdén,
desprecio y un turbio veneno.
ALAMAR
En ese rostro veo el signo del
furor que arde en su pecho,
mas no temo su desprecio;
vengar sabré las ofensas.
HASSEM
¡Ah! No puedo contenerme,
el furor me inflama.
Vete, recuerda quien soy,
no aumentes mi cólera
ALAMAR
¡Ay! Perdona, un justo deseo
me ha hecho desvariar.
HASSEM
¡Qué locura, qué bárbaro destino!,
intentas en vano enfriar a
mi puro, tierno y dulce amor.
ALAMAR
El ingrato como víctima caerá;
aunque se muestre tan despiadado,
sabré descubrir su impío corazón.
Escena Octava (bis)
(Zobeida sale de sus estancias)
Recitativo
ZOBEIDA
Debería ser feliz:
Hassem me ama y me da un trono,
mi amor es correspondido pero...
¡Oh, Dios!, un hermano fugitivo,
odiado y mísero... o quizás muerto,
hace que en mi corazón luchen
la alegría y el dolor.
Escena Novena
Recitativo
SULIMA
Tu corazón esta lleno de piedad
y un extranjero hoy la solicita,
pide tan sólo hablarte.
ZOBEIDA
¡Un extranjero!...
¿Qué solicita de mí?
SULIMA
No me lo ha dicho;
dijo sólo que es infeliz...
ZOBEIDA
Y eso me basta.
Hazlo pasar pues todos los míseros
tienen derecho a mi socorro.
(Sulima sale)
SULIMA
(Volviendo)
Aquí llega.
(Se retira.)
Recitativo
ZOBEIDA
Ven, infeliz; que esta joya te ayude
a cargar con el peso de tus males.
ALAHOR
La miseria es el mal más llevadero.
(a una cierta distancia)
Yo no acepto regalos.
ZOBEIDA
Nadie te ve. No te avergüences...
Acéptala, toma...
ALAHOR
La vileza nunca pudo empañar
mi gloria:
resplandece intacta y pura;
Pero...¿Y la tuya, Zobeida,
(Se le acerca)
aún resplandece?
ZOBEIDA
¿Qué buscas?
¿Qué significan estas preguntas?
ALAHOR
Te lo pregunto en nombre de aquel
que murió por conservarla,
en nombre de aquel que olvidaste,
en nombre de Mohamed,
y que esto te baste.
ZOBEIDA
(Se turba)
¡Dios mío! ¿Qué dices?
ALAHOR
¡Mírame, Zobeida!
Ay, ¿puedes reconocerme?
ZOBEIDA
¡Cielos! Esos rasgos...,
esa voz...., quizás...
(Lo va examinando)
ALAHOR
Di, ¿me reconoces?
ZOBEIDA
Hablas en nombre
del difunto Mohamed, de mi padre,
¿acaso eres?...
ALAHOR
¡Soy tu hermano!
Dúo
De mi antiguo esplendor
(le muestra un puñal)
esto es lo último que me queda...
Lo verás brillar funesto, tremendo,
pues he vuelvo para
vengarme o morir.
ZOBEIDA
¡Venganza!...
¡Oh Dios! ¿qué quieres?
¡Venganza!
(Para sí)
¡Ay de mí! ¿Qué escucho?
¡En sus ojos, en su rostro
brilla el furor!
Mi corazón se agita de terror.
(a Alahor)
¡Ah, hermano mío!...
ALAHOR
¡Hermano! ¡No me llames así!
ZOBEIDA
Dime qué quieres.
(Para sí)
¡Oh Dios, me hace temblar!
ALAHOR
Lejos de aquí, de los zegríes,
deberás huir conmigo;
de esa manera serás digna
de tu padre y de mí.
ZOBEIDA
¿Huir?...
ALAHOR
¡Huir! ¿Qué piensas?
ZOBEIDA
(Para sí)
¡Huir de mi tesoro!
¡Ay, sólo pensarlo muero!
¡Sería demasiado cruel!
"Huye", grita mi deber,
y encamina mis pasos a la fuga...
El poderoso dios del amor
me alienta a quedarme...
¡Tengo el corazón dividido!
ALAHOR
¡Ah, momento de placer!
¡Oh, terrible venganza,
apresura tus pasos, rápido!
¡Ven inflamada de furor
por ti suspira este corazón!
¡Sígueme!
ZOBEIDA
¡Debería traicionar a Hassem,
al rey!
ALAHOR
Es un zegrí, es tu enemigo;
es un traidor.
ZOBEIDA
Te engañas; es el amor,
la gloria de su pueblo.
Tiene un corazón magnánimo,
es hijo del honor.
ALAHOR
(con desdén)
¿Pero tú, lo defiendes?...
ZOBEIDA
Te digo la verdad.
ALAHOR
Zobeida,
leo en el fondo de tu corazón,
(mirándola fijamente)
tu rubor te descubre. Tú lo amas...
ZOBEIDA
¡Ah, sí! Lo adoro;
es el ídolo de mi corazón.
ALAHOR
¡Ah, qué furor!... Pero en vano
esperarás a tu amado bien.
ZOBEIDA
Él viene.
(Se oye el estrépito de las
trompetas que anuncian al rey)
ALAHOR
¡A morir viene.!
(camina con el puñal en la mano)
¡Aquí caerá exánime!
ZOBEIDA
(agitadísima)
Escúchame... ¡Oh, Dios! Detente...
ALAHOR
(resuelto)
¡Jura que huirás conmigo!
ZOBEIDA
(Para sí)
¡Qué nuevo dolor es este!
(A Alahor)
Está bien, huiré.
ALAHOR
(Para sí)
Suspende el rayo de la
venganza, oh furor mío,
que en breve, más terrible
caerá sobre el traidor;
¡El brazo vengador
de sangre Granada inundará!
ZOBEIDA
(Para sí)
Miles y miles de palpitaciones
tienen oprimido a mi corazón
en la cabeza se erizan
mis cabellos por el horror.
¡No hay estado más cruel
y más mísero que el mío!
(Alahor se retira hacia el
fondo detrás de una columnas)
Escena Décima
(Coro de Abencerrajes que
preceden a Hassem)
HOMBRES
No hubo nunca un amanecer más
hermoso en el cielo.
MUJERES
Nunca los rayos del sol brillaron
tan refulgentes sobre Granada.
TODOS
Sobre las tiernas alas del amor,
viene Himeneo, gozo del corazón,
viene a unir a dos bellas almas.
(Hassem se acerca a Zobeida, que
apenas se sostiene. Alahor junto
con la multitud pero de forma que
pueda ser visto por su hermana)
Concertado
HASSEM
Al más feliz de los mortales
tienes a tus pies, Zobeida.
¡Ah, qué día afortunado!
¡Qué maravilloso placer!
Todos mis consejeros
te ha declarado mi esposa.
ALAMAR, ALAHOR
(Para sí)
¡No puedo frenar mi cólera!
HASSEM
¡Inclinaos a sus pies;
ella reina sobre vosotros,
es la reina de mi corazón!
(Todos se arrodillan ante Zobeida,
que baja la cabeza. Hassem le da
el brazo; Alamar está furioso y
Alahor, el único que permanece
de pie atónito e indignado)
HASSEM
¿No me respondes?
ZOBEIDA
(Para sí)
¡Oh, Dios!
HASSEM
¿A qué esperas? ¡Decídete al fin
y conmigo comparte el trono...
(Zobeida mira a su hermano quien,
por señas, le dicta la respuesta)
ZOBEIDA
Tu esperanza es vana.
Jamás seré tu esposa.
(Todos se levantan sorprendidos)
HASSEM
(Para sí)
¡Una fría mano me oprime el pecho!
¡Un temblor me invade el corazón,
el estupor me paraliza!
ZOBEIDA
(Para sí)
Mi alma vacila en el pecho;
en mí combaten amor y deber.
¿Quién puede resistir tal dolor?
ALAMAR, ALAHOR
(Para sí)
La alegría invade mi pecho;
¡Mi corazón salta de júbilo!
¡Cómo me alegra su dolor!
LOS OTROS
(Para sí)
El golpe le oprime el corazón;
el estupor lo ha paralizado.
HASSEM
¡Cruel! ¿Ésta es la fidelidad
que me juraste un día?
¿Así correspondes
a la constancia de mi amor?
ZOBEIDA
¡Ay! Calla... ¡Ay! Tú no sabes...
¡Ay! No me hables así...
Quizás más tarde llorarás...
...un día te arrepentirás.
HASSEM
¡Ay! ¡Habla!...
ZOBEIDA
¡Oh, Dios! ¡Apiádate de mi dolor!
HASSEM
Habla...
ZOBEIDA
No debo hablar.
HASSEM
¡Oh, cruel fatalidad!
ALAMAR, ALAHOR
(Para sí)
¡Oh, qué felicidad!
LOS OTROS
(Para sí)
¡Cielos, qué sucederá!
HASSEM, ZOBEIDA
(Para sí)
¡En un instante, huye,
vuela mi felicidad!
Siento en mi pecho mil afanes,
no me encuentro ni a mí mismo.
¡Mi suerte es desgraciada,
la muerte sería menos cruel!
HASSEM, ZOBEIDA, TODOS
(Para sí)
¡En un instante, huye,
vuela su felicidad!
Sienten en el pecho mil afanes,
ni a ellos mismos se encuentran.
¡Su suerte es desgraciada,
la muerte sería menos cruel!
|